venerdì, luglio 28, 2023

REGIONE SICILIA. Sanità, saltate 241mila visite, 48 milioni per recuperare. Metà della torta va ai privati

L’assessora alla Salute Giovanna Volo Qui accanto, il governatore Schifani e il superdirigente Salvatore Iacolino (foto Mike Palazzotto)

Piano di Schifani per tagliare le liste d’attesa Maglia nera al Policlinico di Messina e all’Asp di Palermo


di Giusi Spica

Un cronoprogramma in due tappe per recuperare 39.506 ricoveri e 241.841 visite ed esami saltati in Sicilia tra il 2020 e il 2022 a causa della pandemia. A nove mesi dal suo insediamento, la giunta Schifani vara un nuovo piano per l’abbattimento delle liste d’attesa, dopo quello che nella scorsa legislatura si è rivelato un flop. Sul tappeto ci sono 48,5 milioni di euro erogati dal governo nazionale e non spesi dalle aziende sanitarie e ospedaliere. Lo fa chiamando in aiuto i privati, ai quali sarà destinata la metà dei finanziamenti. 


La Sicilia è la terzultima regione per quota di finanziamenti spesi in questi anni: sono stati recuperati appena 13.754 ricoveri (il 40 per cento) e 63.089 prestazioni ambulatoriali ( il 48 per cento) a fronte di regioni del Nord con percentuali di recupero superiori al 70 per cento. Sul fronte dei ricoveri e degli interventi chirurgici, le aziende meno virtuose sono state il Policlinico di Messina, con ben 5.599 prestazioni rimaste in stand-by in tre anni, seguito dal Civico di Palermo ( 5.247) e dall’Asp di Messina ( 3.662). Le più virtuose sono state invece il Bonino Pulejo di Messina (nessun intervento da recuperare) e il Policlinico San Marco (38 interventi). 
Sul fronte delle prestazioni ambu-latoriali, invece, la maglia nera spetta all’Asp di Palermo con 82 mila visite ed esami da recuperare, seguita dall’Asp di Trapani (35.061) e dal Papardo di Messina (32.236). Bene invece l’Asp di Enna, l’Asp di Agrigento e il Civico di Palermo che hanno azzerato l’arretrato utilizzando tutti i fondi che lo Stato aveva messo a disposizione. Fondi che altre aziende hanno lasciato nei cassetti o stornato per altre voci di spesa. «Adesso — spiega il direttore del dipartimento Pianificazione strategica Salvatore Iacolino, durante la conferenza stampa di presentazione del piano a Palazzo d’Orleans — ci siamo dotati di una piattaforma che ha scrematole liste delle prestazioni non più richieste perché già erogate e di un sistema informatico che monitorerà l’avanzamento del piano». 
Il primo step prevede di recuperare entro dicembre 10.856 ricoveri e 4.329 prestazioni ambulatoriali saltate tra il 2020 e il 2021, mentre nell’anno successivo saranno smaltitele prestazioni non erogate nel 2022. « L’azzeramento delle liste d’attesa — dice il presidente Renato Schifani — è uno dei capisaldi del mio programma di governo. Superata la fase dello sfoltimento, proseguiremo con un sistema più efficiente per le prenotazioni e le erogazioni, per garantire ai siciliani l’inalienabile diritto alla tutela della salute e soprattutto in tempi ragionevoli». 
Il governo ha chiamato a raccolta i privati, che nei mesi scorsi sono tornati a battere cassa rivendicando l’aumento del budget e promuovendo scioperi e serrate. Adesso passano all’incasso, ricevendo la metà dei fondi che il pubblico non è riuscito a utilizzare. « Sono state le stesse aziende pubbliche a comunicarci che possono recuperare solo il 50 per cento dell’arretrato » , spiega Iacolino. I privati si sono impegnati a “scontare” del 10 per cento le tariffe. « Riusciremo così non solo a rimetterci al passo con l’erogazione delle prestazioni, ma anche a implementare un sistema che consentirà di non ritrovarci più in situazioni di disagio», spiega l’assessora alla SaluteGiovanna Volo. 
Tra i pilastri del piano c’è la condivisione delle liste d’attesa al livello provinciale, con il meccanismo della mobilità dei pazienti, una volta ottenuto il loro consenso. Ai medici che accettano di fare gli straordinari saranno riconosciuti 80 euro l’ora, mentre 50 euro andranno agli infermieri. Un piano ambizioso che rischia però di scontrarsi con le carenze di personale che hanno messo in ginocchio molti ospedali, costretti a chiudere interi reparti o a ricorrere a esterni e specializzandi per tenere aperti i pronto soccorso.

La Repubblica Palermo, 28/7/2023


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