mercoledì, ottobre 26, 2022

Alluvioni in Sicilia, deciso lo stato di emergenza. Un milione e mezzo di euro, ecco i lavori urgenti


Il presidente della Regione avvia l’iter per risarcire i 32 Comuni colpiti da piogge e trombe d’aria. In provincia di Palermo, oltre al comune capoluogo, anche Carini,
Corleone e Contessa Entellina

Francesco Tarantino 

Giuseppe Pantano

Renato Schifani ha deciso per lo stato di crisi e di emergenza dopo le piogge e le alluvioni che hanno colpito la Sicilia. Molti territori si trovano in ginocchio e questa mossa diventa fondamentale per far partire tutte le richieste di ristoro da parte di coloro che hanno subito dei danni dal maltempo a settembre e ottobre in numerose zone dell’Isola.

I Comuni coinvolti, infatti, sono molti: 32 in 7 provincie.

Nel dettaglio Trapani, Paceco, Partanna, Campobello di Mazara, Mazara del Vallo, Erice, Valderice, Castelvetrano, Misiliscemi e Castellammare del Golfo; Agrigento, Santa Margherita di Belice, Sambuca di Sicilia, Menfi, Cammarata, Comitini, Naro, San Giovanni Gemini e Sciacca; Niscemi, in provincia di Caltanissetta; Palermo, Carini, Corleone e Contessa Entellina; Enna, Piazza Armerina, Barrafranca e Pietraperzia; Ragusa e Modica; le città metropolitane di Messina e Catania.

Particolarmente colpita la zona del trapanese che, infatti, vede il maggior numero di comuni: ben 10 su una provincia formata da 25 Comuni. Il presidente della Regione, proprio il giorno dopo il suo insediamento si è recato a Trapani e a Misiliscemi per osservare con i propri occhi ciò che era accaduto. Le immagini del torrente Verderame esondato con la frazione di Salinagrande completamente allagata sono state un monito. Da anni, infatti, non veniva effettuata la manutenzione di competenza regionale.

A Trapani e a Misiliscemi non c’è una stima dei danni che hanno subito i privati, si calcola approssimativamente, tra i 25 e i 35 milioni.

Stima, sebbene parziale, invece nell’Agrigentino, colpita dalla tromba d’aria che il 30 settembre scorso si è abbattuta su Santa Margherita Belice. Ammonta a 5 milioni di euro. «E questo - dice il sindaco, Gaspare Viola - comprende il mancato raccolto per gli operatori agricoli e i danni al patrimonio pubblico. Non ci sono i danni al patrimonio privato. Abbiamo consegnato la nota al dipartimento di Protezione civile e al presidente della Regione». Santa Margherita, al momento, con più interventi disposti dal Comune, è impegnato in diversi lavori per riportare la situazione alla normalità. Da Santa Margherita è arrivata la richiesta dello stato di calamità naturale così come da Sciacca dove sono esondati torrenti che hanno allagato alcune zone della città. Il Comune di Sciacca, intanto, ha disposto lavori per 100 mila euro per liberare strade dal fango, sistemare ponti e ripristinare condizioni di normalità in alcune zone del territorio.

La decisione di Schifani deriva dalla relazione del capo della Protezione civile della Presidenza della Regione, Salvo Cocina. Gli eventi meteo avversi verificatisi nei giorni 25, 26, 30 settembre e primo ottobre e tra il 9 e il 13 ottobre sono stati caratterizzati, scrive Cocina, «da un flusso di correnti sud-occidentali che ha determinato importanti episodi piovosi associati in alcuni casi ad attività temporalesca, con conseguenti significativi effetti al suolo». E «i valori di pioggia, misurati da diverse stazioni, sono stati superiori ai 100 millimetri e con eventi di forte intensità e concentrazione registrati soprattutto nel territorio di Ragusa, Trapani e Palermo». (*FTAR*)(*GP*)


Allegato:

Trapani

Non solo stato di emergenza ma anche opere: il presidente Schifani ha annunciato quelli che saranno i primi interventi stanziando un milione e mezzo di euro. A essere coinvolti sono diversi uffici dell’amministrazione regionale: Protezione civile, Autorità di bacino e Genio civile. A Trapani si cerca di mettere una pezza al sistema di pompaggio delle acque con un finanziamento di cinquecentomila euro della Protezione civile. Una mossa che mitiga la situazione ma che difficilmente potrebbe risolverla. A Misiliscemi, invece, si lavora sul pronto intervento per la rimozione di fanghi e detriti e prime riparazioni: la cifra stanziata è di 250 mila euro.

Sempre a Misiliscemi e Paceco, si interverrà per la pulitura e il ripristino della funzionalità idraulica del Torrente Verderame e per il ripristino e il consolidamento degli argini danneggiati. Sono già stati predisposti dai tecnici dell’Autorità di bacino i verbali di somma urgenza e i relativi lavori sono in corso di appalto (750 mila euro). L’Autorità di bacino darà incarico anche a un’istituzione universitaria dell’Isola (è stata già predisposta la manifestazione di interesse) per un studio idraulico sul bacino del torrente Verderame (50 mila euro).

«Nell’immediatezza degli eventi - dice il presidente della Regione - tutte le strutture operative di Protezione civile, regionali, provinciali e comunali, coadiuvate dalle associazioni di volontariato, dai Vigili del fuoco, dall’Esercito sono intervenute tempestivamente per soccorrere la popolazione colpita e rimuovere le situazioni di pericolo. Adesso, con la dichiarazione dello stato di crisi velocizzeremo la macchina e attiveremo i primi interventi della Protezione civile e dell’Autorità di bacino per la messa in sicurezza dei torrenti e della città di Trapani».

I problemi strutturali delle città colpite sono palesi e le mette nero su bianco il capo della Protezione civile Salvo Cocina. Durante le precipitazioni del 9, 10, 12 e 13 ottobre, infatti, hanno «prevalentemente interessato i settori occidentali e meridionali dell’Isola, provocando lo straripamento di corsi d’acqua ed allagamenti nelle aree urbane, presumibilmente da ricondurre a deficit strutturali, nonché sversamenti di detriti lungo la viabilità ferroviaria, con fenomeni di crolli rocciosi e interruzione della viabilità» scrive Cocina. Fenomeni che hanno quindi «determinato gravi danni alle infrastrutture pubbliche e private, alle attività produttive e commerciali, ai beni e alle persone». (*FTAR*)

GdS, 26/10/22

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