domenica, novembre 18, 2012

Crocetta-show in televisione. Lega e Pdl plaudono al governatore

Il Presidente Rosario Crocetta a "L'Arena"
Taglio degli sprechi, soldi da Roma, tasse e imprese, indigenza: il neo-governatore a tutto campo durante la trasmissione di Massimo Giletti. E incassa il sostegno di Crosetto e Salvini
di EMANUELE LAURIA
"Dei partiti non mi frega nulla. Se non sono d'accordo sulla mia idea di risanamento procederò lo stesso". Crocetta-show sull'ammiraglia Rai. Intervistato da Massimo Giletti per "l'Arena", il neo-presidente della Regione sferra un'altra picconata sulla maggioranza che lo sostiene, al quale già stamattina dalle colonne di Repubblica aveva lanciato un ultimatum: "Pd e Udc mi diano i nomi per la giunta entro la fine della settimana o scelgo io tutti gli assessori". Ma non si ferma qui, Crocetta. E in tivù controribatte su caste e sprechi siciliani al pidiellino Guido Crosetto e al leghista Matteo Salvini fino addirittura a sedurli. E a conquistare il loro "appoggio".
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L'ufficio stampa. Si parte da qui. Crocetta ribadisce che "i 21 giornalisti in servizio presso la presidenza della Regione se ne devono andare tutti a casa. C'è la rivolta, lo so. I giornalisti quando criticano la casta sono bravissimi, quando sono loro la casta diventano un corpo da difendere. Da sindaco ho licenziato la moglie di un capomafia, figurarsi se mi faccio intimidire dall'Assostampa".

Famiglie sul lastrico. Il governatore ricorda di "aver cancellato tredici società partecipate e centinaia di consulenti" già il giorno del suo insediamento. Aggiunge che la prossima spa a essere tagliata sarà l'Arsea, l'ente siciliano per le erogazioni in agricoltura al cui vertice l'ex presidente Lombardo aveva nominato l'agronomo di famiglia, Claudio Raciti. Ma Crocetta dice pure che la sua opera di risanamento "proseguirà senza metter sul lastrico chi guadagna 600 euro la mese e deve comprare il latte ai propri figli" .

Neanche un euro al governo. Dopo aver incontrato Barca e chiesto una deroga al patto di stabilità per consentire alla Regione di far fronte ai debiti con le imprese, Crocetta precisa in tivù che salverà la Sicilia "senza elemosinare un euro al governo nazionale. Chiederò solo di aiutarci  -  dice  -  a fare determinate cose".

Le imprese e le tasse. "Se un'azienda vuole installarsi in Sicilia dovrà istallarvi anche la sede legale, per pagare le tasse all'isola e non portarci solo i fumi  e l'inquinamento". Così il presidente della Regione rilancia la battaglia sull'attuazione dell'articolo 37 dello Statuto, già combattuta dai suoi predecessori Cuffaro e Lombardo.

Lega e Pdl plaudono. La vera notizia, alla fine, è che Crosetto e Salvini si schierano dalla parte del governatore del Pd: "Se il Pdl in Sicilia è intelligente deve appoggiarla in queste battaglie", dice il deputato del Pdl Guido Crosetto. "Per quanto possibile Crocetta può tener conto dell'appoggio della Lega Nord se queste sono le sue intenzioni", afferma Matteo Salvini, segretario della Lega in Lombardia.
(La Repubblica, 18 novembre 2012)

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