giovedì, giugno 08, 2023

Non è l’Arena. Sorelle Napoli, cade l’estorsione


Mezzojuso, i 4 imputati assolti pure da altri reati perché il fatto non sussiste La difesa: «I processi si celebrano nei tribunali e non nelle trasmissioni tv»

Fabio Lo Bono

Nessuna estorsione, assolti perché il fatto non sussiste Giuseppe La Barbera, Simone La Barbera, Antonino Nenè Tantillo e Liborio Tavolacci. Ad assolvere i quattro imputati è stato il Tribunale di Termini Imerese, presieduto da Sandro Potestio. Il processo riguardava le presunte estorsioni alle sorelle Ina, Irene e Anna Napoli, proprietarie di un’azienda agricola sita tra Corleone e Mezzojuso. Una vicenda che si trascinava dal 2014 e che si chiude, dopo nove anni, in maniera favorevole per gli imputati. 

La vicenda era salita alla ribalta della cronaca nel 2017 per l’attenzione prestata dalla trasmissione Non è l’Arena in onda su La7, condotta da Massimo Giletti e chiusa nelle scorse settimane per decisione dell’editore, con effetto immediato. La difesa è stata curata dagli avvocati Filippo Liberto, Antonio Di Lorenzo, Salvatore Aiello e Raffaele Bonsignore. Le tre sorelle Napoli avevano denunciato gli imputati per minacce, intimidazioni, sconfinamenti di bestiame nei loro terreni e taglio di recinzioni. L’obiettivo delle persone sotto accusa, secondo le Napoli, era convincerle a cedere la proprietà o la gestione della loro azienda agricola. I terreni si trovano nel territorio corleonese, a pochi minuti da Mezzojuso, con cui confina a nord, a est c’è Godrano, a sud Corleone e a ovest Campofelice di Fitalia. Inoltre, Simone e Giuseppe La Barbera sono stati assolti dal reato di calunnia. Simone La Barbera, Antonino Tantillo e Liborio Tavolacci, invece, sono stati scagionati dalla tentata estorsione. Sulla vicenda della sassaiola ai danni delle sorelle Napoli il reato è stato dichiarato prescritto. Infine, i quattro imputati sono stati assolti dall’accusa di invasione di terreni, uccisioni di animali, lucchetti danneggiati e intimidazioni varie. La vicenda si era articolata in una serie di altri rivoli, con querele, minacce vere o presunte, diffamazioni anch’esse presunte, contro l’ormai ex conduttore della trasmissione di La7, Giletti, più volte scagionato dalle contestazioni mosse sempre dalla Procura di Termini.

«Siamo estremamente soddisfatti della decisione dei giudici del collegio termitano - dicono i legali -. Fin dall’inizio abbiamo sempre sostenuto e difeso nelle opportune sedi giudiziarie i nostri assistiti. I processi si celebrano nelle aule di giustizia e non nel corso di trasmissioni televisive. Oggi mettiamo la parola fine ad un incubo mediatico che ha creato notevoli disagi agli imputati, riscattandoli da un’accusa ingiusta nei loro confronti».

«C’è stata una grande costruzione mediatica attorno a questa vicenda che alla fine ha travolto tutti - dichiara il sindaco di Corleone Nicolò Nicolosi - fermo restando che sono emersi anche dei rapporti con ambienti di mafia che tuttavia non refluivano nella vicenda delle sorelle Napoli. Magari le sorelle avranno subito delle pressioni, ma certamente non le estorsioni che sono state verificate e non sono emerse ne nella fase dibattimentale e tanto meno nella odierna sentenza che assolve i presunti estortori. La stampa e soprattutto la televisione, a mio avviso, devono essere molto più cauti e rispettosi rispetto a vicende di certo delicate, ma che non trovano e non hanno trovato nella fattispecie riscontro nella verità dei fatti». 

GdS, 8 giugno 2023

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