lunedì, febbraio 06, 2023

Il Carnevale 2023. Mostra storica “Tempi di Carnevale” dedicata a Franco Vintaloro


Il carnevale 2023 di Corleone si apre con la mostra “Tempi di Carnevale”, a cura di Leoluca Cascio e Tommaso Ruggirello, dedicata a Franco Vintaloro, da poco venuto a mancare, e la presentazione della manifestazione carnevalesca.

Una figura poliedrica quella di Franco che molto si è speso per la sua amata città di Corleone, dal suo impegno politico a quello culturale con il Rally Conca D’Oro, iniziata dal cugino, al carnevale.

Agli inizi degli anni Cinquanta venne vietato a Corleone, per diversi anni, l’uso di mascherarsi per poi essere autorizzato nuovamente ed in seguito di nuovo proibito, fino al 24 febbraio del 1957 quando il questore della provincia di Palermo impose un'ordinanza, reiterata in seguito di anno in anno, la quale imponeva il divieto assoluto di mascherarsi e travestirsi durante il periodo di Carnevale a causa delle «malefatte che venivano consumate al riparo dell'anonimato», come motivato nell'atto da lui emesso e firmato. 

Il Carnevale senza il mascheramento perdeva il sostrato ludico e licenzioso comportando conseguenzialmente il disuso della stessa festa. Solamente nel 1982 Franco Vintaloro, esponente del Partito Repubblicano Italiano e assessore al “Turismo, Sport e Spettacolo” del comune di Corleone, coadiuvato da Leoluca Pollara, portò in consiglio comunale la proposta di riprendere la tradizione scomparsa del Carnevale. Vennero convocati anche i rappresentanti di altre associazioni locali, tra cui: Pietro Di Miceli, responsabile dell'A.C.L.I.; Cosmo Di Carlo, della Proloco; Pippo Pinzolo, dell’Arci. Accolta l'idea con entusiasmo, si pensò al primo passo da compiere: far abrogare l'ordinanza del prefetto. 

Nonostante le difficoltà iniziali Vintaloro riuscì ad ottenere il nullaosta dal prefetto con il vincolo di assumersi la responsabilità del mantenimento dell'ordine pubblico. Cominciò così l'iter organizzativo nel quale vennero coinvolte le scuole, i professori e i presidi. 

Salvino Sanches rielaborò un vecchio Testamento del Nanno apportando modifiche e sostanziali tagli e per la prima volta furono realizzati dei piccoli carri allegorici simili a quelli presenti, ovviamente in maniera ridotta, ai carnevali di Termini Imerese e Sciacca. 

Si ricominciò così a festeggiare il Carnevale. 

La mostra è un modo, spero uno dei futuri tanti, per ricordare Franco ma anche per ringraziarlo per avere ripreso l’antica tradizione del Carnevale.

E quale migliore modo se non quello di rendere noto alla cittadinanza che da quest’anno inoltre la nostra maschera del riavulicchiu si appresta ad entrare a fare parte del Registro Storico delle Maschere Italiane istituito dal Centro Coordinamento delle Maschere Italiane, il quale promuove le maschere più rappresentative a livello nazionale.   

La mostra che vanta, oltre ai curatori, la collaborazione di Rosanna Bruno, Vincenzo Di Carlo, Simonpietro Cortimiglia, Irene Milone e Pippo Oliveri, è sponsorizzata dal ristorante Leon D’oro di Corleone. 

Leoluca Cascio

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