domenica, novembre 11, 2012

PASOLINI, I TAGLI E LE ASPETTATIVE. CROCETTA: "DOMANI UN ALTRO GIORNO"

Rosario Crocetta
di Giuseppe Bianca
10.11.12. Tre numeri, una data, ma soprattutto il primo giorno da presidente della Regione.Rosario Crocetta sceglie Pasolini per dare in sintesi il suo messaggio: “Io ci credo ma non ho le prove”. Le prove le cercherà e le cose le combatterà. Così assicura.
Da oggi è dentro il Palazzo della Regione. Con i suoi debiti ed il suo disavanzo, ma anche con le aspettative che gli riversa addosso la Sicilia che grida al cambiamento. Raffaele Lombardo gli consegna la scena qualche minuto prima delle 16.30. Poi lascia, forse per sempre, la platea. Tra il pubblico quasi più direttori regionali che giornalisti. Crocetta è appesantito, se non stanco. Lui stesso quasi si scusa per non essere brillante come al solito: “Sono colpito, quasi indignato per la situazione che ho trovato”.

Il cuffarismo è stata una stagione lunga, il lombardismo una parentesi difficile ed articolata. Crocetta vuole inaugurare un’era. Ma forse gli basterebbe rimettere i conti a posto e rilanciare la speranza: “Non possiamo tollerare che un dirigente generale dell’Ars guadagni 400 mila euro. Non accade neanche all’Onu. Non voglio creare un conflitto istituzionale -ha assicurato- ma la spending review andra’ applicata anche li’. Fino ad un quinto da recuperare nelle missioni e nei rimborsi ai funzionari”. Il rigore sarà nelle scelte di giunta, ma mi aspetto che anche l’Assemblea faccia la sua parte”.
Il patto di stabilità dunque non come parola magica o formuletta algebrica che apre le porte a soluzioni che non ci sono, ma anche una spesa oculata che non penalizzi la giustizia sociale e la solidarietà ai più deboli. Ai Comuni andranno cento milioni di euro dall’anticipo del fondo di rotazione per l’emergenza rifiuti e per fare ripartite indotto ed economia.
“Le leggi senza sanzioni non fanno molta paura. Mi occuperò da subito di un gruppo di lavoro per verificare quanto autorizzazioni pendenti ancora ci sono da dare e soprattutto metteremo all’interno del Dpef il patto di stabilità per internalizzarlo nel prossimo bilancio, avremo quindi misure di risparmio accanto a più efficaci ed efficienti criteri di spesa. Valorizzeremo il patrimonio della Regione, liquideremo gli enti da liquidare, e, ad esempio avremo un’unica azienda al posto di undici Iacp”.
Parla di don Fortunato Di Noto, prete di frontiera per affidargli una delega specifica sui diritti per l’infanzia e sugli altri nomi di assessori glissa, senza impressionarsi più di tanto di trovare sempre nomi niuovi sui giornali. Sembra ancora in campagna elettorale quando ribadisce “decadranno tutte le consulenze”. Ma la campagna è finita, adesso si fa sul serio.

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