venerdì, novembre 26, 2021

Tram bocciato in via Libertà a Palermo: "Uno sfregio alla città". A rischio i 700 milioni di finanziamento


di Tullio Filippone

Si teme un danno erariale da 12 milioni di euro, tanto quanto è costata la progettazione di un’opera che aveva avuto tutti i nulla osta burocratici

Adesso che il voto del consiglio comunale ha bocciato la linea uno del tram – quella che dalla stazione centrale avrebbe portato alla zona della stadio, passando per via Roma e via Libertà – l’intero progetto è da rifare e si rischia di perdere l’intero finanziamento da 700 milioni di euro, mentre si paventa già un danno erariale da 12 milioni di euro, tanto quanto è costata la progettazione di un’opera che aveva avuto tutti i nulla osta burocratici. Possono essere queste le conseguenze del voto di Sala delle Lapidi, che ieri ha approvato l’emendamento per cassare la linea A dal piano triennale delle opere pubbliche, promosso dai consiglieri Ugo Forello e Giulia Argiroffi del gruppo Io Oso e poi sposato da quasi tutto il centrodestra compatto con il sì della Lega, dei renziani di Italia Viva, del gruppo di Sicilia Futura e con l’astensione di Forza Italia e Diventerà bellissima e del Movimento Cinque Stelle, che pure da settimane si era schierato con quel che resta della maggioranza orlandiana per sbloccare le opere pubbliche.

E infuria la polemica, non solo tra le forze politiche, ma anche fuori dal palazzo, con le accuse di Legambiente, dei sindacati Cgil e Cisl, degli edili e dei costruttori Ance: “Un’occasione persa per la città”. 


Gli orlandiani: "Bocciare il tram una pugnalata alla città" 

“Un atto di irresponsabilità politica che produce danni incalcolabili per la città e che l'amministrazione comunale cercherà di limitare facendo valere la evidente illegittimità di questa scelta amministrativa in ogni sede competente”, ha commentato ieri sera a caldo dopo il voto il sindaco Leoluca Orlando a nome di tutta la giunta comunale.  “Siamo in presenza di una scelta palesemente illegittima - prosegue la nota dell'amministrazione comunale - anche per eccesso di potere e contraddittorietà”. Per l’assessore alla Mobilità Giusto Catania si tratta invece di “una pugnalata alle spalle della città e una pagina buia per Palermo”. Scrive Catania su Facebook: “L’emendamento che toglie la linea A del progetto tram di Palermo è un atto criminale. Politicamente e moralmente. Sarà poi la magistratura a verificare se ricorrono gli estremi di reato o il danno erariale. Una cosa è certa: si è sacrificato l’interesse pubblico per privilegiare interessi privati e logiche di parte”.

Perché adesso quel che resta della maggioranza orlandiana in consiglio comunale punta il dito contro le conseguenze dello stralcio della linea madre attorno alla quale si reggeva tutto il disegno per cambiare la mobilità cittadina. “La linea Linea A era il fulcro di un sistema tram completo e chi si è presentato alle elezioni affermando di volere il tram, poi ha votato due piani triennali che prevedevano tutte le linee e, oggi, ne chiede lo scalpo per consumare una squallida vendetta politica a scapito della città, dovrà assumersi la responsabilità politica – dicono i consiglieri comunali di Avanti Insieme, Pd e Sinistra Comune Massimo Giaconia, Valentina Chinnici, Claudia Rini, Rosario Arcoleo, Milena Gentile, Barbara Evola, Katia Orlando, Fausto Melluso e Marcello Susinno – La via Libertà non è stata liberata, è stata privata di un’infrastruttura che aveva i pareri di tutti gli enti di controllo e che non l’avrebbe affatto snaturata”.

E volano accuse pesanti contro i chi ha votato l’emendamento: “Questa non è politica ma arroganza e strumentalità, e questo partito che va da Ugo Forello a Francesco Bertolino al presidente del consiglio Totò Orlando, da Mimmo Russo alla Lega, e che si è nutrito di menzogne diffuse impunemente, stasera festeggiava in aula quello che è un disastro per la nostra comunità”. Rincara la dose anche il deputato nazionale del Pd Carmelo Miceli: “Qualcuno vuole che la città torni indietro di 30 anni - dice il parlamentare - È evidente che, mentre a Roma c'è chi si batte per salvare le casse del Comune, in città c'è chi si muove per farla tornare indietro di 30 anni. Solo degli uomini primitivi possono festeggiare per avere eliminato il tram  dalla via Libertà, un'opera che avrebbe consentito ai cittadini delle periferie di raggiungere il centro senza auto”.

 

Edili e costruttori: “Occasione persa, il progetto crea lavoro" 

“In 5 anni a Palermo non è partita nessuna opera pubblica. Chi ha ostacolato l’iter del progetto del tram non ha  tenuto conto degli interessi generali della città e soprattutto del mondo del lavoro - dicono il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo e il segretario generale Filt Cgil Sicilia Palermo Franco Spanó - Auspicavamo che entro il 2022 si potessero appaltare le prime tre linee, funzionali alle successive linee che hanno già trovato copertura economica dentro il Pnrr e che entro il 2026 avremmo visto i treni in funzione. Purtroppo è un’occasione persa che bloccherà anche tutte le altre opere pubbliche per mettere a sistema il trasporto pubblico locale”. 

Per il presidente dei costruttori di Ance Palermo Massimiliano Miconi "é importante non fare saltare tutto perché sarebbe grave per tutta la città". Ed esprime preoccupazione anche la Cisl: “Questo scontro di natura politica pre-elettorale non tutela il bene collettivo e dunque a quello della vita quotidiana dei cittadini”, dicono i segretari generali Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana e Filca Cisl Palermo Trapani Francesco Danese. 


Legambiente: “Scelta anacronistica per la città meno sostenibile d’Italia” 

Sul tram interviene anche Legambiente, che proprio oggi ai Cantieri Culturali della Zisa organizza un forum sull’energia e la transizione ecologica per la campagna “Sicilia Carbon Free”. “La bocciatura della linea è una decisione anacronistica - dice Vanessa Rosano, presidente del circolo Legambiente Palermo - Occorre mettere in atto ogni azione a favore dell’abbassamento di emissioni per contrastare i cambiamenti climatici in atto, anche perché viviamo nella città meno sostenibile d’Italia, secondo il rapporto Legambiente Ecosistema Urbano 202l, e i cittadini sono ancora fortemente legati all'utilizzo del mezzo privato”. 

Della stessa opinione anche la Consulta delle biciclette di Palermo, che negli scorsi giorni aveva chiesto al consiglio comunale di sbloccare il piano triennale per le opere pubbliche: “Questa scelta - dice la portavoce Chiara Minì - mette in discussione il progetto generale di mobilità sostenibile delle città”. 


Brinda l’opposizione: “La via Libertà è salva” 

Dall’altra parte invece si brinda perché il tram non passerà da via Roma e via Libertà: “Finalmente è stata stralciata dal piano triennale delle opere pubbliche la tratta A del tram, uno squarcio nella città che avrebbe deturpato il centro e appesantito una superficie bellissima ma già martoriata. Bisognava e bisogna investire nel sottosuolo per la mobilità. Non in superficie. Alleggerire il traffico e non appesantire gli assi viari”, ha scritto su Facebook il consigliere di +Europa Fabrizio Ferrandelli, a margine di una foto “di festa” con i colleghi Cesare Mattaliano, Ugo Forello e Giulia Argiroffi.

Gongola anche il gruppo della Lega: “Siamo molto soddisfatti per la bocciatura della linea A del tram che avrebbe devastato via Libertà e via Roma – dicono Igor Gelarda e Marianna Caronia - Non si perderà nessun finanziamento, anzi si liberano risorse per il cui utilizzo metteremo nero su bianco idee e proposte utili alla città  e coinvolgeremo esperti e cittadini, come non hanno voluto e saputo fare Leoluca Orlando e Giusto Catania, caparbiamente impegnati a imporre la propria idea”.

Difende la sua scelta anche il gruppo di Italia Viva, che ormai da tempo vota con il centrodestra. “Il consiglio comunale non ha fermato il tram, né la linea A, per il semplice fatto che il progetto è ancora in alto mare e non sarebbe comunque arrivato a gara nei tempi previsti, la tratta è stata soltanto stralciata, non eliminata, ma l’arroganza acceca chi blatera d’altro e prova a mascherare i propri fallimenti - dicono Dario Chinnici, Francesco Bertolino, Paolo Caracausi, Carlo Di Pisa e Totò Orlando - le somme comunque sono ancora a disposizione, non sono andate perse né si è prodotto un danno erariale, esattamente così come non si provoca tutte le volte che si stralcia una porzione d’opera”.


La Repubblica Palermo, 26/11/2021

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