giovedì, agosto 03, 2023

La Cgil in campo: «Il governo aumenta poveri e precari»


EMANUELE DI NICOLA

Dopo la cancellazione del Reddito di cittadinanza, il sindacato avvia la campagna: "La povertà non è una colpa, garantire a tutti una vita dignitosa". Nelle sedi tutte le informazioni per accedere alle nuove misure. Con la conversione in legge del decreto lavoro, il governo ha cancellato definitivamente il Reddito di cittadinanza a partire dal 1° agosto. 

Così decine di migliaia di famiglie vengono lasciate in condizioni di povertà. Per questo la Cgil ha inaugurato la campagna dal titolo "Il governo fa cassa sulla povertà", composta di materiale informativo, volantini, spiegazioni e soprattutto consulti e aiuto per chi si trova all'improvviso senza copertura. Nelle sedi Cgil, infatti, sarà possibile ottenere assistenza sulle nuove misure e in particolare sull'Assegno di inclusione (qui tutti i materiali). 

Escluse 800 mila persone 

L'esecutivo ha scelto di abolire il Reddito di cittadinanza, spiega il sindacato, "strumento universale di contrasto alla povertà, dividendo la popolazione in condizioni di difficoltà economica e disagio tra chi potrà ricevere un sostegno e chi no, in base a criteri discutibili e a prescindere dalle reali condizioni economiche delle persone".

I numeri sono chiari: 500 mila famiglie, oltre 800 mila persone, in condizione di bisogno che percepiscono il Reddito saranno escluse dal nuovo sostegno e lasciate sole. In altri termini, "si abbandona una misura di welfare universale per introdurre una misura categoriale – l’Assegno di Inclusione - con cui si decide di dividere chi sostenere nella difficoltà e chi no, in base allo stato di famiglia e non in base alla sua situazione economica".

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Perché accade questo? Secondo la Confederazione è tutta questione di risparmio: "Il governo fa cassa sulla povertà, tagliando 2,7 miliardi di euro finora destinati alle famiglie in difficoltà".

Le nuove misure per fare cassa 

Nello specifico, chi dal mese di agosto perderà il Reddito potrà, a certe condizioni, chiedere dal 1° settembre 2023 il Supporto per la Formazione e il lavoro, ricevendo un contributo economico fisso e limitato nel tempo. Ci sarà poi chi continuerà a ricevere il Rdc fino a dicembre e potrà chiedere dal 1° gennaio 2024 la nuova misura, l'Assegno di inclusione, ricevendo un sostegno economico.

Tornando all'analisi dei fatti, il sindacato riassume il senso delle ultime misure. Così facendo il governo esclude oltre 800 mila persone dalla nuova misura privandole di ogni sostegno nonostante la loro condizione di difficoltà e disagio; penalizza le famiglie numerose; aumenta la precarietà e il lavoro povero costringendo migliaia di lavoratori ad accettare qualsiasi offerta di lavoro. Inoltre dalla "svolta" risultano incentivate le imprese, confermando l’impostazione premiante nei confronti di chi assume e degli enti privati che svolgono attività di intermediazione. Allo stesso tempo viene ridotto il ruolo del sistema pubblico nella presa in carico delle persone, allargando la partecipazione dei soggetti accreditati - cioè privati - nella predisposizione dei percorsi di inclusione.


La povertà non è una colpa 

"La povertà non è una colpa", afferma l'organizzazione. A tutte le persone in difficoltà "deve essere garantito un reddito minimo per avere una vita dignitosa. La misura di sostegno alla povertà deve essere commisurata alla numerosità delle famiglie, non alla presunta occupabilità dei componenti".

Inoltre, si legge nel volantino diffuso nei luoghi di lavoro, "servono politiche ed investimenti sulla crescita della domanda di lavoro di qualità; la precarietà deve essere cancellata, non incentivata rendendo le persone disposte a tutto pur di sopravvivere; deve essere restituita centralità ai servizi pubblici, a partire dal potenziamento dei servizi sociali dei Comuni e dei Centri per l’Impiego, per garantire una presa in carico multidimensionale delle persone e delle famiglie in difficoltà e promuoverne l’inclusione sociale e lavorativa".

Cgil: proroga fino alla fine del 2023 

La Cgil ha chiesto di prorogare l'erogazione del Reddito di cittadinanza almeno fino a fine anno. "Deludente l'assenza di concrete risposte da parte della ministra Calderone. Ribadiamo con forza la nostra richiesta di prorogare almeno fino al termine del 2023 il Reddito di cittadinanza, unico strumento universale di contrasto alla povertà, affinché nessuno venga lasciato solo". Così in una nota la segretaria confederale Daniela Barbaresi, commentando il question time della ministra alla Camera.

Landini: non sono in grado di creare lavoro 

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, aveva lanciato l'allarme proprio in occasione del 1° agosto, la data fatidica in cui il Reddito di cittadinanza è decaduto. "Il governo fa cassa sui più poveri - così in un'intervista a Metropolis -: è la conferma che questa è un'operazione di cassa. Stiamo parlando di persone che appunto sono povere: non hanno preparato nulla e oggi si dimostra che non sono nemmeno in grado di offrire una opportunità di lavoro". Insomma "scaricano sui Comuni e stanno raccontando delle balle".

In tutto questo, il confronto tra esecutivo e sindacati non esiste: "Il governo ad oggi non ha avviato e non sta accettando nessun confronto con le organizzazioni sindacali. Sono tavoli finti quelli messi in campo: i tavoli sono talmente finti che con noi non stanno discutendo", ha aggiunto Landini.

Da parte sua, la Cgil si impegna ad assistere tutti coloro che possono accedere alle nuove misure, invitando a consultare il sito ufficiale e rivolgersi alle sue strutture.

I MATERIALI DELLA CAMPAGNA CGIL

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