martedì, maggio 17, 2022

"La Repubblica della memoria" domenica al Foro Italico. L’evento per ricordare i 30 anni dalle stragi


di Alessia Candito

A trent’anni dalle stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio, la commemorazione delle vittime lascia l’aula bunker e si apre alla città. Per la prima volta, sarà il Foro Italico il cuore delle celebrazioni, cui parteciperà anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, organizzate dalla Fondazione Falcone per ricordare Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli uomini delle scorte, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. 

A trent’anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, fedele a una battaglia e a un impegno iniziato negli anni duri della guerra di mafia e proseguito nei decenni con inchieste che hanno cercato verità, raccontato depistaggi, denunciato abbandoni istituzionali, Repubblica ha scelto di essere a Palermo. 

Domenica 22 maggio sarà al Foro Italico assieme ad artisti, magistrati, intellettuali, politici, giornalisti per ricordare «chi ha lottato ieri per permetterci di lottare oggi contro ogni mafia» . Dibattiti, monologhi, inedite performace artistiche, interviste, con il direttore Maurizio Molinari e la partecipazione del vicediretore Carlo Bonomi, dell’inviata Conchita Sannino e di Lirio Abbate, dal marzo scorso direttore del settimanale l’Espresso. 

Eccola, la "Repubblica della memoria". Non ricordo sterile, ma memoria attiva. Non un’iniziativa estemporanea, ma la tappa di una storia. 

«Falcone assassinato» , campeggiava su Repubblica il giorno dopo la strage di Capaci. «Non c’è più tempo», l’editoriale del fondatore, Eugenio Scalfari. E quella prima pagina è diventata una bandiera, alzata con rabbia e orgoglio dai palermitani che hanno iniziato a scendere in piazza, disgustati dalla dittatura mafiosa che insanguinava Palermo. Una battaglia non ancora vinta e che bisogna continuare a combattere. 

Ne parleranno insieme il direttore, Maurizio Molinari, e con Maria Falcone, la sorella del giudice ucciso che nel nome del fratello da decenni insegna ai ragazzi la necessità di lottare contro le mafie. Quelle chemolti in Italia hanno scoperto solo con le sconvolgenti immagini della strage di Capaci: quanto il Paese sia stato cambiato da quella lunga scia di sangue sarà il vicedirettore Carlo Bonini a spiegarlo, mentre toccherà a Lirio Abbate raccontare quante verità siano ancora tutte da ricostruire nella scia criminale. 

Ma nella Palermo che si avvia alle elezioni mentre infuria la polemica sull’attuale peso e ruolo dell’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri e dell’ex governatore Totò Cuffaro, ineludibile è il tema del rapportofra mafia e politica. Ne parleranno con il caporedattore di Repubblica Palermo, Carmelo Lopapa, il vicesegretario del Pd Giuseppe Provenzano e la deputata di Forza Italia Stefania Prestigiacomo, chiamati entrambi a spiegare come mai la lotta alla mafia sembri impegno sbiadito nell’agenda istituzionale, proprio quando il Pnrr si prepara a solleticare gli appetiti dei clan. 

Pif, insieme con Stefania Auci, dialogherà poi con Mario Di Caro, colonna delle pagine culturali dell’edizione palermitana, su quanto l’arte abbia contribuito al riscatto della Sicilia e del Paese dopo le stragi. Che sono protagoniste dell’inedito cunto che Salvo Piparo offrirà dal palco, mentre Paolo Borsellino tornerà a parlare di quegli anni con la voce di Leo Gullotta. Della "guerra" che si è combattuta nei tribunali e delle sfide ancora aperte — dalla cattura dell’ultimo grande latitante, Matteo Messina Denaro, alla pervasiva presenza dei clan in economia, politica e istituzioni — discuteranno Piero Grasso, ex procuratore nazionale antimafia ed ex presidente del Senato, e il procuratore di Messina, Maurizio de Lucia, insieme all’inviato diRepubblica Salvo Palazzolo.

La Repubblica Palermo, 17/5/2022

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