sabato, luglio 15, 2023

Dell’Utri: “Sarà la più grande e completa biblioteca sulla Sicilia”. Arci Sicilia: “Un brutto segnale che si affidi uno spazio culturale ad un condannato per concorso esterno in associazione mafiosa”

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«Sarà la più grande e completa biblioteca tematica sulla Sicilia esistente al mondo. L’ex senatore Marcello Dell’Utri spiega le motivazioni che lo hanno spinto a donare alla città di Agrigento un Fondo librario di circa 10.000 volumi antichi e moderni sulla storia della Sicilia.

L’opposizione di Arci Sicilia ed Arci Agrigento: «Discutibile il silenzio delle istituzioni sull’iniziativa di Dell’Utri. Un brutto segnale affidare uno spazio culturale a una persona condannata con sentenza definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa»

(l.r.) Sull’ipotesi di una biblioteca all’interno della Valle dei Templi promossa dall’ex senatore Dell’Utri, intervengono anche Arci Sicilia ed Arci Agrigento con la seguente nota: «Appare discutibile il silenzio delle Istituzioni che hanno competenza sul Parco Archeologico della Valle dei Templi a seguito della notizia diffusa dalla stampa della possibile realizzazione di una biblioteca nell’area archeologica di Agrigento promossa dall’ex senatore Dell’Utri. L’annuncio, reso pubblico in questi giorni - prosegue la nota - parla addirittura di un progetto su cui si lavora da un anno e che prevederebbe perfino l’inaugurazione in pompa magna in occasione delle celebrazioni di Agrigento Capitale della Cultura. Vogliamo sperare si tratti di una uscita improvvida dell’interessato e che nessuna delle Istituzioni culturali interessate abbia assunto scelte definitive in tal senso. Nella Sicilia dalle mille contraddizioni, nella città scelta come Capitale della Cultura - si legge ancora nel documento diffusa da Arci Sicilia e Arci Agrigento - le affidare uno spazio pubblico culturale d’eccellenza a una persona condannata in via definitiva a 7 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa e che mai ha preso le distanze da quel passato per cui è stato condannato, proprio all’interno di quella stessa Valle ricca di storia, dove trent’anni fa risuonò l’anatema di Papa Wojthila contro i mafiosi e in un territorio dove sono nati e cresciuti i giudici Livatino e Saetta, Accursio Miraglia, Vincenzo Di Salvo e tante altre vittime della mafia».

La Sicilia, 14 luglio 2023

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