domenica, novembre 28, 2021

LA SVOLTA DELLA MAGISTRATURA. Dallo Sperone a Partinico un fronte per salvare i figli degli spacciatori


di Salvo Palazzolo

La procura per i minorenni ha acceso i riflettori non solo sul quartiere palermitano dello Sperone, ma anche in provincia. A Partinico, dove a luglio un’indagine dei carabinieri ha fatto emergere le storie di alcuni bambini nelle famiglie della droga finite in manette nel blitz dei 70. Altri bambini testimoni di affari loschi. 

Come nel caso Sperone, anticipato ieri da Repubblica, la procuratrice Claudia Caramanna e la sostituta Paoletta Caltabellotta hanno chiesto al tribunale per i minorenni l’apertura di sette procedimenti per far decadere la responsabilitàgenitoriale, si tratta di percorsi giudiziari previsti dall’articolo 330 del codice civile (“ Il giudice può pronunziare la decadenza dalla responsabilità genitoriale quando il genitore viola o trascura i doveri ad essa inerenti o abusa dei relativi poteri con grave pregiudizio del figlio”). Il tribunale presieduto da Francesco Micela ha già avviato i procedimenti, che prevedono una complessa istruttoria, anche l’audizione dei genitori e in alcuni casi dei minori che hanno più di 12 anni. Intanto, è stato disposto che gli assistenti sociali attivino al più presto un “ servizio di educazione domiciliare”. Un’attività non certo facile per le strutture comunali spesso decimate da pensionamenti e tagli di risorse. E, poi, i bambini vivono all’interno di veri e propri clan familiari, alcuni sono anche imparentati con boss mafiosi. 

« Siamo di fronte a casi di estrema gravità » , ha detto ieri a Repubblica la procuratrice Caramanna, commentando la richiesta di decadenza della responsabilità genitoriale per sette bambini dello Sperone, i cui genitori sono stati arrestati nel blitz antidroga del 2 novembre. «Il nostro intervento non ha alcun carattere punitivo nei confronti delle famiglie — ha spiegato — anche perché non stigmatizziamo i genitori in quanto spacciatori o criminali: piuttosto, mettiamo in evidenza comportamenti concreti che possono compromettere, anche contrastare, la possibilità di un equilibrato sviluppo della personalità dei minori ed esporli a un concreto rischio di devianza » . L’obiettivo è ben definito: «Offrire ai minori una seria alternativa educativa e culturale ed evitare il rischio che la crescita venga compromessa». 

Sono già partite anche le richieste alle scuole, i magistrati vogliono definire un quadro completo della situazione dei bambini. Per la vicenda Sperone, la procura ha sollecitato pure un intervento immediato, il trasferimento in comunità: alcuni minori sono stati infatti affidati a nonni e zii dopo l’arresto dei genitori, ma anche loro sono pregiudicati o risultano avere relazioni pesanti con il contesto criminale del quartiere. 

Le richieste della procura per iminorenni hanno già aperto una nuova fase a Palermo nel delicato percorso di tutela dei minori. Sulla scia del protocollo “ Liberi di scegliere” sperimentato a Reggio Calabria dal giudice Roberto Di Bella, oggi presidente del tribunale per i minorenni di Catania. E pure a Palermo si valutano situazioni di minori figli di mafiosi. L’obiettivo resta sempre lo stesso: offrire ai ragazzi delle possibili alternative, soprattutto per evitare che i figli prendano il posto dei padri criminali. 

Al termine dei procedimenti, i minori potrebbero essere allontanati definitivamente dai genitori, affidati a parenti lontani o ad altre famiglie. La speranza è che si mobilitino le madri, proprio come accaduto a Reggio: dopo i primi provvedimenti, alcune donne si sono rivolte direttamente al tribunale, hanno chiesto di essere aiutate a portare i figli lontano dal contesto criminale. 

La Repubblica Palermo, 28/11/2021

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