giovedì, marzo 07, 2024

LA CERIMONIA. Ustica ricorda il confino e dedica una scuola a Gramsci: “Fece lezioni ai compagni”


Il leader comunista fu mandato nell’isola dal regime di Mussolini. “ Un omaggio alla memoria antifascista”

di Eleonora Lombardo 

«La storia insegna, ma non ha scolari » , è la famosa frase con cui Antonio Gramsci ha sintetizzato l’importanza della memoria per non ripetere gli stessi errori, ma da oggi ci sono dei giovani studenti che della sua lezione e del suo impegno civile non potranno più scordarsi. È stato infatti intitolato a Gramsci il plesso per l’infanzia della scuola Ics “Saveria Profeta” di Ustica, l’isola nella quale il deputato comunista al Parlamento, capo dell’opposizione, sbarcò il 7 dicembre del 1926 dopo la condanna al confino. 


«È un dovuto riconoscimento alla memoria antifascista del Paese. — dice Giusto Catania, da due anni preside della scuola di Ustica — Gramsci, uno dei più importanti intellettuali italiani, era colpevole di essere antifascista. A Ustica fino a ieri c’era solo una targa che ricorda la casa dove ha vissuto, ma nessun atto di riconoscimento in un luogo pubblico. Intitolare proprio una scuola è importante perché Gramsci qui creò la scuola per i confinati alla quale partecipavano anche i cittadini: lui insegnava storia e linguistica». 
Dei 44 giorni di confino sull’isola restano numerosi racconti, il reportage di Giuliana Saladino del 1967 sulle pagine de L’Ora e alcune delle lettere che lo stesso Gramsci scriveva soprattutto alla cognata per dare notizie sulla sua vita che tranquillizzassero la famiglia, nelle quali raccontava le cose di ogni giorno e i termini della prigionia come l’obbligo di non uscire prima dell’alba e di rincasare entro le 8 di sera senza allontanarsi dall’abitato oltre le cinque del pomeriggio. Nella lettera datata 21 dicembre, indirizzata a un amico, scriveva: «Siamo ad Ustica in 30 confinati politici: abbiamo già iniziato tutta una serie di corsi, elementari e di cultura generale, per i diversi gruppi di confinati; inizieremo anche delle serie di conferenze: Bordiga dirige la sezione scientifica, io la sezione storico-letteraria. Speriamo così di trascorrere il tempo senza abbrutirci e giovando agli altri amici, che rappresentano tutta la gamma dei partiti e della preparazione culturale. Ci sono 3 o 4 analfabeti o quasi; il resto ha una preparazione diversa ma con una media generale molto bassa. Tutti però sono contenti di avere la scuola, che è frequentata con grande assiduità e diligenza». 
Gramsci non verrà mai scarcerato e morirà in una clinica di Roma nel 1937 a causa di un’emorragia cerebrale, il pubblico ministero che lo incriminò concluse la sua requisitoria dicendo: « Per vent’anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare». Ed ecco perché diventa particolarmente significativo che la sua memoria circoli tra gli studenti e nelle scuole dove proprio i cervelli devono imparare a funzionare in libertà. 
« Doppiamente importante che sia stata scelta proprio la scuola per l’infanzia. — aggiunge Catania — Gramsci è autore di fiabe per bambini, le scriveva a distanza per i suoi figli. È significativo ricordare il legame tra Gramsci e l’infanzia, e sebbene a Ustica non resti memoria viva dell’intellettuale, il Centro studi sta facendo un lavoro straordinario per continuare la ricerca». 
Il 4 maggio la cerimonia di intitolazione a Ustica e un seminario suGramsci, il confino e la scuola. 

La Repubblica Palermo, 7 marzo 2024

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