martedì, aprile 29, 2014

Operazione “Benny 3”: arrestati prestanome di boss tra Partinico e Borgetto

Gli arrestati dell'operazione "Benny 3"
All’alba di ieri un’imponente operazione antimafia condotta dai carabinieri della compagnia di Partinico (Palermo) ha arrestato alcuni prestanome di boss mafiosi. Sono stati 40 i carabinieri impegnati tra Partinico e Borgetto, supportati dall’alto da un elicottero. Le indagini sono  state coordinate dalla Dda di Palermo e documentano come “uomini vicini a  organizzazioni mafiose – spiegano gli inquirenti – al fine di eludere  le leggi in materia di prevenzione patrimoniali, hanno attribuito fittiziamente a terzi la titolarità di beni aziendali e finanziari  dell’impresa di Borgetto ‘Euro calcestruzzi” di Filippo Scrozzo &c.  snc, sottoposta a sequestro per un valore di 400 mila euro.

Sono tre le persone arrestate, una è finita in  carcere e le altre due ai domiciliari, nell’ambito dell’operazione  antimafia denominata ‘Benny 3′ e condotta dai carabinieri della  compagnia di Partinico (Palermo). Le ordinanze sono state emesse dal  gip del Tribunale di Palermo, Fernando Sestito, su richiesta della  locale Dda.
Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di concorso  nella fittizia intestazione di beni. Sono finiti in manette, Benedetto Valenza, condotto presso l’istituto di Pena di Palermo, Filippo  Scrozzo e Giuseppe Giaimo, sottoposti agli arresti domiciliari. L’operazione è una costola delle indagini convenzionalmente  denominate ‘Benny’ e ‘Benny 2′, condotta dai carabinieri di Partinico  e Monreale, concluses nell’anno 2009 e 2012 con l’arresto di diversi  imprenditori, operanti nel settore della produzione e trasporto di  calcestruzzo, prestanomi di Benedetto Valenza, quest’ultimo  imprenditore di Borgetto nel settore della produzione e fornitura di  calcestruzzo, figlio di Salvatore e nipote di Erasmo, esponenti di  vertice della famiglia mafiosa di Borgetto nonché vittime, di lupara  bianca 30 anni fa poiché uomini d’onore legati al gruppo di Gaetano Badalamenti.
Benedetto Valenza, “sebbene non condannato per 416 bis,  è da sempre ritenuto vicino alla locale consorteria mafiosa capeggiata dalla famiglia Vitale – spiegano gli inquirenti – tanto  che, nel 2001, era possibile confiscarne l’impero industriale”. “È  dunque acclarato – dicono – che Valenza sia stato negli anni ’90  l’imprenditore di riferimento nella produzione di calcestruzzi delle  famiglie mafiose dei Vitale e dei Brusca e che le sue imprese siano state agevolate nel libero mercato, raggiungendo una posizione di  monopolio grazie alla protezione di Cosa Nostra”.


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