domenica, maggio 01, 2022

#Primo #Maggio a Portella. Ridulfo: “Da qui rilanciamo la nostra mobilitazione. Senza lavoro e senza pace non c’è giustizia sociale”. Mininni: “Emancipare il lavoro dallo sfruttamento e dal sottosalario”

L’intervento di Mario Ridulfo

Palermo 1 maggio 2022  - Dopo due anni di assenza,  oggi a Portella della Ginestra la festa dei lavoratori è tornata a riempire le strade  con tantissimi lavoratrici e lavoratori, anziani, moltissimi giovani e anche tanti bambini con le bandiere e i cappellini rossi della Cgil Palermo e della Flai Cgil nazionale, che  quest’anno ha organizzato il Primo Maggio assieme alla Cgil. La banda comunale di Mezzojuso ha aperto il corteo con le note di Bella Ciao e Bandiera Rossa. 
Dopo l’omaggio al cimitero, il corteo è partito dalla Casa del Popolo, ha sfilato per i vicoli del paese  ed è arrivato a Portella intorno alle 11,30. Serafino Petta,  degli ultimi sopravvissuti,  ha letto i nomi dei superstiti, aprendo gli interventi. E’ intervenuta quindi Maria Modica, segretaria della Camera del Lavoro di Piana: “Portella è un luogo della memoria, un luogo dove si è fatta la storia della Sicilia e la storia d’Italia.

Veniamo qui a ricordare l’eccidio  di donne uomini bambini che manifestavano pacificamente per la festa dei lavoratori ma anche contro la mafia e il latifondo. Ricordiamo quelle morti e continuiamo a manifestare per dire il nostro no alla mafia, il nostro si al lavoro.  A pagare il prezzo più alto della crisi in corso come sempre sono i giovani e le donne. Dobbiamo far ripartire questo Paese,  l’obiettivo da perseguire è dare un lavoro a tutti, un lavoro sicuro fatto di regole e diritti. La nostra carta costituzionale è violata ogni volta che una lavoratrice o un lavoratore viene sfruttato, ogni volta che un giovane è costretto ad abbondare il nostro Paese. Questa valle così bella è diventata la valle del disincanto, delle aspettative illuse ma deve che diventare la valle della rinascita. La Cgil può contribuire al processo di crescita, diventare promotrice di tavoli di discussione per la creazione di posti di lavoro, partendo dal territorio, dalla natura, dalla valorizzazione dei luoghi”. 

Ha preso quindi la parola il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo: “Mentre il mondo guarda alla guerra, tocca ancora una volta alle persone che per vivere lavorano, alle lavoratrici e ai lavoratori, sostenere una forte iniziativa, una forte mobilitazione per la Pace e per il Lavoro – ha detto il segretario generale Mario Ridulfo intervenendo al comizio sul luogo della strage di Portella del Primo Maggio di 75 anni fa - Il Primo Maggio, la Festa dei Lavoratori, non è il nostro punto di arrivo di un percorso, ma il Primo Maggio è il nostro punto di continuità, di una mobilitazione per il Lavoro che non si è mai fermata e che adesso ha bisogno di continuare anche per la Pace, perché senza pace e giustizia sociale il lavoro è solo sfruttamento”. 

   Dal pianoro di Portella, la Cgil Palermo ha inviato un forte messaggio di solidarietà. “La nostra solidarietà va alle donne e agli uomini, ai bambini e agli anziani che da oltre sesssanta giorni sono martoriati dalle bombe e dalla violenza di una aggressione che ha i caratteri nazionalisti, sovranisti e neoimperialisti. L’invasione di una nazione libera, da parte della Russia, è un crimine di fronte agli uomini e un crimine di fronte alla storia, come è un crimine alimentare l’odio e la violenza sempre”.

    Dalle vittime della guerra al tema della sicurezza e alle morti sul lavoro.

      Il segretario Cgil Palermo Ridulfo ha ricordato come nel 2021 ci siano state 1.221 morti sul lavoro, una strage inarrestabile, che continua anche nel 2022. “Per questo chiediamo controlli, prevenzione, formazione e sanzioni allo Stato, alla Regione, ma anche la necessità di qualificare l’impresa. Se tutto questo fino adesso non si è fatto, c’è una ragione: è il mercato che mette nel conto i numeri dei morti e dei feriti e li considera un prezzo da pagare, vittime collaterali. Ed è lo stesso sistema di sfruttamento che determina anche i tempi e la qualità di vita e di lavoro delle persone giudicandole, quando gli conviene, ora troppo vecchie per lavorare, ora troppo giovani per la pensione”. “Ma esiste un punto – ha aggiunto Ridulfo - oltre il quale il lavoro diventa sfruttamento e lo sfruttamento produce nuovi schiavi, nelle campagne, nelle strade, nelle aziende. E tutto questo è inaccettabile. Come inaccettabile è stato, per tanti lavoratori, alcuni coinvolti in vertenze senza fine, anche decennali. O per la vertenza che proprio in questi giorni coinvolge oltre 500 lavoratori ex Almaviva, che stanno conducendo una battaglia non solo per il loro lavoro, per la loro dignità e per le loro famiglie, ma anche per difendere l’idea stessa di lavoro produttivo a Palermo, in questa terra”.

Il segretario Cgil ha puntato il dito anche nei confronti della politica e del governo, “incapaci” di trovare soluzioni nonostante il coinvolgimento a volte di imprese a partecipazione dello Stato - come nella vertenza Almaviva e Covisian - che eludano accordi, clausole sociali e leggi che lo stesso Stato ha previsto. “La lotta di questi lavoratori, come tanti altri, è la lotta di noi tutti, è la lotta di tutti i lavoratori coinvolti nel sistema degli appalti, soggetti ad un continuo ricatto, che finisce volutamente per indebolire e impoverire le persone, in una situazione poi, come quella di oggi, ancora più pesante e in cui il conflitto in Ucraina e la coda della pandemia hanno già prodotto speculazione e un incremento dei prezzi che pesano tutti sui lavoratori e suoi consumatori finali”. 

 Il comizio è stato concluso dal segretario generale Flai-Cgil Nazionale Giovanni Mininni. “Il messaggio che la Flai lancia da Portella -ha detto Mininni— è Pace e lavoro, lo slogan della festa di questo primo maggio. In questo momento così difficile,  Portella della Ginestra ci riconduce inevitabilmente alla necessità di un mondo migliore dove prevalga la pace contro i venti di guerra che spirano purtroppo  sempre più forti. A Portella non potevamo non esserci, Portella  ci racconta  quanto sia necessario attingere a questo patrimonio non solo di memoria ma di lotta per la giustizia sociale, fatta negli anni passati. E che ci insegna ancora oggi quanta strada possiamo compiere per migliorare questa società , emancipare il lavoro dallo sfruttamento e dal sottosalario e per lasciare ai nostri figli un mondo migliore”.

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