lunedì, gennaio 23, 2023

LA STORIA. “Così andiamo in cerca degli ultracentenari”. Sono (quasi) tutte donne


DI BENEDETTA PERILL

È di pochi giorni fa la notizia della scomparsa della francese più anziana del pianeta che di anni ne stava per compiere 119. Ma chi stabilisce questi record? E secondo quali dati? Il Gerontology Research Group di Los Angeles certifica i primatisti mondiali. “Non abbiamo tutti i certificati di nascita ma attualmente gli over 110 sarebbero circa mille”. Donna record. Il 116° compleanno di Jeanne Calment Arrivata fino a quota 122 (è mancata nel 1997), è stata la persona più longeva di cui si abbia conoscenza 

Quando una persona supercentenaria muore, e finisce sulle pagine dei giornali di tutto il mondo, c’è subito un’altra supercentenaria pronta a prendere il suo posto nel primato degli individui più longevi al mondo. È successo proprio nei giorni scorsi quando alla notizia della scomparsa di suor André, la suora francese di 118 anni (ne stava per compiere 119) che deteneva il primato di super anziana, è immediatamente entrata in classifica una nuova miss longevità, ovvero Maria Branyas Morera, 115 anni, spagnola nata negli Stati Uniti che vive in una casa di riposo ad Olot. «Non è mai andata in ospedale, non si è mai rotta le ossa, sta bene, non ha dolori», ha spiegato la figlia 78enne. Il suo segreto? «La genetica». 


Eppure su questo universo di titani dell’età c’è chi ha voluto saperne di più, al punto da fondare nel 1990, a Los Angeles, quello che è poi diventato la massima autorità in materia di ricerca sui supercentenari, ovvero il Gerontology Research Group. In questa organizzazione scientifica no-profit un team di ricercatori si occupa di studiare e identificare le persone che hanno superato il 110mo anno di età, così da poterle inserire in un database. «Quasi ogni giorno c’è un nuovo supercentenario, considerando i 365 giorni di un anno e le 300 persone che stanno per superare i 110 anni che compongono la popolazione mondiale di ultracentenari verificati », spiega con entusiasmo il direttore della sezione Supercentenarian Research and Database del Grg. Che, ironia della sorte, si chiama Robert e di cognome fa Young, giovane. «Il nostro sistema di monitoraggio è iniziato nel 1997 con la morte di Jeanne Calment, 122 anni. Da allora continuiamo a ricevere nuovi casi quasi ogni settimana». Certo, alla veneranda età di Calment non ne arrivano molti: la francese, nota per essere la persona più longeva della quale la storia abbia avuto conoscenza, ha trascorso la sua vita ad Arles dove ha conosciuto di persona il pittore Vincent Van Gogh, ha iniziato a tirare di scherma – a 85 anni – e ha smesso di fumare all’età di 118 anni. 
Forse prima o poi ci sarà un’altra Jeanne, ma al momento il numero di supercentenari al mondo si dovrebbe attestare intorno ai 1.000 individui (ma non di tutti il Grg è in grado di verificare l’autenticità, soprattutto per l’assenza dei certificati di nascita) e la più anziana ha soltanto 115 anni. «Sono dati che riusciamo ad ottenere grazie a diverse fonti, sia pubbliche che private. Tra queste ci sono anche i dati forniti dai singoli Paesi, sebbene la maggior parte delle nostre informazioni arrivi dai “corrispondenti Grg” che si occupano di trovare i vari casi nelle loro nazioni di provenienza (in Italia ce ne sono tre, ndr ).Sul nostro sito c’è anche un tasto “Contattaci”, con il quale invitiamo gli utenti a inviarci le loro segnalazioni», spiega Young. 
Non tutti i casi vengono poi validati perché per entrare nel ranking del gruppo di ricerca, che sulla materia è la principale fonte anche del Guinness World Records, il Guinness dei primati, bisogna produrre diversi documenti come «una prova originale di nascita, atti che testimoniano la vita nella mezza età e infine un documento di identità recente», aggiunge ancora Young. Stessa storia anche per quanto riguarda la morte. «I decessi vengono solitamente verificati dalla famiglia, o da contatti vicini alla famiglia, o dalle case di riposo dove vivono. Devono essere poi prodotti i certificati di morte e gli articoli che parlano della scomparsa». Tutto questo lavoro permette di redigere la lista dalla quale, quando uno dei super anziani muore, tirar fuori il nome del nuovo eletto. O meglio della nuova eletta. 
Al momento nelle prime otto postazioni ci sono soltanto donne. E quattro di queste sono giapponesi. Le altre, oltre alla spagnola Branyas Morera, sono due americane e una brasiliana. 
La prima persona italiana della lista è anch’essa una donna: Domenica Ercolani, 112 anni, vive a Pesaro. «Per quanto riguarda il divario di genere, biologicamente parlando le donne invecchiano il 3% più lentamente degli uomini – chiarisce Young - . Parlando di età avanzata, poi, circa il 95% delle persone di età superiore ai 115 anni è di sesso femminile». Tra i componenti del Gerontology Research Group ci sono circa 500 persone tra i quali alcuni dei massimi scienziati mondiali nel campo dell’invecchiamento. Non chiamateli cacciatori della vita eterna però, il loro non è un “business”, avverte Young. E non chiedetegli neanche di svelarvi i segreti dei supercentenari, perché quello è lo scopo principale della loro ricerca: capire perché alcune persone vivono così tanto più a lungo di altre. La risposta? Ebbene sì, è la genetica. 

La Repubblica, 23/1/2023

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