domenica, giugno 20, 2021

Ospedale di Petralia Sottana,quale futuro?

L’ospedale di Petralia Sottana

Siamo arrivati all’epilogo di una lunga e travagliata propaganda, che le istituzioni locali (Sindaci), hanno iniziato in questo ultimo decennio, terminata con la pubblicazione (della Delibera ASP n. 682 del 09/06/2021 che definisce la nuova dotazione organica, che sommata alla Delibera n. 81 del 21/01/2020 che definisce il nuovo Atto Aziendale), vanno a sancire le sorti del Nosocomio Madonita. 

Questi, come sanno bene i Sindaci, sono documenti di cui le parole o le promesse, non potranno variarne il contenuto, perché in questi anni si è avuto la presunzione di promettere che tutto sarebbe tornato come prima, se non addirittura, meglio di prima. Se si vuole ripercorrere, questi ultimi dieci anni di politica sanitaria (perché è importante ricordare a tutti i cittadini che i sindaci sono i primi rappresentanti della Sanità locale di ogni Comune, ricoprendo un ruolo decisionale un, rilevante), si sono succedute diverse promesse per il mantenimento del Presidio o addirittura per il rilancio.

Andando in ordine cronologico, si può iniziare ricordando la chiusura e poi con la definitiva soppressione dell’Unità Operativa di Ortopedia, costringendo in questi anni, tutti gli anziani pazienti a essere trasferiti presso altri nosocomi, per interventi di fratture. Nel 2015 è la volta del Punto nascite, soppresso a causa del mancato raggiungimento dei famosi 500 parti. Ma gli anni ci hanno confermato che lo stesso metodo di misurazione, non è stato applicato per altri presidi, facendo palesemente evidenziare, che le scelte effettuate dal Governo Regionale, siano state fatte, non sulla base di dati oggettivi, ma sulla base di capacità politiche di rappresentare il proprio territorio. Arriviamo al 2019, viene pubblicato il nuovo Atto Aziendale, documento che prima di essere pubblicato dall’ASP, viene condiviso con la Conferenza dei Sindaci, di cui fanno parte tutti i Sindaci della provincia di Palermo. Quest’ultimi votano all’unanimità l’ok al documento presentato dall’ Asp, ma anche questa volta viene sottratto un altro pezzo al presidio di Petralia. Scompare l’Unità Operativa di Laboratorio di Analisi, trasformato in un punto prelievi. Tradotto in poche parole, presso il laboratorio di Petralia, non ci sarà più personale Medico, Biologi e Tecnici di Laboratorio, ma ci saranno due infermieri che potranno assolvere ai prelievi degli utenti esterni ed i campioni inviati presso altre strutture. Mentre per quanto riguarda gli esami di Pronto soccorso e altre Unità Operative, gli esami verranno effettuati con i POCT, macchinette utilizzate per esami rapidi (come quelli della glicemia), gestiti da personale non tecnico e di conseguenza l’attendibilità sarà molto approssimativa.

Nel settembre 2020, con l’avvento della pandemia, l’ospedale viene riconvertito in parte Covid, prevedendo 50 posti letto di Medicina Covid e quattro di terapia intensiva. Il progetto prevede di lasciare i reparti esistenti e far nascere un ospedale misto. Anche in questo caso, i nostri Sindaci, rilasciano il benestare all’Assessorato, con la promessa che l’esistente non verrà intaccato e addirittura ci sarà un rilancio dell’Ospedale. Di fatto, quello che si è verificato, è stato un vero “bluff”, perché di fatto l’esistente è stato annientato e ridotto a lumicino, riducendo o come nel caso della chirurgia, azzerando le attività, chiudendo ambulatori, riducendo servizi e creando tanto fumo ma zero risultati. Infatti i 50 posti Covid non sono mai stati attivati, per mancanza di personale, i quattro posti di terapia intensiva, non hanno mai visto la luce, sempre per mancanza di personale, le nuove tecnologie non sono mai arrivate e il personale medico altrettanto. Di fatto più che Rilancio, è stato il colpo di grazia per “affossare l’Ospedale” definitivamente. Ancora oggi, con la ripresa delle attività ordinarie, in tutti gli ospedali riconvertiti in Covid, il Presidio di Petralia con oltre 20 giorni pazienti zero, non riesce a tornare alla normalità. Questa domanda che ci si pone del perché non si torni come prima vista l’allentamento dei contagi, può essere sintetizzata, che nel 2012 l’ospedale poteva vantare la presenza di più di 50 medici che garantivano l’assistenza, ad oggi ne sono rimasti, meno di 20, con altri due prossimi alla pensione fra un mese e senza anestesisti, senza chirurghi, senza internisti, non si può garantire nessun servizio. Ma come detto all’inizio con la pubblicazione della Delibera 682 del 09/06/2021, viene pubblicata la nuova dotazione organica dell’Ospedale, che sottrae un altro pezzo alla struttura, azzerando i posti letto di Ginecologia e con il pensionamento del Dr. La Tona Damiano, scompare il servizio di Pediatria.

Questi numeri, dovrebbero fare riflettere i cittadini, ma principalmente le istituzioni, passando ai fatti facendosi valere per il ruolo che ricoprono, perché come è dimostrato negli atti, altri territori con nostre stesse caratteristiche, (come recita il D.M. 70), non hanno ricevuto lo stesso trattamento. I cittadini dovrebbero indignarsi, perché l’offerta sanitaria pubblica che viene riconosciuta, non è in linea con i LEA nazionali ed essere consapevoli che semmai dovessimo recarci presso il pronto soccorso, e non trovare, il cardiologo, il chirurgo, il ginecologo, l’ortopedico, non sarà colpa di quel medico di guardia al pronto soccorso, ma di chi in questi anni ha voluto ed ha condiviso queste scelte politiche.


madonielive.com, 15 Giugno 2021

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