mercoledì, giugno 28, 2023

INTERVISTA AL PRESIDENTE REGIONALE DI LEGAMBIENTE. Giuseppe Alfieri: “Depuratori inadeguati. Serve voltare pagina”

di Tullio Filippone

«La Sicilia deve voltare pagina sulla depurazione e bisogna tutelare le coste con i piani di utilizzo delle aree demaniali marittime per fermare la deregulation». 

È la ricetta del presidente di Legambiente Sicilia Giuseppe Alfieri, rispetto al problema dell’inquinamento dei litorali dell’Isola. «Domenica prossima – aggiunge – saremo a Levanzo dopo il caso del solarium per chiedere un turismo e un’imprenditoria rispettosi delle nostre coste». 
Nel 2023 in Sicilia ci sono ancora 45 chilometri di spiagge interdette per inquinamento, perché? 
«Paghiamo il peso di un sistema di depurazione inadeguato. In molti Comuni non esiste, in altri è insufficiente. Purtroppo queste acque finiscono nel mare e non ci sono solo rischi per la salute, ma è anche un conto salato per i cittadini: c’è moltissima Sicilia nelle quattro procedure di infrazione avviate dall’Europa contro l’Italia». 
Costano 30 milioni ogni sei mesi e c’è una struttura commissariale nazionale per sistemare gli impianti fognari, ma i risultati si vedono? 


«Sicuramente si può fare molto di più. In alcuni casi i nuovi depuratori sono anche entrati a regime senza che ci sia stato un miglioramento reale della qualità delle acque ed è quello che cerchiamo di monitorare ogni anno con la campagna di Goletta Verde, che passerà dalla Sicilia nella seconda metà di luglio». 
Come mai i depuratori non bastano? 
«Sono determinanti le foci dei fiumi dove confluiscono scarichi illegali non solo civili ma anche industriali. 
Parliamo di zone dove spesso si fa il bagno. E possiamo citare l’esempio recente del fiume Eleuterio, a Misilmeri, dove sono stati scoperti scarichi industriali illeciti e per cui stiamo valutando di costituirci parte civile». 
Il Palermitano da solo annovera la metà delle aree interdette alla balneazione, la Costa Sud è off-limits da 50 anni. Ci deve rassegnare a divieti perpetui o si può sognare una costa come quella di Barcellona? 
«Ci sono degli interventi precisi sugli impianti di depurazione da fare e a Barcellona, dove la costa è urbanizzata, quegli impianti ci sono. 
Purtroppo Palermo e la sua provincia hanno pagato un’urbanizzazione molto aggressiva. A Carini il sindaco sta portando avanti un delicato e importante processo di demolizione delle ville abusive. Nella Costa Sud gli interventi sugli impianti fognari vanno accompagnati da una bonifica delle spiagge dove sono stati scaricati per 50 anni materiali pericolosi. I cittadini che fanno il bagno hanno diritto di pretendere dalle istituzioni il recupero di quel litorale». 
Che fare allora? 
«Occorre intervenire sul sistema di depurazione ma collegarlo a quello della gestione dei rifiuti e dello smaltimento corretto dei fanghi e utilizzare le acque reflue depurate per l’agricoltura. Poi c’è un altro aspetto». 
Quale? 
«La legalità. La Sicilia è una delle regioni dove ogni anno si compiono più reati e illeciti a danno del mare, tra abusi edilizi e altre violazioni. 
Abbiamo bisogno al più presto dell’approvazione dei piani del demanio marittimo, unici strumenti di programmazione urbanistica dei comuni. Oggi solo quello di San Vito Lo Capo ha concluso il suo iter». 
In mancanza dei pudm si favoriscono gli illeciti? 
«Più che illeciti, si favorisce una deregulation e l’aggressione alle spiagge come ha dimostrato il caso del solarium di Levanzo, figlio della mancata programmazione». 
C’è poi un altro grande tema che pesa sulle coste siciliane, la direttiva Bolkestein che dovrebbe liberalizzare le concessioni demaniali. Perché spingete per la sua applicazione? 
«Perché finora sono state violate le norme della libera concorrenza che hanno escluso molti operatori dal mercato. E il loro ingresso aumenterebbe lo standard dei servizi per chi frequenta le spiagge e la tutela ambientale delle nostre coste». 

La Repubblica Palermo, 27/6/2023

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