mercoledì, giugno 23, 2021

Cgil Palermo alla manifestazione del 26 a Bari. “Per Palermo e il Sud chiediamo il rilancio dell'economia e dell'occupazione e una nuova crescita sociale. La ripartenza non può riportarci indietro e farci stare peggio di prima”

Mario Ridulfo al direttivo Cgil Palermo

Palermo 23 giugno 2021- “Lo avevamo detto che la ripartenza non poteva consistere nel tornare a vivere come prima della pandemia ma addirittura non avremmo immaginato di dovere affermare che la ripartenza non può farci vivere peggio di prima.
Per questo è importante che la mobilitazione continui e che per il territorio palermitano si apra la prospettiva di un rilancio dell'economia e di una nuova crescita sociale”.  Lo ha dichiarato il segretario generale della Cgil Palermo, Mario Ridulfo, aprendo il direttivo della Camera del Lavoro e annunciando la presenza massiccia alla manifestazione nazionale unitaria di Cgil, Cisl, Uil del 26 giugno a Bari (una delle tre piazze italiane) dal titolo “Ripartire insieme con il lavoro, la coesione, la giustizia sociale”, per chiedere la proroga del blocco dei licenziamenti, la sicurezza sul lavoro ma anche rilanciare le questioni del Mezzogiorno e dello sviluppo di Palermo e della Sicilia. 

   Più investimenti e occupazione per fare ripartire il Sud e l'uso attento delle risorse in arrivo. “Chiediamo il coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori e delle loro organizzazioni sindacali nella governance del Pnrr, che detterà le linee di sviluppo dei prossimi 20-30 anni – ha aggiunto Ridulfo – Il 60-70 per cento delle risorse del Recovery Plan si spenderanno nelle aree del Paese che ne hanno meno bisogno. A noi resta il problema di riuscire a progettare e spendere bene le risorse che arriveranno al Sud e in Sicilia. Non può essere un miracolo a determinare l’impiego delle risorse, quasi 20 miliardi all’anno per il triennio 2021-2023, ma una scelta strategica condivisa e partecipata su cui potere, anzi dovere, esercitare come sindacato un controllo sociale per evitare che illegalità e corruzione ne determinino un nuovo e insopportabile fallimento oppure una nuova occasione per le mafie”. 
   Per quanto riguarda Palermo, Ridulfo cita due esempi: la vergogna delle quasi mille bare insepolte, e l'assessore che chiama i boy scout a ripulirle, e il commissariamento del Ponte Corleone, dopo 12 anni di fallimenti, e le forze politiche di maggioranza e opposizione che cantano “vittoria”. “Una vergogna senza fine che avrebbe in altre città normali portato forse alle dimissioni di sindaci e consiglieri e all’intervento qui si necessario e commissariale dello Stato – commenta Ridulfo - C’è, sia chiaro, una responsabilità politica, ma c’è anche una responsabilità collettiva perché è venuta meno anche la capacità di indignazione delle persone”.
   La Cgil, assieme a Cisl e Uil, e alle categorie di riferimento, ha avviato nei giorni scorsi i gli incontri con l’amministrazione comunale e i presidenti delle aziende partecipate del Comune di Palermo. “Una full immersion di tre giorni – ha detto – che dovrà adesso produrre una nuova contrattazione aziendale ma anche un accordo confederale sulla gestione dei servizi in capo alle partecipate, a cominciare dal tema della mobilità interaziendale che non deve però produrre una guerra tra lavoratori”.
   Per quanto riguarda la difficoltà denunciata dal Comune nella gestione della riscossione dei tributi, Ridulfo ha aggiunto: “A cominciare dalla Tari, bisogna semplificare e rendere facile la fedeltà fiscale del cittadino. In una città dove l’evasione della tari è al 70 per cento, bisogna trovare e utilizzare nuovi metodi che possono determinare il pagamento di tutti della tariffa e quindi un suo abbassamento. Riteniamo positiva  la proposta del sindaco Orlando di legarla alla bolletta elettrica, strada già praticata in altri paesi europei. In questa situazione, per pagare meno occorre che paghino tutti e non solo i soliti. Considerato, tra l'altro, che l’evasione è più alta nella Palermo bene di via Libertà e più bassa nel popolare quartiere di Borgo Nuovo”.

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