domenica, settembre 24, 2023

La popolarità di Pablo Neruda in Italia

Pablo Neruda

di PIETRO SCAGLIONE

Gli italiani sono uno dei popoli al mondo che più apprezza il poeta e scrittore cileno Pablo Neruda, Premio Nobel per la Letteratura. A 50 anni di distanza dalla sua morte (che in realtà potrebbe essere stato un complotto ordito dai golpisti cileni), Neruda spopola anche tra i giovani e nell'immaginario collettivo popolare. 

Ad esempio, Pablo Neruda è protagonista di alcune canzoni e trasmissioni cult: dalla citazione di Renzo Arbore nella trasmissione "Quelli della notte" e nella sigla "Ma la notte no",  fino al tormentone musicale dell'estate 2023 "Disco Paradise" (di Annalisa, Articolo 31 e Fedez). 

Ma il film che consacra Neruda nell'immaginario collettivo italiano è "Il Postino" di Micheal Radford e Massimo Troisi: l'indimenticabile Troisi interpreta il postino di Salina che instaura una bella amicizia con il poeta Neruda (impersonato nel film da Philippe Noiret), che lo spinge ad amare la bella Beatrice (interpretata da Maria Grazia Cucinotta). Nel film, Massimo Troisi legge anche una splendida poesia di Neruda dal titolo "Nuda sei semplice". 

"Il Postino" è ambientato negli anni Cinquanta, anni cui realmente lo scrittore cileno era in Italia, ma fu espulso dall'allora Ministro degli Interni, il democristiano Mario Scelba. La sua espulsione scatenò proteste e scontri in piazza, nonchè la mobilitazione di celebri intellettuali dell'epoca: dal pittore Renato Guttuso agli scrittori Carlo Levi, Alberto Moravia ed Elsa Morante. 

In difesa di Pablo Neruda, perseguitato dall'Occidente perchè comunista e anticolonialista, si mobilitarono, tra gli altri, anche anche il segretario del Pci Palmiro Togliatti e il direttore dell'Unità Mario Alicata. 

Ma in generale, trasversalmente gli italiani contestarono l'espulsione di Neruda che peraltro era innamorato dell'Italia: 

"Da un posto all’altro, in queste peripezie di esiliato, giunsi in un paese che allora non conoscevo e che imparai ad amare intensamente: l’Italia. In quel paese tutto mi sembrava favoloso. Specialmente la semplicità italiana: l’olio, il pane ed il vino della naturalezza". 


Venti anni dopo quel soggiorno italiano, il Cile fu sconvolto dal Golpe di Pinochet appoggiato dagli Usa, dall'uccisione del presidente socialista Salvador Allende l'11 settembre del 1973, dall'uccisione del cantante Victor Yara (celebrato dagli Inti Illimani) e dalla morte di Pablo Neruda, il 23 settembre 1973. 

Per anni si pensò che Neruda fosse morto naturalmente per malattia. Negli ultimi mesi, invece, è forte l'ipotesi dell'avvelenamento (tesi confermata da un pool di periti internazionali) e del complotto ordito dai golpisti cileni insieme a settori Usa. E' la tesi dei familiari e in particolare del nipote Rodolfo Reyes che non ha dubbi: "Adesso sappiamo che il 'clostridium botulinum' non avrebbe dovuto essere presente nelle ossa di Neruda e che è stato assassinato nel 1973 da agenti dello Stato cileno". 

A prescindere dal giallo sulle cause della morte, resta scolpita l'importanza di un grande scrittore e poeta, autore di testi cult come "Cento sonetti d'amore", "Confesso che ho vissuto", "Poesie di amore e di vita", "Perchè tu possa ascoltarmi", "Per nascere son nato".

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