mercoledì, settembre 21, 2011

Ars, slitta a martedì la mozione di censura su Russo. La maggioranza “aventiniana” salva l’ex pm. Scontro in Aula tra Cracolici e Cascio.

Palazzo dei Normanni, sede dell'Ars
di Salvo Cataldo Tutto rinviato a martedì. Ancora sei giorni di tempo per prima di discutere la mozione di censura nei confronti dell’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo. A ‘salvare’ l’ex pm da una possibile bocciatura dell’Aula è stata la mossa ‘aventiniana’ di una maggioranza sempre più sfaldata, che al termine di quattro ore di seduta minaccia di lasciare Sala d’Ercole perché in disaccordo con la Presidenza sulla decisione di proseguire nella trattazione dell’atto d’accusa contro l’ex pm, nonostante la pregiudiziale presentata da Pd e Mpa. Strategia che ha convinto Cascio a chiudere i lavori e a rinviare il tutto, salvando Russo e il governo da una probabile debacle. Tutto parte dalla riproposizione, da parte di Mpa e Pd, del meccanismo che il 12 luglio scorso consentì a Russo di sfuggire al voto dell’Assemblea. La strategia viene replicata: “Questo testo è già stato respinto dall’Aula – spiega Cracolici -, se lo si ripresenta identico non può essere trattato. Presentiamo la questione pregiudiziale, la Presidenza non può accettare la discussione della mozione”. La tesi riceve il sostegno anche del governatore Lombardo, arrivato a Palazzo d’Orleans con tutto il governo per ‘proteggere’ il suo assessore simbolo. La sospensione di mezz’ora porta invece gli uffici di Torre Pisana a respingere le richieste della maggioranza, che mal digerisce la decisione di Cascio. “La Presidenza deve farsi garante del buon funzionamento dei lavori – spiega lo scranno più alto di Sala d’Ercole -. La funzione di controllo dell’Assemblea non può essere compressa perché si aprirebbe un ‘vulnus’ insanabile delle prerogative dell’opposizione”. Poi la frase finale: “La questione pregiudiziale è inammissibile”. La decisione di Cascio manda su tutte le furie gli uomini della maggioranza e si apre una sosta dei lavori che durerà per oltre un’ora. Nei corridoi dell’Ars inizia la caccia ai dissidenti e partono i conteggi sul numero legale: la quota da raggiungere è 41, vista l’assenza di alcuni deputati in congedo, e diversi esponenti del Pd (Mattarella e Di Benedetto su tutti) sembrano pronti a restare in Aula. E’ il segnale che la maggioranza vacilla e che il destino di Russo, che intanto ha presentato una memoria difensiva di 28 pagine per rispondere alle accuse del Pdl, è appeso a un filo. Alla ripresa dei lavori scatta la strategia dell’Aventino, con Cracolici che attacca duramente Cascio e ne mette in discussione il ruolo di super partes: “Non riconosciamo la decisione della Presidenza e la consideriamo una gravissima violazione procedurale che mette in discussione le prerogative dei parlamentari. Non spetta alla Presidenza valutare l’ammissibilità della questione procedurale – prosegue il capogruppo del Pd –. La sua decisione è un fatto molto grave – aggiunge rivolgendosi direttamente a Cascio -, oggi si apre un problema di equilibrio e di garanzia della Presidenza nella conduzione dell’Aula”. Infine l’annuncio: “Non parteciperemo ad alcuna votazione e abbandoneremo l’Aula”. Stessa decisione per Mpa e Fli, mentre l’Udc di Giulia Adamo annuncia di voler restare in Aula “per onorare il Parlamento e la democrazia” votando No alla mozione di censura. Conti alla mano, in Aula sarebbero rimasti in 36 e con il probabile ‘soccorso’ di cinque dissidenti del Pd la maggioranza sarebbe andata in frantumi, e con essa il governo. A questo punto l’intervento di Cascio, che dopo aver risposto a Cracolici (“non riconoscere la decisione della Presidenza è un fatto molto grave e che non può passare in secondo piano, in questi anni ho sempre cercato di tutelare i diritti di maggioranza e opposizione”), invita la maggioranza a riflettere sulle proprie decisioni: “Abbandonare l’Aula significherebbe creare una ferita profonda al Parlamento”. Poi l’annuncio che fa tirare un sospiro di sollievo al governo: “In queste condizioni non posso andare avanti. Con mezza assemblea fuori chiudo la seduta e inserisco la mozione di censura all’ordine del giorno di martedì”.
Fonte: Siciliainformazioni.com
21 settembre 2011
La memoria dell’assessore alla Salute, Massimo Russo

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