mercoledì, maggio 11, 2022

La denuncia di Morvillo: "A trent'anni dalle stragi, la Sicilia è in mano ai condannati per mafia"

Alfredo Morvillo

Durissimo intervento del fratello della giudice uccisa insieme al marito Giovanni Falcone e agli uomini della scorta. "Qui sono accadute cose inaudite. Ma la libidine del potere spinge alcuni a stringere alleanze con chicchessia"

"A trent'anni dalle stragi la Sicilia è in mano a condannati per mafia". Toni pacati, denuncia durissima. Arriva da Alfredo Morvillo, fratello di Francesca e cognato di Giovanni Falcone, ex componente del pool antimafia negli anni caldi dell'attacco di Cosa nostra e delle stragi del 1992. "Falcone diceva che la mafia è un fenomeno umano che ha avuto un inizio e avrà una fine" ricorda alla presentazione del libro "Francesca. Storia di un amore in tempo di guerra" di Felice Cavallaro, "ma quella fine - sottolinea -  arriverà se tutti lo vorremo".

Nell'anno del trentennale delle stragi, denuncia l'ex magistrato "c'è chi attualmente strizza l'occhio a personaggi condannati per mafia. C'è una Palermo che gli va dietro, se li contende e li sostiene". Morvillo non fa nomi, ma non è difficile intuire come il riferimento sia ad assetti e schieramenti in vista delle prossime elezioni comunali e regionali.

Appuntamenti che hanno visto tornare alla ribalta uomini come Marcello Dell'Utri e Totò Cuffaro.

Condannato definitivamente per concorso esterno a 7 anni di carcere e arrestato da latitante in Libano, Dell'Utri è tornato in  veste di tessitore e suggeritore di strategie e candidature. Stessa pena ha rimediato l'ex presidente della Regione Totò Cuffaro, dopo una condanna per favoreggiamento a Cosa Nostra. E adesso che è stato scarcerato per aver finito di scontare la pena è tornato sulla scena politica con la sua "Dc nuova". E senza che nessuno avesse da ridire.

Anzi, ribadisce Morvillo, al contrario. E a chi "strizza l'occhio" ai condannati per mafia, dice: "Voi con Falcone e Borsellino non avete nulla a che fare. Anzi, se avete buongusto, evitate di partecipare alle commemorazioni". E conclude con una punta di amarezza: "Davanti a questi fatti mi viene in mente un cattivo pensiero: certe morti sono stati inutili. Qui sono accadute cose inaudite. Ma la libidine del potere spinge alcuni a stringere alleanze con chicchessia"

Critiche al ruolo di Cuffaro erano arrivate anche da Stefano Santoro di Fratelli d'Italia, che ha deciso di ritirare la propria candidatura dopo l'accordo siglato dal suo partito con gli alleati di centrodestra. "Coerenza e dignità - ha fatto sapere con una nota - mi impongono di fare un passo indietro, la presenza di Cuffaro, Dell'Utri, Renzi e Faraone è incompatibile con i miei principi politici di uomo di destra".

Piccata la risposta di Cuffaro. "Anche Santoro ha da dire sul mio impegno in politica. Il problema è che sto parlando di Stefano Santoro! Mi pare di capire che sia lo stesso Stefano Santoro che fino a qualche mese fa, quando pensava di potersi candidare per fare il sindaco di Palermo, non disdegnava il confronto con me, anzi si compiaceva nel farlo".

La Repubblica Palermo, 10 maggio 2022

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