mercoledì, marzo 20, 2024

Domani a Roma la XXIX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie


La Giornata Nazionale della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie giunge alla sua ventinovesima edizione: un periodo lungo che ha reso protagonista una vasta rete di associazioni, scuole, realtà sociali, enti locali, in un percorso di continuo cambiamento dei nostri territori, nel segno del noi, nel segno di Libera. La Giornata è riconosciuta ufficialmente dallo Stato, attraverso la legge n. 20 dell’8 marzo 2017.

Il 21 marzo è Memoria, memoria di tutte le vittime innocenti delle mafie. Persone, rese vittime dalla violenza mafiosa, che rappresentano storie, scelte e impegno. Lo stesso impegno che viene portato avanti dalle centinaia di familiari che camminano con Libera e che ne costituiscono il nucleo più profondo ed essenziale, nella continua ricerca di verità e giustizia.

PROGRAMMA 21 MARZO

h. 8.30 Ritrovo e concentramento in piazza Esquilino 
h. 9.00 Partenza del corteo
h. 10.30 Arrivo del corteo al Circo Massimo e a seguire saluti di Roberto Montà presidente di Avviso Pubblico
h. 10:45 Lettura dei nomi delle vittime delle mafie dal palco (oltre 1000 nomi)
h 11.45 Intervento conclusivo di Luigi Ciotti
Dalle 14.30 alle 17.00 Seminari di approfondimento

Elenco seminari e modalità di iscrizione

Nomi da non dimenticare- 21 marzo 2024

L'edizione 2024. Perché a Roma

Consci della forza criminali e forti della ricchezza di questi percorsi di alternativa, saremo a Roma per riaccendere i riflettori sulla presenza della criminalità organizzata nella Capitale e nel Lazio e per combattere la pericolosa e sempre più dilagante normalizzazione dei fenomeni mafiosi e corruttivi. Cammineremo, come ogni anno, al fianco dei familiari delle vittime innocenti, per sostenere le loro istanze di giustizia e verità, per rinnovare la memoria collettiva e manifestare insieme a loro il nostro impegno per il bene comune.

“Roma città libera” è uno slogan che evoca il capolavoro del neorealismo “Roma città aperta”: un’opera d’arte che parla di resistenza e della lotta per la libertà. A ottant’anni dalla liberazione dell'occupazione  nazi-fascista, oggi Roma deve nuovamente aprirsi e liberarsi.

I “cento passi” verso e dopo il 21 marzo, avranno lo scopo di raggiungere i centri e le periferie in cui la criminalità assume forme differenziate, per ribadire che Roma può e dev’essere una città LIBERA, capitale di un’Italia che dev’essere liberata da mafie e corruzione.


DOCUMENTO COMPLETO

XXIX Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie - 21 Marzo 2024 Roma città libera

  La Giornata Nazionale della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie giunge alla sua ventinovesima edizione: un periodo lungo che ha reso protagonista una vasta rete di associazioni, scuole, realtà sociali, enti locali, in un percorso di continuo cambiamento dei nostri territori, nel segno del noi, nel segno di Libera. La Giornata è riconosciuta ufficialmente dallo Stato, attraverso la legge n. 20 dell’8 marzo 2017. Da allora molta strada è stata fatta. Innumerevoli sono state le iniziative, i percorsi proposti e realizzati: beni confiscati, memoria, educazione alla corresponsabilità, campi di formazione e impegno, accompagnamento delle vittime e di coloro che hanno scelto di allontanarsi dal contesto mafioso, formazione scolastica e universitaria, solo alcuni degli snodi più importanti dell’impegno collettivo di questo trentennio.

 Il 21 marzo è Memoria, memoria di tutte le vittime innocenti delle mafie. Persone, rese vittime dalla violenza mafiosa, che rappresentano storie, scelte e impegno. Lo stesso impegno che viene portato avanti dalle centinaia di familiari che camminano con Libera e che ne costituiscono il nucleo più profondo ed essenziale, nella continua ricerca di verità e giustizia.

 Spesso i familiari delle vittime innocenti delle mafie avvertono assenza e sottovalutazione. L’assenza di una politica concentrata su tatticismi di palazzo e incapace di generare politiche volte al bene comune, stando nelle strade e incontrando i bisogni delle persone. Sottovalutazione rispetto alla violenza di cui sono capaci le mafie, in modo eclatante e silente, che può diventare una colpevole superficialità capace di generare la normalizzazione del fenomeno mafioso e criminale.

 Dobbiamo rimettere al centro il sacrificio delle vittime innocenti e di quanti oggi subiscono la violenza mafiosa e non hanno ancora trovato la forza di ribellarsi. Per loro e per costruire un futuro libero, saremo con la nostra presenza in piazza il 21 marzo a Roma.

 A Roma, dove alla presenza del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, si è svolta nel 1996 la prima edizione della Giornata, in piazza del Campidoglio. Qui fu letto il primo elenco delle vittime innocenti, sapientemente redatto grazie alla tenacia e alla pazienza di Saveria Antiochia.

 Roma ha accolto la giornata nel 2005, quando un’importante manifestazione portò migliaia di persone allo stadio Flaminio. E poi nel 2014, quando il 20 marzo i familiari furono accolti da Papa Francesco, prima della manifestazione nazionale svolta a Latina. E infine nel 2021, durante le restrizioni pandemiche, quando l’Auditorium Parco della Musica è stato teatro di

 una manifestazione ristretta ma densa di emozioni.


 Perché a Roma

 ● “Su Roma l’importante è fare i soldi, i morti non li vuole nessuno. Roma è una macina di soldi, una banca di soldi per tutti i gruppi criminali, quindi si sa benissimo che i morti meno se ne fanno o se non se ne fanno per niente è la miglior cosa”,

parole di un collaboratore di giustizia durante il processo Gramigna spiega la coesistenza delle mafie a Roma e il loro modus operandi. Lo scenario attuale della Capitale è di per sé molto complesso. Così come nel resto del Lazio, soprattutto per quanto riguarda l’intero litorale laziale. Esiste infatti una tassonomia criminale peculiare che racchiude al suo interno una pluralità di paradigmi molto diversi tra loro. L'incidenza delle organizzazioni mafiose tradizionali è molto forte ed in continua evoluzione. Oltre alla loro presenza, a Roma e nel Lazio, vi è anche quella delle cosiddette mafie autoctone, che sono di origine esclusivamente locale. Queste ultime non devono essere considerate inferiori di importanza rispetto alle mafie tradizionali, in quanto esiste un vero e proprio rapporto paritario, negli affari e nei traffici illeciti. Sono inoltre presenti organizzazioni criminali non mafiose che adottano comportamenti mafiosi soprattutto nelle risoluzioni delle controversie e nel controllo militare del territorio e sono dedite al narcotraffico. Non meno rilevante infine è la presenza di mafie straniere tra cui quella nigeriana e cinese che si aggiungono alle organizzazioni albanesi di cui si evidenzia negli ultimi anni un notevole salto di qualità nello scenario criminale romano. Il punto in comune che hanno tutte le organizzazioni appena descritte è la loro compresenza nell’economia legale e illegale della Capitale, grazie ad un passaggio da un modello di permeazione parassitario ad uno simbiotico. Il loro modus operandi, unito all’assenza di un’organizzazione criminale dominante, è il fattore chiave che permette a queste associazioni di crescere e potenziarsi, perseguendo il loro obiettivo di inserirsi nel tessuto sociale ed economico della

  Capitale.

 ● Roma offre agli occhi delle organizzazioni criminali un mercato ideale per ogni sorta di

 investimento legale e illegale. L’estensione del territorio, l’ampio numero di imprese

 che operano nella città, la vicinanza con le Istituzioni, sono alcune delle variabili che la rendono un mercato unico in termini di convenienza. Il territorio capitolino presenta peculiarità anche storiche che lo differenziano dagli altri luoghi di proiezione delle mafie nel centro-nord. Per decenni è stata terra di investimento privilegiato. In un contesto economico così ampio e variegato, in cui operano già altre “imprese criminali” che commettono diversi reati di natura economica, i capitali mafiosi possono muoversi, mescolandosi e confondendosi, con minore probabilità di venire rintracciati. La scelta delle cosche di investire a Roma e nel Lazio viene privilegiata innanzitutto per la facilità di mimetizzazione degli investimenti in un territorio particolarmente vasto e caratterizzato dalla presenza di numerosi esercizi commerciali nonché di attività imprenditoriali, società finanziarie e di intermediazione e di immobili di pregio. Roma e il Lazio sono viste dalle mafie come una grande lavanderia dove ripulire proventi illeciti con le forme classiche del riciclaggio, impoverendo e drogando l’economia sana. I soldi  guadagnati con la droga o con altre attività illecite o criminali sono immessi nell’economia legale nel tentativo di riciclarli, di nascondere e far disperdere la loro origine. Uno dei problemi essenziali che hanno i clan è trasformare in soldi legali i capitali mafiosi. Il riciclaggio diventa così l’attività mafiosa più importante nelle regioni del centro-nord così come l’acquisizione di attività commerciali, di imprese, di immobili. È una ragnatela che sta avvolgendo intere zone e di cui è difficile accorgersi. L’infiltrazione tocca inoltre tutti i principali settori dell’economia laziale, indirizzandosi

 in maniera particolare verso alberghi e ristorazione, commercio, immobiliare e costruzioni così come il gioco d’azzardo, i rifiuti, gli stabilimenti balneari e gli appalti pubblici nel settore dei servizi. Così i boss e i capi clan guardano alla città come la sede privilegiata per le loro attività, soprattutto legali. In questo mercato sempre molto dinamico, in cui vengono commessi diversi tipi di reati finanziari al giorno, si crea l’habitat favorevole allo sviluppo di attività criminali originali che altrove sarebbero rischiose e meno proficue. Dentro questa continua iniezione di denaro, si attivano sia le mafie tradizionali che le mafie autoctone e i gruppi di narcomafie che operano nelle

 periferie della città.

 ● Proprio partendo dall’osservazione del contesto criminale romano, diventa cruciale

 rintracciare le modalità di arrivo e vendita delle sostanze stupefacenti a Roma,

  essendo il narcotraffico l’attività di maggior profitto per le organizzazioni criminali. Se focalizziamo la nostra attenzione sulla regione Lazio, nel 2022 sono state svolte il 17% delle operazioni antidroga totali. L’incremento di esse, volte al contrasto dei traffici illeciti, insieme ai notevoli quantitativi sequestrati, conferma l’espansione delle attività del narcotraffico; in secondo luogo sottolinea il ruolo strategico ricoperto della Capitale. Focalizzandoci sull’ultima relazione del dipartimento antidroga risulta fondamentale denotare come Roma sia il capoluogo italiano in cui si consuma più cocaina, con una media nel 2022 di 18,5 dosi al giorno nel 2022 per 1000 abitanti. L’organizzazione capillare e sistematica delle piazze e la coesistenza pacifica di gruppi criminali diversi all’interno delle medesime permette ai gruppi criminali di organizzare dei veri e propri supermercati a cielo aperto.

 ● Per alcuni giovani della Capitale, trovare un lavoro all’interno dell’economia formale

  non è facile. Questa marginalizzazione sociale causata da una molteplicità di fattori e accompagnata dalla frustrazione che ne consegue, può rendere molti ragazzi pronti a tutto pur di vivere una vita dignitosa. L’economia informale ha dato vita a forme di adeguamento e adattamento all’assenza dello Stato. Lo sfruttamento lavorativo e il caporalato, non solo nelle forme più note del settore agricolo, generano in tutta la regione ampie sacche di marginalità e di “lavoratori poveri”, ai quali è importante fornire strumenti di accompagnamento alla denuncia e alternative economico-sociali.

 ● Le operazioni finanziarie sospette riguardano principalmente le attività di riciclaggio connesse alla criminalità organizzata, alla corruzione e alle fattispecie di illeciti fiscali, spesso intrecciati tra loro. Il classico modello di aziende infiltrate allo scopo di riciclare i proventi illeciti è quello prevalente. Costituite ad hoc o acquisite tramite l’avvicinamento di imprenditori in difficoltà e il loro sostanziale “spossessamento”, controllate tramite prestanome e spesso tramite complessi sistemi societari, queste aziende subiscono frequenti cambi di assetti societari. È proprio sulla variazione degli assetti societari che si è soffermato una relazione del Ministero dell’Interno del maggio 2021 considerando questa variazione indice di mobilità criminale nell’economia italiana. In questa Relazione il Lazio, nel periodo marzo 2020 febbraio 2021, risulta la seconda regione dopo la Lombardia con 165.590 variazione degli assetti societari. La realizzazione di profitti non è l’obiettivo principale di questo modello aziendale, che pertanto è spesso caratterizzato da indici di profittabilità negativi e peggiori rispetto alle aziende pulite. L’Ufficio di informazione finanziaria della Banca d’Italia, restituisce dei dati allarmanti circa le segnalazioni sospette: nel 2022 Roma è stata la prima provincia in Italia con 17.068 su un totale nazionale di 155.426. Nel primo semestre 2023 è al secondo posto dopo Milano con 7.375 su un totale nazionale di 77.693. Guardando ai dati del Ministero dell’Interno del primo semestre 2023, Roma è al 7° posto per numero

 di interdittive antimafia. Raffinati strumenti finanziari, reati tributari e fiscali come la falsa fatturazione e un uso massiccio di prestanomi o società cartiere sono alcuni dei metodi utilizzati dalle organizzazioni criminali per guadagnare dalla crisi economica e avanzare nel mercato dell’economia legale. Un ultimo aspetto da considerare, per quel che riguarda la criminalità economica a Roma, riguarda il rapporto con il settore degli appalti pubblici. Le mafie cercano sempre più il contatto con strutture che praticano la corruzione in maniera organizzata. Questi sistemi corruttivi sono massicciamente presenti a Roma. Nel combinato disposto fra mafie e corruzione organizzata infatti possono nascere connubi piuttosto proficui per i bilanci delle mafie che finiscono per attingere a fondi pubblici, attraverso un rapporto esiziale con la pubblica amministrazione. Lo dimostrano anche le amministrazioni che sono oggetto di provvedimenti di scioglimento per infiltrazione mafiosa: Nettuno è l’unico comune, fuori dalle regioni cosiddette “tradizionali” a essere sciolto due volte: nel 2005 e oggi, congiuntamente ad Anzio. Mafia, illegalità, corruzione non sono sempre la stessa cosa, ma si alimentano a vicenda. Oggi, quando nel Lazio e nella nostra città stanno  arrivando miliardi di investimenti da PNRR e Giubileo, come ripetutamente hanno denunciato magistratura e forze dell’ordine, il rischio di una gestione mafiosa è altissimo.

 ● Un dato allarmante che riteniamo importante sottolineare è il numero di beni e aziende

 sequestrate e confiscate. Grazie all’attività investigativa degli ultimi anni, Il Lazio è la terza regione per gli immobili in gestione dopo Sicilia e Campania con 2.711 beni. Rispetto alle aziende sequestrate, secondo un recente rapporto di Infocamere il Lazio è in seconda posizione dopo la Campania con 2100, rappresentando il 16% del totale delle aziende sequestrate in Italia. Di queste aziende la gran parte sono chiuse perché in realtà “aziende finte” utilizzate soltanto come strumento di riciclaggio. Attualmente gestite dall’Amministrazione Giudiziarie sono 462 le aziende a Roma che sono attive sul mercato, circa il 14% delle aziende sequestrate operative in Italia. Altro dato significativo sono le 381 aziende confiscate a Roma gestite dall’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati che si aggiungono alle 226 aziende confiscate sempre Roma e vendute dall’ANBSC.

 ● Un tessuto sociale infiltrato dalle mafie, come dimostrano anche numerosi studi

 scientifici, perde in competitività, in sicurezza lavorativa, sociale, in democrazia e partecipazione, dunque in benessere e libertà personale e collettiva. In una parola perde i diritti, la dignità e la propria identità. Negli ultimi anni, le mafie a Roma hanno visibilmente derubricato i metodi criminali violenti, e hanno deciso di lavorare “sotto traccia”, mimetizzandosi, stabilendo una sorta di pax, costituendo anche alleanze e collaborazioni reciproche, realizzando vere e proprie holding imprenditoriali. Una fotografia dell’economia criminale che ci parla di una mafia liquida, camaleontica che, nel suo incessante processo di adattamento alla mutevolezza dei contesti, negli ultimi anni implementa le sue reti e capacità relazionali con i colletti bianchi sostituendo l’uso della violenza, sempre più residuale, con linee d’azione di silente infiltrazione nel nostro tessuto economico. Una faccia nascosta e velenosa della nostra economia che deve essere ben valutata e compresa nelle sue mosse quotidiane, per essere davvero e meglio contrastata. Il riciclaggio svolge una funzione inclusiva della criminalità organizzata nella vita sociale ed economica delle nostre comunità e realizza un perverso intreccio fra soggetti e risorse legali e illegali. Le mafie vedono convivere livelli meno evoluti, dediti ad attività delittuose legate al territorio e più esposte alle azioni di contrasto, con livelli più sofisticati con approccio di tipo affaristico per gestire i propri interessi illegittimi.

● Roma è al primo posto nella classifica delle province italiane, stilata nel Rapporto Ecomafia di Legambiente, per reati contro l'ambiente accertati da forze dell'ordine e Capitanerie di porto: nel 2022, ultimo dato disponibile, sono stati 1.315. Nel ciclo illegale dei rifiuti è seconda solo alla provincia di Napoli (con 288 illeciti penali) ed è al primo posto per quanto riguarda i reati contro la fauna e gli animali, ben 589. Una pressione, quella della criminalità ambientale, che investe tutto il Lazio, al quarto posto con 2.642 reati, dopo Campania, Puglia, Sicilia e prima della Calabria.

 ● La complessità dello scenario romano e laziale, al pari di altri territori del nostro Paese, condizionati da una presenza inabissata ma pervasiva delle mafie, offre una pluralità di storie e volti che raccontano la bellezza dell'impegno civile nel contrasto al potere dei clan. Queste realtà vivono grazie alla partecipazione quotidiana di cittadini e cittadine nella costruzione di contesti e comunità che hanno come principio fondante la giustizia sociale. Pensiamo alla vasta rete di soggetti del Terzo Settore i quali attivano percorsi di mutualismo sociale, risposte concrete ai bisogni primari di chi vive ai margini e che, oltre a garantire i diritti fondamentali delle persone, si impegnano a creare un’alternativa possibile alla criminalità organizzata, soprattutto per i più giovani.

  Un movimento che, dal centro alle periferie, anima positivamente gli spazi, dai beni comuni a quelli confiscati alle mafie, oggi destinati ad un riutilizzo sociale, con l’obiettivo di fornire servizi, sviluppare socialità e donare bellezza ai luoghi della Capitale. In tema di spazi, Roma è costellata da tanti luoghi di memoria. Si pensi, per citarne alcuni, ai murales di piazza Bologna, alla lapide all’ingresso della Casa del Jazz, alle vie dedicate alle vittime nel parco di via Nomentana, al parco Collina della Pace Peppino Impastato: luoghi uniti da un filo rosso che tiene insieme le vicende che hanno portato alla costruzione della nostra storia: la Resistenza al nazifascismo; il percorso dell’Italia verso la democrazia; gli anni del terrorismo e della violenza politica; la storia delle mafie e del riscatto del movimento antimafia; la memoria nei luoghi delle stragi, che vive nelle testimonianze dei familiari delle vittime innocenti, presenti ed attivi anche su questo territorio. Pensiamo ancora alle tante e tanti insegnanti, studenti e studentesse, che trasformano ogni giorno le loro scuole in presidi di cittadinanza responsabile e di partecipazione. Senza dimenticare, infine, il ruolo di enti ed istituzioni pubbliche: di quella buona politica che è parte attiva di questi percorsi.

 ● Roma è anche la sede delle istituzioni ecclesiastiche che hanno subito la violenza

  mafiosa (si pensi alle bombe di san Giovanni in Laterano e san Giorgio al Velabro) e che sono protagoniste in molti territori di percorsi di impegno, attraverso le parrocchie e le attività di base. Da Roma, lo scorso 28 luglio 2023, in occasione del trentennale delle bombe, si è levato forte il grido di una Chiesa, locale e pontificia, che reagisce e collabora per la memoria delle vittime innocenti e la costruzione di nuovi orizzonti di corresponsabilità.

 ● Roma, capitale e “casa” fisica e simbolica delle istituzioni Repubblicane: presidio dei

  valori di giustizia sociale iscritti nella nostra Costituzione, rappresenta la via maestra

 nel contrasto a mafie e corruzione.

 ● A Roma sta per aprire il primo percorso espositivo multimediale su mafie, antimafia e

 corruzione, all’interno di un bene confiscato. ExtraLibera prende vita negli spazi dell’ex Cinema Bologna, poi diventato sala bingo, e si propone di portare al centro la conoscenza dei traffici criminali attraverso il racconto delle storie delle vittime innocenti

  delle mafie. Uno spazio immersivo, che coinvolge il visitatore in un viaggio tra sapere, consapevolezza e azione. Nello stesso immobile, un archivio storico sui fenomeni criminali (cartaceo e digitale) è pronto ad accogliere i ricercatori che vogliano approfondire queste tematiche e gli studiosi che vogliano conferire materiale da

 consultare.

 Uno spazio che si propone di essere un epicentro del percorso che ci condurrà alla XXIX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle

 mafie.

 Consci della forza criminali e forti della ricchezza di questi percorsi di alternativa, saremo a Roma per riaccendere i riflettori sulla presenza della criminalità organizzata nella Capitale e nel Lazio e per combattere la pericolosa e sempre più dilagante normalizzazione dei fenomeni mafiosi e corruttivi. Cammineremo, come ogni anno, al fianco dei familiari delle vittime innocenti, per sostenere le loro istanze di giustizia e verità, per rinnovare la memoria collettiva e manifestare insieme a loro il nostro impegno per il bene comune.

 “Roma città libera” è uno slogan che evoca il capolavoro del neorealismo “Roma città aperta”: un’opera d’arte che parla di resistenza e della lotta per la libertà. A ottant’anni dalla liberazione dell’occupazione nazi-fascista, oggi Roma deve nuovamente aprirsi e liberarsi.

 Attraverso il percorso che ci condurrà al 21 marzo e negli esiti che la Giornata produrrà, affronteremo le problematiche che oggi rendono la città di Roma e tutta la sua area metropolitana, un feudo per criminalità organizzata di diverso tipo e corruzione sistemica. Lo faremo insieme alle migliaia di cittadini e cittadine e alle centinaia di realtà sociali, che quotidianamente si battono per vivere in un luogo in cui la cultura del diritto prevalga sulla cultura del privilegio e della sopraffazione.

 Roma città LIBERA dalle mafie

 Roma città LIBERA dalla corruzione

 Roma città LIBERA dal narcotraffico

 Roma città LIBERA dal traffico degli esseri umani

 Roma città LIBERA dai crimini ambientali

 Roma città LIBERA dai capitali illeciti

 Roma città LIBERA dall’indifferenza

 Roma città LIBERA dalla politica distante dal bene comune e dalla prossimità con i cittadini

 Roma città LIBERA dal lavoro nero e precario

 Roma cittá LIBERA e capace di Memoria...

 un elenco pressoché infinito, che chiediamo a tutt3 di aiutarci a completare attraverso iniziative pubbliche di coinvolgimento della cittadinanza e di dialogo con le istituzioni.

 I “cento passi” verso e dopo il 21 marzo, avranno lo scopo di raggiungere i centri e le periferie in cui la criminalità assume forme differenziate, per ribadire che Roma può e dev’essere una città LIBERA, capitale di un’Italia che dev’essere liberata da mafie e corruzione.

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