venerdì, marzo 31, 2023

Mario Ridulfo: “Ecco Gigi, qui oggi davanti la te, ai tuoi cari, agli amici e ai compagni, la nostra promessa: noi continueremo a portare alta questa bandiera della Cgil”

Mario Ridulfo pronuncia l’orazione funebre in memoria di Luigi Colombo


Palermo, 31 marzo 2023. Orazione funebre del Segretario Generale della Cgil di Palermo, Mario Ridulfo, in onore di Gigi Colombo (Palermo, 26 luglio 1936 – 30 marzo 2023)

di MARIO RIDULFO

Operaio metalmeccanico, come dice lui stesso, nell’intervento in occasione del 120esimo della Camera del Lavoro di Palermo: “iscritto alla CGIL prima ancora di lavorare”. Gigi conseguì la terza media, ma questo non gli impedì di ricoprire importanti incarichi sindacali sul posto di lavoro prima, alla Fiom e alla Camera del Lavoro poi, di cui divenne Segretario Generale.

Da operaio, sindacalista e dirigente sindacale viene candidato ed eletto Deputato comunista nella IX e X legislatura, con quasi ventimila voti sui quasi centomila voti di lista del PCI.

Da deputato mantenne un forte legame col mondo del lavoro e col sindacato portando nel Parlamento Siciliano il suo vissuto di dirigente e militante politico cresciuto nella lotta e nel conflitto sociale, facendosi carico però anche dei problemi più generali della società del suo tempo:

- Centinaia (oltre 250 quelli ufficiali) di atti parlamentari testimoniano la frenetica attività fatta da Disegni di Legge, interrogazioni ed interpellanze parlamentari, mozioni ed ordini del giorno: > dalla regolarizzazione delle famiglie che hanno diritto agli alloggi di edilizia economica e popolare, > alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria nell’ambito dei piani di zona. Inoltre, iniziative, come quella ad esempio per i lavoratori della centrale Enel di Termini Imerese, a quelle a tutela dei lavoratori metalmeccanici licenziati dalla keller, della italkali, di fincantieri.

Ma anche iniziative che segnano un impegno complesso, sia sui temi che oggi diremmo “green”, come quello a tutela e a salvaguardia ambientale della “scala dei turchi” di realmonte, alla riqualificazione del tratto di costa compreso tra il molo sud del Porto di Palermo e Sant’Erasmo, ma anche iniziative, che oggi definiremmo pacifiste, come quella per impedire il riutilizzo della ex base NATO di Comiso a fini militari.

Gigi, è stato tutto questo:

un operaio, un militante, un attivista, un sindacalista, un dirigente sindacale e un dirigente politico, cresciuto in un contesto sociale in cui le condizioni dei lavoratori erano diverse da Categoria a Categoria:


- nelle Fabbriche come l'Aeronautica Sicula esisteva un'organizzazione sindacale: c'era la Commissione interna, c'erano i contratti, gli accordi...

- Nelle altre fabbriche, in quegli anni, dice Gigi Colombo, invece non esisteva niente.

“C'era proprio la parvenza del rispetto delle leggi...c'era il caporalato e il boss del quartiere impediva l'esistenza del sindacato stesso”.

Gli aspetti che riguardavano l'ambiente di lavoro venivano...trascurati perché c'erano altri problemi che venivano privilegiati:

- il salario,

- il posto di lavoro,

- la garanzia del posto di lavoro.

“Non c'era invece alcuna garanzia...per esempio per gli operai che lavoravano l'amianto, questi non avevano alcun tipo di protezione. Guadagnavano di più, si, ma campavano molto di meno”.

Gigi, viene licenziato due volte dalla fabbrica per motivi politici.

Nel '51 ci furono massicci licenziamenti nel palermitano, in tutte le fabbriche, proprio nel mese di agosto, durante le ferie.

Anche le cosiddette ”medie fabbriche”, quelle dopo il Cantiere Navale, cioè: la Chimica Arenella, l'Aeronautica Sicula e l'Omsa, dimezzarono il personale.

Licenziarono150-130 operai l’uno e lo fecero nel mese di agosto, mentre gli operai erano in ferie, fuori dalla fabbrica.

Siamo negli anni in cui la presenza della Mafia era pervasiva, para-militare, e i rapporti, gli interessi e gli intrecci tra la mafia, la cattiva politica e la borghesia mafiosa, facevano sì che la mafia controllasse tutto.

Uno degli strumenti di penetrazione della mafia, nel mondo del lavoro, tra fabbriche e cantieri edili erano i subappalti che si affidavano a delle ditte che erano controllate dalla mafia.

Al Cantiere Navale i lavoratori precari, o come venivano definiti allora gli “avventizi” non dipendevano dal Cantiere Navale, ma da altre ditte che fornivano la mano d'opera al Cantiere.

<L’Accomando Alessi>, una ditta, riuscì ad avere, ad esempio, più dipendenti del Cantiere Navale stesso: - nel '56-57 aveva qualcosa come 3.500 dipendenti.

Era proprio una forma di caporalato attraverso il quale i mafiosi, i clan governavano l'assunzione degli avventizi e gestivano la mensa del Cantiere.

Nel '55 Gigi diventa membro della Commissione interna all'Aeronautica sicula.


Nel '58 viene licenziato e Pio La Torre lo chiama e gli propone di diventare Segretario della FIOM.

“Sapevo che le condizioni economiche della Camera del Lavoro non garantivano molto. Erano solo questioni ideologiche e di volontà che portavano a lavorare lì. Avevo comunque una grande carica ideale e La Torre si appoggiò a questa per convincermi ad andare a lavorare lì. Aveva, Pio, questo grande rapporto umano e mi convinse”.

Il giorno dell’8 luglio 1960 Gigi, era il Segretario della FIOM di allora.

Scrive: “Per capire gli accadimenti dell'8 luglio bisogna fare un passo indietro e pensare al 27 giugno una grande giornata di sciopero generale provinciale la cui partecipazione di massa prese di sorpresa tutti: organizzazioni sindacali e la stessa polizia. Piazza Politeama gremita di manifestanti”.

Si organizza un improvvisato impianto per fare il comizio all’esterno. La folla consente: un breve discorso solo a Pio La Torre, allora segretario della Cgil. Poi un grande corteo si snoda per le vie per raggiungere la Presidenza della Regione. Il corteo forza il posto di blocco.

Centinaia i fermati (tra cui Gigi).

In questa atmosfera cade lo Sciopero Generale Nazionale dell'8 luglio.

Dell'8 luglio, dice Gigi, mi sono rimaste impresse scene indelebili:

- il capitano della polizia che prende la mira e spara ad altezza d’uomo;

- il grande coraggio di Pompeo Colaianni che in piazza Massimo si frappone tra manifestanti e polizia;

- la "lezione" su democrazia, e organizzazione, che Pio La Torre teneva alla Camera del Lavoro di via Montevergine alle centinaia di ragazzi che chiedevano armi per combattere.

“Sono momenti che non dimentichi”.

Nel 1963, è componente della Segreteria della Camera del Lavoro Palermo, proprio pochi anni dopo Pio La Torre.

Quando lascia la guida della Cgil per proseguire il suo impegno politico come parlamentare comunista del PCI, lo sostituirà il mai dimenticato Franco Padrut.

A settembre di due anni fa abbiamo festeggiato l’anniversario dei 120 anni della Camera del Lavoro di Palermo, in quella occasione fu un onore per me da poco eletto Segretario, chiedere a Gigi Colombo, di intervenire davanti la vecchia e cara sede della Camera del Lavoro, quella di via Montevergini.

La commozione di Gigi coinvolse tutti noi. Coinvolge tutti noi.

Il suo ricordo, quello di avere varcato 70 anni prima, quando era un ragazzino di 15 anni, il portone, accompagnato da suo padre (uno dei fondatori della ricostruzione


della Camera del Lavoro nel dopoguerra) e la sua commozione, è testimonianza di questo sentimento profondo e duraturo.

Immagino, la scena: la felicità di quel ragazzo, la mano sulla spalla di suo padre, l’orgoglio di questi nel presentarlo ai compagni, la tessera della Fiom CGIL, il ritorno a casa, la notte insonne di quel “ragazzo operaio”, prima del primo giorno di lavoro.

“Ho sempre avuto la Cgil come mia seconda casa...La Cgil è stata la più grande organizzazione di volontariato e non deve perdere questa caratteristica. Deve essere sempre più a servizio del lavoratore e non diventare un servizio per il lavoratore. Solo così potremo continuare a portare alta la bandiera della Cgil”.

Ecco Gigi, qui oggi davanti la te, ai tuoi cari, agli amici e ai compagni, la nostra promessa: noi continueremo a portare alta questa bandiera, e lo diciamo con le parole del poeta:

“Per chi conosce solo il tuo colore, bandiera rossa, tu devi realmente esistere, perché lui esista: chi era coperto di croste è coperto di piaghe, il bracciante diventa mendicante, il napoletano calabrese, il calabrese africano, l'analfabeta una bufala o un cane. Chi conosceva appena il tuo colore, bandiera rossa, sta per non conoscerti più, neanche coi sensi: tu che già vanti tante glorie borghesi e operaie, ridiventa straccio, e il più povero ti sventoli”.

Alla bandiera rossa

Pier Paolo Pasolini

Addio compagno!

Mario Ridulfo

Segretario generale Cgil Palermo

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