venerdì, settembre 02, 2011

20° anniversario omicidio Dalla Chiesa: CGIL, ancora troppi lati oscuri

Carlo Alberto Dalla Chiesa
“Il Generale Dalla Chiesa fu ucciso perché aveva compreso quanto fossero forti e potenti le infiltrazioni mafiose nell'economia e soprattutto quanto lo fossero i legami fra mafia e politica”. Lo sostiene Luciano Silvestri, responsabile Legalità e sicurezza della Cgil nazionale in occasione del ventinovesimo anniversario della morte del generale dei carabinieri avvenuta il 3 settembre del 1982, quando “Cosa Nostra” eliminava, sotto una pioggia di proiettili sparati da un Kalashnikov in via Carini, il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e l'agente di scorta Domenico Russo. Carlo Alberto Dalla Chiesa era stato nominato Prefetto di Palermo da soli tre mesi, immediatamente dopo l'uccisione, da parte della Mafia, dell'allora parlamentare del Pci, Pio La Torre. “Sono molti i lati oscuri di quella vicenda sui quali ancora oggi non si è riusciti a trovare la verità - dice Silvestri - primo fra tutti il fatto che oltre agli esecutori e ai Capi mafia che ordinarono la strage, non sono stati individuati i mandanti politici nonostante che tutte le sentenze indichino come accertato questo collegamento. Depistaggi, falsificazioni, connivenze e reticenze hanno impedito alla magistratura di fare piena luce”. “Nel giorno del 29° anniversario della sua morte - afferma Silvestri a nome della Cgil - vogliamo commemorare la figura di Dalla Chiesa partendo innanzitutto dal bisogno che abbiamo di non dimenticare tutto ciò che, anche in circostanze purtroppo tragiche, ha segnato la storia del conflitto fra quanti hanno a cuore il rispetto di uno stato di diritto e quanti,mafiosi o conniventi, vogliono calpestarlo”. Se non si affrontano questi nodi strutturali che strozzano il paese, riducono gli spazi di democrazia e riducono le libertà, dalla crisi non riusciremo mai a uscire e soprattutto non riusciremo a costruire un futuro di crescita economica, civile e sociale. “Il sacrificio di uomini come Dalla Chiesa - conclude Silvestri - che, avendo già allora intuito il legame forte fra mafia e politica e si batteva per sconfiggerlo, rappresentano oggi un valore ed un esempio dal quale trarre le ragioni e la forza per continuare la battaglia necessaria per la legalità”.

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