Oltre un secolo fa veniva  ucciso a Palermo il sindacalista della Cgil leader dei lavoratori. Il ricordo di Fiom, Cgil, Anpi, Centro Impastato e Centro Pio La Torre

Il 14 ottobre del 1920, nel centro storico di Palermo, fu ucciso, a pugnalate, Giovanni Orcel, coraggioso sindacalista e militante socialista, impegnato non soltanto nella lotta per i diritti dei più deboli, ma anche nella denuncia degli intrecci tra la mafia e i potentati economici e politici dell’epoca. Si trattò di un delitto impunito e dimenticato, avvenuto in un determinato contesto sociale, politico ed economico. Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, infatti, la popolazione palermitana era suddivisa in una minoranza di notabili privilegiati (nobili e ricchi proprietari terrieri), in un ceto di impiegati relativamente benestanti, in una massa di contadini e operai sfruttati e senza diritti, e in una fascia di poveri diseredati, privi di lavoro e di sostentamento. 

Giovanni Orcel nacque in un’onesta famiglia palermitana, figlio di un impiegato e di una casalinga. La sua infanzia non fu difficile, ma neanche privilegiata. Sin da giovane, Orcel fu animato da uno spirito di solidarietà nei confronti dei poveri e da una rabbia nei confronti di ogni forma di ingiustizia e di sfruttamento. Tipografo di ideali socialisti, divenne il leader dei metalmeccanici palermitani della Fiom Cgil e una leggenda per i lavoratori dei Cantieri Navali. Nei primi del Novecento, le tipografie palermitane erano molto ambite, poiché stampavano non soltanto i grandi quotidiani dell’epoca, dal Giornale di Sicilia a L’Ora (a quei tempi edito dagli armatori Florio), ma anche testate poi scomparse come La Gazzetta di Palermo e periodici più politici come La Riscossa Socialista e Fiamma Nazionale, nonchè le riviste cattoliche La Vita e il Piccolo Corriere. 

Con il suo grande amico Nicola Alongi, Orcel promosse l’alleanza tra le organizzazioni operaie e contadine per l’affermazione di un mondo più equo e solidale. I due amici e compagni furono i precursori delle tesi di Antonio Gramsci (fondatore del P.C.I. – Partito Comunista Italiano) sull’unità tra chi lavorava nelle fabbriche e chi nelle campagne, per affermare un “ordine nuovo”, dove non vi fosse più spazio per lo sfruttamento di latifondisti e capitalisti senza scrupoli. 

All’interno del Partito socialista, Orcel militò nella componente rivoluzionaria, contrapposta alla componente riformista e moderata. Dalle colonne di diversi giornali, tuonò contro la mafia, contro la guerra, contro la borghesia capitalista, contro l’aristocrazia terriera e contro tutti i “nemici del popolo”. Erano gli anni del “biennio rosso”, la gloriosa stagione di lotte operaie in tutta Italia. 

A Palermo, un’ondata incredibile di licenziamenti in tutte le principali industrie locali scatenò la rabbia dei lavoratori e l’occupazione delle fabbriche. Durante l’occupazione dei Cantieri Navali, per iniziativa di Orcel, i lavoratori della Fiom costruirono spontaneamente una grande nave intitolata alla memoria di Nicola Alongi.   

L’uccisione di Orcel creò enorme sgomento nel popolo siciliano. Il corteo funebre in memoria del sindacalista attraversò le strade del centro di Palermo in mezzo a due ali di folla e fu seguito da migliaia di operai, contadini, militanti e dirigenti del PSI.  

Il quotidiano socialista L’Avanti parlò, senza mezzi termini, di “delitto della borghesia siciliana” e, in un duro articolo del 17 ottobre del 1920, scrisse: “Ci troviamo di fronte ad un’altra sentenza borghese eseguita dalla mafia prezzolata, ci troviamo di fronte ad un altro tragico episodio della viltà e della ferocia dei baroni che non sapendo e non potendo soffocare l’idea che dilaga, si illudono di ritardarne la realizzazione con la morte degli uomini che ne sono apostoli”.

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LA MANIFESTAZIONE PALERMITANA PER IL 102° ANNIVERSARIO DELL’UCCISIONE DI ORCEL

Il centoduesimo anniversario dell’uccisione del sindacalista Giovanni Orcel è stato commemorato a Palermo di fronte alla lapide di Via Maqueda, nell’ambito di una manifestazione organizzata da Cgil e Fiom, con la collaborazione di ANPI, Arci, Centro di documentazione Giuseppe Impastato, Centro studi Pio la Torre e Libera. 

“Siamo nani seduti sulle spalle di giganti, i giganti come Giovanni Orcel sono la nostra storia! – ha commentato il segretario generale Fiom Cgil nazionale Michele De Palma –  La lotta del lavoro contro la criminalità organizzata è importante, perché il lavoro porta con se contrattazione, emancipazione e legalità. Orcel ha avuto il coraggio di mettere insieme operai e contadini. Per questo motivo è stato ucciso dalla mafia”. 

Mario Ridulfo, segretario della Camera del Lavoro di Palermo ha dichiarato: “Ricordiamo un avvenimento che ha colpito la città 102 anni fa. Giovanni Orcel, come tanti altri dirigenti sociali e politici, come Alongi e Verro, unì il mondo del lavoro, delle campagne e delle fabbriche, in un’idea che anticipava di tanti anni Gramsci”. 

Angelo Ficarra, vicepresidente dell’Anpi Palermo Comandante Barbato ha elogiato le lotte di Orcel ed Alongi: “E’ il ricordo di un significativo primo momento di Resistenza degli operai del cantiere navale di Palermo –  che lottavano per i diritti. Erano i figli e nipoti degli eroi dei Fasci siciliani, il più grande movimento di lavoratori in Europa dopo La Comune di Parigi”.

La presidentessa del Centro Pio La Torre, Loredana Introini, ha ricordato che “con una forte sensibilità culturale e politica e per la legalità, Orcel ha capito prima di tutti  che l’unione tra operai, contadini e braccianti poteva  cambiare le condizioni di tutti e dare loro grande capacità di rappresentanza”.

Secondo Francesco Foti, segretario della Fiom di Palermo, “Orcel è stato una figura fondamentale e già 102 anni fa aveva capito benissimo che bisogna lottare per ottenere diritti, per contrastare il caporalato e la criminalità organizzata e con la sua stessa vita ha pagato. E’ importante portare avanti quelle rivendicazioni, quelle di ieri sono le stesse di oggi. Il nostro dovere è di divulgare quello che hanno fatto figure come Orcel alle nuove generazioni, alle scuole”.

 Sulla stessa lunghezza d’onda Dino Paternostro, responsabile Legalità e memoria Cgil Palermo: “Ci sforziamo di coniugare memoria e impegno, la memoria della nostra storia e dei nostri dirigenti con l’impegno concreto per venire incontro alle esigenze dei lavoratori. Orcel già nel 1920 si pose il problema del caro vita e del contrasto al caporalato, chiedendo l’istituzione di una commissione comunale per il controllo dei prezzi, avendo il sospetto di speculazioni. Una lezione di modernità e di grande apertura ideologica che, unita al suo senso pratico spiccato, lo rese interprete profondo dei bisogni della popolazione siciliana”. 

Secondo il sociologo Umberto Santino, Presidente del Centro Impastato, “Nel dopoguerra la Fiom, con la guida di Orcel, è impegnata nella lotta contro il carovita, per gli aumenti salariali, agganciati al costo della vita, per le otto ore, per il riconoscimento del ruolo del sindacato in fabbrica con la costituzione delle commissioni interne. Nel 1919, con la nuova legge elettorale, proporzionale con collegio provinciale, Orcel, che ha sempre coniugato attività sindacale e impegno politico, è particolarmente attivo nella battaglia interna al mondo socialista, che, sull’onda della rivoluzione russa, si sposta in gran parte su posizioni massimaliste, anche se a Palermo l’influenza di Tasca e Drago è sempre fortissima. Nelle liste elettorali dei “socialisti ufficiali” c’era una massiccia presenza di operai e contadini, accanto a Nicola Barbato”. 

A Orcel la CGIL ha intitolato la Camera del Lavoro della Cgil Palermo, mentre il Partito della Rifondazione Comunista ha dedicato il Circolo Prc “Rosa Luxemburg – Giovanni Orcel” Palermo.

 La lapide sul luogo del delitto è stata installata su iniziativa della Cgil e del Centro Impastato.