sabato, settembre 17, 2011

Mafia, strage Borsellino: inchiesta sul depistaggio

La strage di via D'Amelio
di ALESSANDRA ZINITI
C'è un nuovo filone di indagini sull'eccidio di via D'Amelio. Riguarderà il "colossale depistaggio", dicono i magistrati di Caltanissetta, legato alla manipolazione delle dichiarazioni di Vincenzo Scarantino. Indagati tre dirigenti della polizia
Chiusa l'indagine della Procura di Caltanissetta scaturita dalle recenti dichiarazioni dei pentiti Gaspare Spatuzza e Fabio Tranchina che porterà alla revisione del processo, resta invece aperta quella sul "colossale depistaggio", come lo hanno definito i magistrati nisseni, che per anni avrebbero operato alcuni degli inquirenti del gruppo Falcone-Borsellino.
Ieri il procuratore Sergio Lari ha depositato nell'ufficio della Procura generale una memoria di mille pagine con la quale chiede al pg Roberto Scarpinato la revisione del processo per le cui condanne, ormai passate in giudicato, sono in carcere degli innocenti, condannati all'ergastolo; sette uomini accusati ingiustamente dalle dichiarazioni del falso pentito Vincenzo Scarantino. Dovrebbero essere adesso scagionati e rimessi in libertà, dopo la celebrazione del processo di revisione, Salvatore Profeta, Cosimo Vernengo, Giuseppe La Mattina, Giuseppe Urso, Gaetano Murana, Natale Gambino e Gaetano Scotto. Nel nuovo processo dovrebbe ritrovarsi imputato anche Gaspare Spatuzza che si è autoaccusato del furto della 126 imbottita di tritolo poi posteggiata in via D'Amelio in attesa del giudice Borsellino.
Stralciato invece il filone d'indagine sul depistaggio dove restano iscritti tre funzionari di polizia per calunnia aggravata: Vincenzo Ricciardi, attualmente questore di Bergamo, Salvatore La Barbera, dirigente della Criminalpol a Milano, e Mario Bo, dirigente della Squadra mobile di Trieste: secondo l'accusa i tre funzionari avrebbero indotto Salvatore Candura, Francesco Andriotta e Vincenzo Scarantino a mentire in merito alle stragi del '92.
Scarantino sarebbe stato indotto ad accusarsi di essere l'autore del furto della Fiat 126 imbottita di tritolo esplosa in via D'Amelio. Le sue dichiarazioni depistanti sarebbero state "suggerite" dagli stessi investigatori che avrebbero anche "taroccato" un verbale del 1994. Agli atti dell'inchiesta sono finiti alcuni fogli con le annotazioni di un poliziotto che avrebbe imboccato Scarantino alla vigilia dei suoi convulsi e contraddittori interrogatori in aula nei sette processi celebrati sulla strage.

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