martedì, gennaio 16, 2024

UN ANNO FA LA CATTURA DEL SUPERLATITANTE. Parmigiano, il Grezzo “W” e il Politico. Caccia ai complici di Messina Denaro


di Salvo Palazzolo

Uno lo chiamava Parmigiano nei pizzini, un altro W. Altri erano i Gatti. Poi c’era il Politico, il nome gli fu passato da Bernardo Provenzano tanti anni fa. E, ancora, Reparto, Ciliegia, Stazzunara, Grezzo, Complicato. Sono ancora tanti i misteriosi complici di Matteo Messina Denaro, l’ha ammesso lui stesso nel primo interrogatorio davanti ai magistrati che l’avevano arrestato: « Non è nella mia cultura accusare, ci sono persone che mi hanno aiutato». 
Un anno dopo il suo arresto è questo il principale impegno per la procura diretta da Maurizio de Lucia e per i carabinieri del Ros, dare un nome e un volto agli insospettabili che negli ultimi trent’anni hanno favorito la latitanza del padrino delle stragi, i suoi affari e la gestione del patrimonio mai sequestrato. Un lavoro complesso, che però ha già dato i suoi frutti: un mese e mezzo dopo l’arresto della primula rossa, nel marzo scorso, è finita in carcere sua sorella, Rosalia Messina Denaro, nome in codice Fragolone. Chissà chi è Fragolina, anche lei segnata nei pizzini. Blu oppure Venesia era invece Laura Bonafede, l’amante, anche lei custode di tanti segreti. Tany, la figlia della donna, è stata arrestata un mese fa. Diletta era invece Lorenza Lanceri, la vivandiera. 


Imprenditori bancomat 
Ma mancano ancora tanti nomi alla lista dei complici emersa dalla lettura dei pizzini, quelli trovati nel covo di Campobello di Mazara e quelli vecchi. Ogni nome ha una storia. Prendete “ Parmigiano”, che dava tanti soldi al superlatitante, compariva già in alcuni biglietti ritrovati nel 1996. Allora, Rosalia Messina Denaro scriveva al fratello: « Ti mando una borsa di Parmigiano, non so cosa c’è dentro » . Più, di recente, invece, era il padrino a scrivere a Fragolone: « Ti devi incontrare col parmigiano, solo una volta però e gli chiedi». Il boss aveva bisogno di 40 mila euro. 
Altri soldi aveva avuto da W, anche questo soprannome era nei pizzini del 1996, sequestrati dai carabinieri in provincia di Trapani, a un postino dei Messina Denaro: «W per ora non c’è, è andato a fare una gara al Nord». Una gara sportiva o una gara d’appalto? E Parmigiano è un riferimento a qualcuno che ha un’impresa di formaggi? Oppure a un imprenditore originario della provincia di Parma? O magari è un imprenditore che ha lavorato nei subappalti dellametanizzazione in provincia di Trapani, che tanti anni fa fu realizzata anche da una ditta di Parma? Più semplicemente, potrebbe essere uno dei tanti imprenditori che hanno fatto da bancomat al padrino nei suoi 30 anni di latitanza, uno che periodicamente assicura la “ grana”, non il formaggio padano, ma i soldi. L’ennesimo giallo attorno all’ultimo dei Corleonesi, il pupillo di Salvatore Riina, morto il 25 settembre del 2023. 
Il nome in eredità 
Nei pizzini, faceva riferimento pure a Ikea, al Drogato, a Merlona, Solimano, Panzione, A3B. E poi ancora alla sorella Rosaliascriveva dei Gatti: «Aspetta che si muovano loro » , annotava in un altro pizzino. Chissà chi sono. Il soprannome Politico era invece citato nella corrispondenza trovata dalla polizia nel covo di Bernardo Provenzano, al momento del suo arresto, l’11 aprile 2006, a Montagna dei Cavalli. «Per il nome del politico lo scriva a parte — diceva Messina Denaro, che si firmava Alessio — e lo fa avere al numero 121, poi sarà 121 a dire a me » . Un mese dopo, un altro biglietto: « Ho ricevuto il nome del politico » . Il mistero lo conosce probabilmente anche “ 121”, il fidato postino, il cognato prediletto di Matteo, Filippo Guttadauro, ilmarito di Rosalia, oggi recluso in una casa di lavoro dopo avere scontato una lunga condanna. Chissà chi era il politico lasciato in eredità. 
Un mistero dietro l’altro. Il 18 maggio del 2022, Rosalia Messina Denaro andò nella sua casa di campagna, in contrada Strasatto- Paratore: «Appariva in evidente stato di apprensione » , scrivono gli investigatori del Ros in un’informativa alla procura. Stava aspettando qualcuno? In campagna tornò il giorno dopo. « Ma facendo un percorso diverso » , annotano i carabinieri. « Dal 17 al 20 è stata impegnata in qualcosa di insolito». 
La strada della ferrovia 
Oggi, alla luce dei pizzini ritrovati, si può ipotizzare che la donna aspettasse qualcuno. « Non perdere i contatti — gli aveva scritto il fratello nei mesi precedenti, spiegando il sistema degli appuntamenti — se non succede al primo colpo ti fermi per i giorni a seguire per mezz’ora all’orario che sai, fino a quando non si farà il tutto » . Il 24 maggio, all’improvviso, arrivò un altro pizzino: « Purtroppo è andato tutto a scatafascio, la ferrovia non è praticabile, è piena » . Lungo quelle strade c’erano delle telecamere. Come aveva fatto il boss a saperlo? Fra i nomi in codice si nasconde pure un’insospettabile talpa? È il mistero più grande. Per certo, dopo un dato momento, Messina Denaro scriveva alla sorella di guardarsi attorno. «Quando si tratta di telecamere ci deve essere nella cassetta necessariamente un buco, è nella direzione dove vogliono guardare. Senza buco non può mai essere telecamera. Ci sono tante cassette senza buco, che le montano nei pressi delle case dove montano microspie e telecamere, queste cassette si chiamano “ cassette di rilancio del segnale” » . Indicazioni precise, sapeva che c’erano microspie e telecamere a casa della sorella? Chi aveva dato tutte quelle indicazioni così precise? Sono i misteridi Messina Denaro. 

La Repubblica Palermo, 16/1/24

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