sabato, marzo 09, 2024

L’INTERVISTA. Calogero Guzzetta (Cgil): “Rischio autonomia differenziata anche per l’energia elettrica”

Calogero Guzzetta

Assegnare interventi delicati a ditte esterne è pericoloso sul fronte della sicurezza sul lavoro
 

«Nel 2030 scade la concessione per la gestione della rete di distribuzione elettrica, nel 2025 si devono già presentare le disponibilità a partecipare alle gare. Questo piano di Enel lascia intendere che l’azienda non vuole più gestire la distribuzione di energia in Italia». Calogero Guzzetta, segretario generale della Filctem Cgil di Palermo ha appena finito di incontrare il capo del personale Enel con gli altri sindacalisti e non nasconde la preoccupazione per il futuro. 
Avete parlato di autonomia differenziata dell’energia, in che senso? 


«Le nuove norme stabiliscono che ogni società non può gestire più del 25% della rete elettrica. Se si lega questo al fatto che l’energia è fra le materie inserite nel ddl dell’autonomia differenziata è chiaro che si va a una regionalizzazione del servizio. Da far tremare i polsi se pensiamo a quello che è successo in Sicilia l’anno scorso. I tecnici Enel hanno lavorato giorno e notte per settimane. Immagini cosa accadrà con le ditte esterne». 
Cosa vuole esternalizzare l’azienda? 
«Intanto hanno bloccato gli investimenti sulle rinnovabili, nella produzione hanno tagliato da 5 a 2,5 miliardi di euro gli investimenti in Italia, le assunzioni previste sono state bloccate come straordinari e trasferte e questo significa un peggioramento del servizio ai cittadini. Poi c’è l’esternalizzazione delle cosiddette “manovre”, cioè gli interventi di manutenzione e riparazione delle cabine. Un lavoro delicato: darlo alle ditte esterne non significa soltanto il rischio di esuberi fra i dipendenti Enel ma soprattutto un enorme pericolo sul fronte della sicurezza sul lavoro. I lavoratori Enel hanno una formazione di anni, non si può trovare la stessa preparazione in altre piccole aziende». 
Enel parla di necessità di risanare 
i conti. 

«Prima di Cattaneo c’erano debiti per 63 miliardi dovuti ad operazioni fatte all’estero. Adesso si vuole ridurre quel debito incidendo su straordinari e voci salariali dei dipendenti che valgono appena l’8% del fatturato». 
In Sicilia Enel aveva promesso a Schifani grandi investimenti, si faranno? 
«Si è fermato tutto. Solo nel settore idroelettrico era previsto un progetto di un bacino idrico a valle della centrale di Guadalami a Piano di Campo, fra Piana degli Albanesi e San Giuseppe Jato che avrebbe prodotto 500 Megawatt di energia all’anno, da soli avrebbero alimentato mezza Sicilia ma tutto si è fermato. Stanno anche vendendo i gruppi di produzione delle centrali termoelettriche. A Termini Imerese sono stati da poco realizzati due nuovi gruppi di produzione, realizzati dalla General Electric. Hanno già venduto il 49% di questi impianti a una società lussemburghese. Una follia perché questi gruppi assicurano guadagno continuo anche quando non sono in attività perché sono pronti a intervenire su richiesta di Terna. Enel rinuncia a un guadagno continuo nel tempo per fare cassa». 
Venderanno pure 3Sun di Catania? 
«I miei colleghi etnei hanno notizie che fanno pensare proprio di sì, stanno vendendo tutto». 
Tutto questo peserà anche sul servizio ai cittadini? 
«Non c’è dubbio, vogliono tagliare straordinari e trasferte basta vedere cosa sta accadendo in questi giorni. I lavoratori sono in stato di agitazione, quindi non fanno straordinari e trasferte. Qualche giorno fa è stato difficoltoso riallacciare l’energia elettrica a un ospedale, la riparazione guasti avviene con ritardo. Questo diventerebbe la normalità». – g.a.

 La Repubblica Palermo, 9 marzo 2024

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