mercoledì, settembre 20, 2023

Echi medievali. Rievocazione storica della “Entrata reale nella città di Corleone di Alfonso V il Magnanimo”

Re Alfonso il Magnanimo parla ai corleonesi…


Lo scorso 10 settembre 2023 si è svolta a Corleone la quarta edizione della kermesse “Echi medievali”, organizzata dal 
Comitato e dalla Confraternita del SS. Crocifisso della Catena, il cui corteo storico ha fatto il seguente percorso: Piazza G. Vasi, Via Cammarata, Via Firmaturi, C.so Bentivegna, Via Marsala, Discesa S. Rocco, Via dietro S. Leonardo, Corso Bentivegna, Piazza Falcone e Borsellino. 

L’evento ha vissuto il suo momento più importante nella “Entrata reale nella città di Corleone di Alfonso V il Magnanimo”. Evento accaduto realmente nell’anno 1434. 

Crediamo di fare cosa gradita ai lettori pubblicando i discorsi pronunciati dai rappresentanti della Città demaniale di Corleone e da Alfonso V il Magnanimo, così come egregiamente ricostruiti dalla prof.ssa Maurilia Rizzotto (con l’aiuto del prof. Lillo Ridulfo), che ringraziamo per averceli gentilmente messi a disposizione.  Buona lettura! (dp)


Il corteo storico in via Bentivegna

Il corteo storico in via Bentivegna

a.D. MCDXXXIV (anno Domini 1434)

Ingresso e accoglienza della corte reale da parte dell’Universitas di Corleone

I Rappresentanti dell’Università di Corleone:

Baiulo: Guillelmo Bracco

Capitano della Terra: Oberto de Palacio

Giurati: nobile domino Antonio Xarriano (e la moglie Aymuda), regio milite Henrico de Pictacholis seniore, Lorino de Diana, Miliadusso de Risico – loro notaio Odino Bruno

Giudici: Nicolò Bracco, Jacopo de Pictacholis

Notaio della Curia Civile: Michaeli de Murria,

I probi: il not. Jo Philadello, Jo de Milacio, Jo de Burgio, Paulj de Pasqualj, il not. Andrea de Orubella, Antonio Savarecto, Antonio de Ardizono, mro Andrea Scaturro, Jacopo Jacobo, Nicholaj de Presto, Bartholomeo Castagnino

Università dei giudei: Xalomus Minzil con la moglie Benedicta  e Joseph da Tripoli con la moglie Altadonna.

Vicario foraneo: Donnus Bartholomeus de Thoro:

“Onoriamo e salutiamo Sua Maestà Alfonso d’Aragona, della reale casata di Trastàmara, per grazia di Dio, Re delle terre di Aragona, Valencia, Maiorca, Sardegna, Napoli e Sicilia. Re di Gerusalemme e d’Ungheria. Conte di Barcellona, Rossiglione e Cerdagna, Duca di Atene e Neopatria. 

Onoriamo e salutiamo Sua Altezza Reale Maria di Castiglia, regina Consorte d’Aragona, Valencia, Maiorca, Sicilia, Sardegna e Corsica

Contessa di Barcellona e delle contee catalane”. 

Rappresentante dell’università di Corleone, Baiulo: Guillelmo Bracco:

“Maestà, Altezze Reali, illustri Membri della corte, distinte Autorità religiose e civili, a Voi rivolgo un saluto di benvenuto a nome del popolo di Corleone, dei rappresentanti del senato e dell’università tutta.

Ci onoriamo di accoglierVI nell’animosa terra di Corleone e Vi ringraziamo per il privilegio concesso della Vostra visita.

Vostra Reale Maestà, abbiamo atteso con ansia la Vostra venuta, bramosi di conoscere la Vostra persona e di poter conferire con Voi.

Siamo certi che grazie alla Vostra magnanimità potrete comprendere la comunione di intenti che ci conduce a chiedere il rinnovo degli antichi privilegi e la concessione di nuovi.

Vostra Grazia, vi chiediamo di concedere l’Autorizzazione al rifacimento delle antiche mura, nel nome di Federico II costruite in questa terra da gloriosa popolazione lombarda, affinché esse possano continuare ad essere sicure ed inespugnabili.

Voglia Vostra Maestà, udendo le nostre richieste, accogliere il desiderio del popolo di Corleone concedendo tale beneficio”.

Re Alfonso:

“Ringraziamo voi per la prodiga accoglienza riservata alla nostra persona e ai membri della nostra corte. È nostro l’onore di calcare la soglia che ci porta ad una terra sì antica, celebre per lealtà e coraggio.

Mostrateci le mura, i palazzi, le fortezze, i due Castelli e ogni cosa che le hanno dato fama nei secoli.

Popolo di Corleone, figli di questa Animosa terra, noi, re Alfonso d’Aragona a voi rivolgiamo queste parole. A voi pronunciamo il sentimento di gioia che la nostra presenza in questo luogo emana.

Durante il cammino, mai abbiamo cessato di contemplare la magnificenza di queste terre e la ricchezza che va oltre la loro fama.

Abbiamo ammirato i vigneti, i mulini, il grano dorato, l’operosità delle genti, i marmi preziosi e la sontuosità delle chiese.

Dall’alto di queste mura, alla vista di questa porta delle Buccerie dischiusa tra ciò che è accaduto e ciò che accadrà, la memoria ripensa all’immensa storia di cui siete figli, al coraggio di uomini e donne che hanno lottato durante le imprese gloriose dei Vespri.

In memoria e onore di quella lotta vi diciamo che non sarete mai sottomessi ad alcuno, poiché confermiamo e stabiliamo che questa terra non sarà mai data in feudo… e concediamo a voi di opporvi qualora la stessa corte regia cercasse di alienarla o di cederla ad altri.

Per tutto ciò che ritenete prezioso su questa terra, vi invitiamo ad essere sempre uniti e a resistere ad ogni ostacolo che i tempi potranno condurre e a divenire voi stessi “roccaforte” ricolmando il vostro animo di audacia e coraggio.

Siate fortezza nella fortezza, poiché noi, ordiniamo che le mura tornino all’antico splendore e che possano sempre difendere la città e il suo popolo.

Da ora in poi, sia l’Universitas della terra di Corleone esente di una parte dei proventi dovuti e che i tributi siano impiegati per la riparazione delle antiche mura di essa.

Siano resi al popolo di Corleone tali inviolabili privilegi.

Così sarà sottoscritto col mio sigillo.

Così sarà affinché la Gloria regni nei secoli su queste terre”. 








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