lunedì, febbraio 13, 2023

Cettina Busacca, i cantastorie custodiscono l’identità siciliana

Cettina Busacca figlia d'arte

di PIPPO LA BARBA

Bella serata di musica venerdì 10 febbraio 2023 in una pizzeria Ciury di Portella di mare organizzata dal Club Culturale Andromeda. Al centro dell'evento la cantastorie Cettina Busacca e il gruppo musicale "I Lumia" di Alfonso Gagliardo, Alberto Russo e Giovanni Sozzi. Cettina Busacca è figlia d'arte. 

Suo zio è il famoso cantastorie Ciccio Busacca, il padre Nino anch'egli cantastorie. Nino subentrò al fratello quando Ciccio andò via da Paternò per diffondere la sua arte oltre lo stretto e all'estero.

Ma fu un'eredità preziosa, tanto che oggi a Paternò sono in attività ben sei cantastorie. Assieme ad altri di diverse zone della Sicilia mantengono viva una tradizione che custodisce la lingua siciliana e la cultura popolare. Sull'onda dei ricordi, la brava Cettina afferma di avere appreso questa nobile arte ascoltando da bambina il celebre zio nella piazza di Paternò dove si esibiva. La tecnica del cantastorie - ribadisce - nasce dall'attitudine all'ascolto attraverso cronache giornalistiche di fatti accaduti, prevalentemente di cronaca nera, o di storie passate tramandate oralmente. Comunque storie vere, come quella accaduta a Raddusa. Qui una donna era stata violentata dal padrone presso cui lavorava il marito. Allora si armò di pistola e ammazzò platealmente il losco individuo. La funzione del cantastorie è proprio quella di far riflettere la gente, di far prendere coscienza che esiste una condizione umana che penalizza gli ultimi nella scala sociale. Questo tante volte ha dato voce alla protesta, al grido che si leva dal popolo minuto per invocare che tutte le persone siano rispettate. 

Cettina Busacca crede fermamente in questa capacità di palingenesi delle storie narrate, perché possono dare un contributo al superamento delle sperequazioni. Tra le tante iniziative, ha creato un festival per cantastorie e a Paternò un museo dove sono custoditi attrezzi di lavoro come cartelloni ed altro. C'è da augurarsi che questa arte che ha contribuito a far conoscere la Sicilia nel mondo non scompaia e che la continuino i giovani.

Pippo La Barba

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