lunedì, luglio 04, 2022

E' morto Ignazio Lo Negro, il galantuomo comunista che fu operaio dell'Aeronautica Sicula

Ignazio Lo Negro

FEDERICA VIRGA
giornalista

Metalmeccanico nella produzione di carrozze ferroviarie, mentre era un militante della Cgil andò in distacco sindacale per occuparsi della tutela della vita dell'allora segretario della Camera del Lavoro di Palermo. Italo Tripi. "E' stato il mio angelo custode"

Per molti era un semplice operaio metalmeccanico, in realtà fu uno dei più attivi militanti comunisti della città. E’ morto a 83 anni nella sua casa alla Zisa, dopo una breve malattia, Ignazio Lo Negro, attivista della Fiom Cgil e della Camera del Lavoro di Palermo, a cui ha dedicato gran parte della sua vita.

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Un galantuomo generoso che fece della militanza politica nel partito comunista della sezione Noce una vera e propria scelta di vita. Operaio della fabbrica Aeronautica Sicula, attiva nella produzione di carrozze e carrozze ferroviarie, poi assorbita dalla Imer, mentre era un militante della Cgil a Lo Negro fu chiesto di andare in distacco sindacale per occuparsi della tutela della vita dell’allora segretario della Camera del Lavoro di Palermo, Italo Tripi, minacciato da alcuni appaltatori mafiosi.

Alla scrivania di Tripi erano giunti alcuni bossoli in una busta chiusa. “Ignazino assunse quel compito, armandosi e senza chiedersi se per lui esistevano rischi immediati e reali - spiega a PalermoToday proprio l’ex segretario Tripi -. Fu immediatamente la mia ombra, la sua era una disponibilità pronta e immediata. C’era grande fermento al Comune per via dell’elettrificazione dei pali della luce in quegli anni. Non si riusciva a fare una formula per la gara d’appalto, in ballo c’erano milioni di lire e tutto un sottobosco interessato all’appalto principale. Serviva qualcuno che si occupasse della mia sicurezza, che guidasse l’Alfetta blindata. Grazie al segnale di attenzione della Cgil, lui fu ritenuto il più idoneo a ricoprire questo ruolo. Fu il mio angelo custode”.

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Un trentennio, dagli anni ‘60 agli anni ’80, che lo ha visto in prima fila per la difesa della democrazia. “Un compagno in apparenza burbero ma dal cuore tenero - conclude Tripi -. Mettersi a disposizione per 24 ore al giorno non è da tutti. Ma lui era un operaio che faceva politica in modo totalizzante. Per lui difendere qualcuno del suo stesso sindacato è stato fondamentale e al tempo stesso naturale. Lui si è battuto per i diritti di tutti, per l’organizzazione del lavoro. Lui non solo era un sindacalista, era un gentiluomo comunista che amava la sua vita e tutto ciò che questa ha generato”.

palermotoday.it, 4/7/2022

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