martedì, aprile 22, 2014

Circa la metà dei forestali trasferiti dall'antincendio alla manutenzione: protestano i sindacati

PALERMO. Almeno 3.500 addetti all’antincendio trasferiti alla manutenzione dei boschi per un risparmio immediato di 10 milioni di euro: ecco la prima mossa del governo regionale per ridurre la spesa sull’esercito dei 27 mila forestali. L’iniziativa al vaglio degli uffici ha messo in allarme i sindacati, già sul piede di guerra per il ritardo nell’avvio delle attività che rischia di compromettere la stagione. Il problema è legato alla manovra correttiva ancora ferma in Aula e che prevede tagli per 200 milioni di euro alla spesa. La scure colpirà anche il settore agricolo regionale, a cominciare dai forestali. Nella prima manovra correttiva, spiegano i sindacati, erano disponibili 190 milioni di euro, «per cui servono altri 70 milioni perché il fabbisogno di tutta la platea dei forestali è di 260 milioni di euro».

In tutte le province la tensione è altissima e il dipartimento dello Sviluppo agricolo, guidato da Pietro Lo Monaco, sta tamponando l’emergenza utilizzando circa 28 milioni di euro di risorse comunitarie per avviare subito gli operai che per contratti devono svolgere 151 giornate lavorative all’anno. Ma i tagli e i ritardi nei pagamenti stanno provocando disagi a catena. Nell’Ennese è slittato l’inizio delle attività per 300 operai perché l'Azienda delle foreste non è riuscita a garantire ai lavoratori l'abbigliamento antinfortunistico a causa di debiti non saldati con i fornitori, che non vogliono più fare credito. Gli stessi ritardi nei pagamenti dei debiti avevano causato nelle scorse settimane il blocco dei mezzi in alcune province a causa dello stop alle forniture di gasolio. E a Siracusa Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato lo stato di agitazione denunciando presunte disparità sull’immissione al lavoro di 226 operai.
Un clima arroventato dal piano della Regione sui trasferimenti degli operai per ottenere dei risparmi. Una notizia trapelata nei giorni scorsi e adesso confermata dal dirigente generale Lo Monaco: metà del personale dell’antincendio, circa 3.500 unità, potrebbe essere spostato alla manutenzione, operazione possibile grazie alla riforma che ha unificato i due contingenti. «Il costo complessivo di un operatore dell’antincendio – spiega Lo Monaco - è 25 euro in più rispetto a un operaio della manutenzione. Parliamo della spesa complessiva sostenuta dalla Regione per le macchine, l’attrezzatura, l’organizzazione». Per cui moltiplicando i 25 euro per i 3.500 lavoratori e le migliaia di giornate lavorative, il dipartimento conta di risparmiare almeno 10 milioni di euro.
Ma per Salvatore Tripi della Cgil «il governo prosegue con una politica che penalizza i lavoratori. Se si devono ottenere dei risparmi, che azzerino i contratti sugli elicotteri e Canadair e usino solo quelli della Protezione civile, tanto i fuochi si spengono da terra con l’organizzazione delle squadre. Come possono garantire tutti i turni 24 ore al giorno con la metà del personale? Passando dall’antincendio alla manutenzione – chiarisce Tripi – gli operai perdono circa il 20 per cento del trattamento, bisogna avviare un confronto coi sindacati per trovare una soluzione». E Paolo Pintabona della segreteria regionale Fai Cisl sostiene che «prima il governo dovrebbe risolvere le emergenze e fare lavorare gli operai rispettando il contratto». Gaetano Pensabene della Uil parla invece di «situazione di caos ed estrema confusione che costringe migliaia di famiglie a continuare a vivere nella più assoluta incertezza».
Adesso l’obiettivo principale resta quello di immettere al lavoro i 4.500 operai che devono svolgere 151 giornate. «Se le risorse saranno sbloccate entro la fine di maggio – spiega Lo Monaco - riusciremo a rispettare i contratti ed immettere entro l'anno tutta la platea dei forestali». Ma bisognerà approvare la manovra correttiva al più presto. L'ultima parola, dunque, spetta all'Assemblea regionale. 

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