martedì, maggio 10, 2022

Prizzi, tra memoria e futuro. Presentato il libro di Dino Paternostro “La strage più lunga”

Un momento della presentazione del libro

Oggi a Prizzi, presso l’Auditorium della Scuola Secondaria, è stato presentato il mio libro "La strage più lunga. Calendario della memoria dei dirigenti sindacali 
e degli attivisti del movimento contadino e bracciantile, 
caduti nella lotta contro la mafia 1893-1966”. Un’iniziativa voluta dall’Amministrazione comunale di Prizzi, in particolare dall’assessore alla cultura prof. Antonella Comparetto, e dalla scuola, in particolare dalla prof. Rosetta Faragi. Dopo i saluti del prof. Biagio Canzoneri e della prof. Comparetto, é stata proprio Rosetta a parlare nel merito del libro, sottolineandone la dedica ai "ai tanti martiri testimoni del movimento contadino e bracciantile siciliano, le cui vite sono state spezzate dalla violenza mafiosa, ai loro figli, mogli, madri, padri, fratelli e sorelle, "lasciati nudi", come ha detto Pietro Li Puma, da quelle tragiche scomparse, perchè questo fare memoria delle storie dei loro/nostri morti possa essere la "coperta", per "riscaldarli" e anche solo parzialmente risarcirli." Grazie, Rosetta, per avere colto il senso profondo di questa dedica. 

“Come il soldato Mizushima nel film “L’arpa birmana”, da te citato nella tua opera, - ha detto la prof. Faragi - tu porti a conclusione un lavoro, che, al di là di ogni retorica, rappresenta la “missione etica” anche della tua vita, che consiste nel dare “memoria d’amore” ed una “sepoltura” ai tanti “morti insepolti”. Grazie per avere ricordato, uno ad uno, le centinaia di caduti del movimento contadino e bracciantile del lungo ciclo di lotte per la terra che iniziano con i Fasci siciliani, proseguono con le affittanze collettive, con i caduti nel biennio rosso, fino ad arrivare alla seconda metà degli anni sessanta”. 

“Non che non se fosse mai parlato - ha sottolineato Rosetta - ma la Sicilia ti è grata per averli messi in sequenza in modo originale, con estrema passione ed amore, come a voler fare giustizia, in assenza di giustizia, a Lorenzo Panepinto, Bernardino Verro, leader indiscusso dei Fasci dei lavoratori, Giovanni Zangara, Alfonso Canzio, Giuseppe Rumore, Nicolò Alongi, Giovanni Orcel; e poi, nel secondo dopoguerra: Andrea Raia, Nicola Azoti, Accursio Miraglia, Giuseppe Casarrubea, Placido Rizzotto, Epifanio Li Puma, Salvatore Carnevale; e con loro tanti altri martiri di un lungo necrologio”.

“Un ultimo mio pensiero va a Pio La Torre e al suo collaboratore  Rosario Di Salvo, dei quali quest’anno ricorre il quarantesimo anniversario della morte, e al trentennale delle stragi di Capaci e di via D’Amelio in cui persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e gli uomini della scorta -  ha detto la prof. Faragi - “Il libro di Dino è, in conclusione, un richiamo corale a non

dimenticare tutte le vittime innocenti della mafia, non solo quelle eccellenti che hanno avuto intestate strade e piazze e la fortuna di essere almeno citati nei libri, ma anche di quelli meno fortunati nel ricordo.

Come grande estimatrice ed amica dell’autore, ancora una volta gli rivolgo un ultimo ringraziamento per essere sceso in campo, attraverso questo nuovo libro, a prendere posizione per la rinascita economica senza infiltrazioni mafiose, per la pace senza esitazione, per lo Stato di Diritto senza interessi particolari. Un grazie di cuore,

come responsabile del Dipartimento legalità e memoria storica della Cgil, come giornalista, come ex segretario della Camera del Lavoro” Placido Rizzotto” di Corleone, come scrittore di numerosi libri d’impegno socio-politico per i valori e l’eredità che tramandi alle nuove generazioni. Per l’impegno nel far maturare coscienze contro tutti i “venti gelidi” dei morti innocenti di tutte le guerre di mafia e non, e per qualunque motivo, e per il diritto alla vita, alla dignità, al lavoro, alla sicurezza, contro la droga, la violenza, il terrore di un conflitto nucleare e contro gli interessi che ci stanno sotto, poiché, come ha scritto Bertolt Brecht in “La guerra Che Verrà”: “La povera gente è sempre quella che sopporta e muore per la fame sempre!” Affamati dai feudatari prima o dalle guerre oggi, è sempre la povera gente a soffrire le ingiustizie contro l’illecito arricchimento dei pochi, il vero motore di tutte le mafie.

P.S Un ultimo ringraziamento all’autore per le numerose citazioni di storici, da me

conosciuti e stimati, che con le loro opere tanto hanno contribuito all’approfondimento del periodo storico trattato: da Francesco Renda e Umberto Santino, autori di numerosissime opere sul movimento contadino e sulla mafia, a Giuseppe Carlo Marino autore di “Partiti e lotta di classe in Sicilia” e “Nicola Alongi, contadino socialista”, che hanno ampiamente parlato del movimento contadino prizzese, al concittadino Salvatore Vaiana, autore di “Una storia siciliana fra Ottocento e Novecento” e “La strage di Canicattì”, a Giuseppe Oddo, autore di un’opera monumentale in 4 volumi, “Il miraggio della terra in Sicilia”, sulla storia del movimento contadino siciliano, e con loro tanti altri di grande valore.

Un mio ringraziamento a parte va al prof. Carmelo Fucarino, autore della “Stratigrafia del Comune di Prizzi come metafora della storia della Sicilia” che, nei voll. II e III di

quest’opera, si è soffermato sulla nascita e lo sviluppo del movimento contadino prizzese”.

Prizzi, Auditorium Scuola secondaria 12 Dicembre 2022. 

Rosa Faragi


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Grazie, Rosetta. Hai perfettamente colto il significato del mio libro. Con molto piacere pubblico integralmente la tua relazione, che è un piccolo significativo saggio in onore dei nostri caduti. 

Voglio ringraziare per la loro attenta presenza gli studenti dell’Istituto, alcuni dei quali hanno letto dei brani significativi del libro, e i loro insegnanti che li hanno egregiamente preparati all’incontro. Voglio ringraziare per la loro significativa ed affettuosa presenza i dirigenti scolastici in quiescenza e miei carissimi amici Nino Milazzo e Mimmo Cannariato, la carissima compagna prof. Anna Pecoraro e la nipote di Nicoló Alongi, Maria Gristina, che non è voluta mancare all’incontro. (dp)

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