martedì, agosto 29, 2023

Oggi a Palermo le celebrazioni con Addiopizzo del 32° anniversario dell’omicidio di Libero Grassi


Fabio Geraci

Nel giorno del 32° anniversario dell’omicidio di Libero Grassi, l’imprenditore ucciso da Cosa nostra in via Vittorio Alfieri il 29 agosto del 1991 per essersi ribellato - in un clima di totale isolamento - ai propri estorsori, l’associazione Addiopizzo lancia un monito nei confronti di quanti si girano dall’altra parte .

«Molte delle estorsioni si generano non tanto da intimidazioni ma da relazioni di convenienza e connivenza - ha sottolineato Daniele Marannano di Addiopizzo -. Una dinamica che c'è sempre stata ma che oggi è dominante. Rispetto a questo tema, e più in generale al coinvolgimento di imprenditori edili a denunciare, serve l'impegno delle associazioni di categoria degli edili e anche dei sindacati dato che gli operai e i capocantieri sono coloro che fisicamente ricevono le richieste».

Negli ultimi mesi Addiopizzo ha accompagnato diversi edili e operai a denunciare. «I processi degli ultimi due decenni - continua Marannano - ci raccontano anche le storie di diverse centinaia di commercianti e imprenditori che hanno maturato la forza e il coraggio di opporsi al racket delle estorsioni, senza, peraltro, dover ricorrere al clamore mediatico a cui fu, suo malgrado, costretto Libero Grassi. Tuttavia il fenomeno resta presente e molte delle estorsioni più che generarsi da un contesto di intimidazione ambientale e di paura, costituiscono il prezzo di relazioni di convenienza e di connivenza tra operatori economici che pagano e non denunciano la mafia. Per tutto questo riteniamo che i tempi siano maturi per ridefinire l'analisi e aggiornare la narrazione».

Qualche mese prima dell’agguato, il 10 gennaio, Grassi aveva inviato una lettera al Giornale di Sicilia, indirizzata al «caro estortore» per chiedergli di «risparmiare telefonate dal tono minaccioso e le spese per l’acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia», invocando così un cambio di passo culturale e sociale in città contro il giogo economico imposto dai clan. Una presa di posizione che gli costò la vita.

Per oggi Addiopizzo e la famiglia dell’uomo diventato il simbolo della ribellione ai boss, hanno promosso una serie di iniziative in suo ricordo e della moglie Pina Maisano. Le manifestazioni si apriranno alle 7.45, in via Alfieri, nella stessa ora e luogo del delitto in cui ogni anno la famiglia Grassi affigge il manifesto che rievoca le condizioni di isolamento e di solitudine in cui maturò l’omicidio.

Nel pomeriggio, alle 15.30, sarà la volta del l’ottava edizione del progetto Vela per l’inclusione sociale: i bambini della Kalsa e del Cep, assieme agli educatori di Addiopizzo, di Alfredo Chiodi, nipote di Grassi, e del centro aggregativo San Giovanni Apostolo, saliranno a bordo delle imbarcazioni dei soci della Lega navale italiana, tra cui Azimut, la barca a vela a due alberi di oltre 12 metri, sequestrata dalla Guardia di Finanza in seguito a una operazione di lotta all’immigrazione clandestina.

Alle 19, all’Ecomuseo Mare Memoria Viva di via Messina Marine, l’associazione Parco Libero promuoverà un dibattito sull’area intitolata a Libero Grassi ad Acqua dei Corsari, che da troppi anni versa in stato di abbandono e degrado: sono previsti gli interventi dei figli dell’imprenditore, Davide e Alice Grassi e del presidente dell’Ordine degli Architetti, Iano Monaco.

GdS, 29/8/23

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