mercoledì, marzo 31, 2021

FRATE CLEMENTE E LO ZIO ROSARIO CHE NON TORNÒ DALLA RUSSIA...

Per “Mosaico di storie corleonesi” un nuovo racconto verità 

di GIOVANNI PERRINO

Al capezzale della nonna che da giorni rifiutava il cibo e sembrava dormisse, dopo che il medico aveva arricciato il naso facendo capire che la fine era vicina, i figli chiamarono il prete.

Appena, aperto il libro nero, il sant’uomo cominciò a leggere il salmo della buona morte, la nonna, sentendo la cantilena, aprì gli occhi per capire chi rompeva il silenzio della stanza. Poi li richiuse e sembrò assopirsi. Dopo avere affidato a Dio l’anima e avere benedetto il corpo, mia nonna si risvegliò e fece cenno di voler parlare. Il parroco si protese sollecito ad ascoltare la morente che, con voce roca e farfugliante, disse con chiarezza “ sei un cornuto ”.

Le zie con imbarazzo convennero che la poverina era davvero agli sgoccioli e accompagnarono alla porta il sacerdote. In realtà le relazioni con il parroco erano deteriorate da anni, da quando mia nonna, arrabbiatissima per le insistenze del prete a far celebrare messe per il figlio disperso in Russia, lo mandò via urlando: “Niente Messe! Le messe si dicono solo ai morti e mio figlio è solo stato dichiarato disperso. Io non chiedo neanche la pensione di guerra perché mio figlio non è un Caduto come vogliono farmi credere il 4 Novembre. Appena Rosario torna faremo una grande festa, altro che messe, la verità è che voi preti cercate solo soldi!”.

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