lunedì, luglio 10, 2023

Mafia, colpo al clan di Resuttana: 18 arresti, ci sono anche un notaio ed un commercialista


Sedici persone in carcere e due ai domiciliari. E' il bilancio della maxi operazione della polizia che all'alba di oggi ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 18 indagati appartenenti al clan di Resuttana. Le accuse sono: associazione di tipo mafioso, estorsione con l’aggravante del metodo mafioso, concorso in associazione di stampo mafioso, detenzione di arma comune da sparo.

Il provvedimento scaturisce da una complessa attività di indagine avviata dalla polizia e coordinata dalla locale Procura della Repubblica che ha consentito di definire l’organigramma della famiglia mafiosa di Resuttana. Sono emersi vari episodi legati alla riscossione del pizzo a danno di esercenti di attività commerciali ed imprenditori del quartiere, nonché il controllo e la gestione dei servizi funerari all’ospedale di Villa Sofia. Tutte attività illecite che rappresentano per la famiglia mafiosa di Resuttana fonte primaria di guadagno. 

"Il pizzo si conferma per Cosa nostra utile per mantenere il controllo del territorio di riferimento e garantirsi il sostentamento dell’organizzazione e delle famiglie dei detenuti - dicono dalla polizia -. Estorsioni effettuate tramite diverse condotte, come la cosiddetta 'messa a posto', consistente nell’esborso di una somma di denaro da far confluire nella 'baciliedda' a disposizione della cosca, nonché nel recupero dei crediti vantati da persone vicine alla 'famiglia'"

"La gestione delle estorsioni avrebbe creato anche delle fibrillazioni tra i due mandamenti confinanti, Resuttana e San Lorenzo, definite nel corso di una riunione chiarificatrice tra i rappresentanti delle due famiglie - aggiungono dalla questura -. Il quadro indiziario ha dimostrato il capillare controllo del territorio esercitato dal clan mafioso anche attraverso rapporti stretti con alcuni professionisti di settore o appartenenti al locale mondo imprenditoriale".

Infatti, tra i destinatari del provvedimento restrittivo, figurano alcuni insospettabili, appartenenti alla cosiddetta “zona grigia” ed espressione delle contiguità tra professionisti locali, medi e piccoli imprenditori ed esponenti, anche apicali, del clan. "Emergono le figure di un commercialista, Giuseppe Mesia, gravemente indiziato di associazione di stampo mafioso in qualità di consigliere economico del capo mandamento; di un notaio, Sergio Tripodo, sospettato di concorso in tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso; di un imprenditore edile, sospettato di concorso in tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso; di un imprenditore attivo nel settore della vendita di calzature, sospettato di concorso in associazione di stampo mafioso ed estorsione aggravata dal metodo mafioso ed infine un imprenditore attivo nel settore della locale ristorazione, ritenuto gravemente indiziato di associazione di stampo mafioso", aggiungono dalla polizia.
 
Effettuato il sequestro preventivo delle società Almost Food e la Gbl Food che gestiscono la nota catena di esercizi commerciali con insegna “Antica polleria Savoca”. Questo provvedimento è suffragato dal documentato controllo da parte del sodalizio criminale delle attività economiche con forme di penetrazione tale da poter rientrare nella nozione di “impresa mafiosa”.

Per le delicate fasi dell’operazione l’operazione è stata supportata dai reparti speciali della polizia tramite equipaggi del Reparto prevenzione crimine, dell’unità cinofila e di un elicottero.

Secondo il questore Laricchia: “L’operazione di polizia che stamani ha portato all’esecuzione di 18 misure cautelari, ha disarticolato il mandamento mafioso di Resuttana, decapitandolo del suo reggente e di altri uomini d’onore che ne costituivano figure di spicco nella gestione di sistematiche attività di estorsione ai danni di imprenditori di ogni ambito. Ma l’aspetto più rilevante consiste nell’aver portato alla luce la collaborazione alle attività criminali di professionisti,  la cosiddetta borghesia mafiosa, che non ha esitato a mettere a disposizione le proprie competenze a vantaggio di cosa nostra. Ulteriore infiltrazione nell’economia si è realizzata mediante imprenditori della ristorazione che hanno a tutti gli effetti costituito una vera e propria impresa mafiosa insieme con il reggente del mandamento, con grave alterazione della concorrenza e della libertà di iniziativa economica.  Questa operazione purtroppo fa emergere come, contrariamente al discorso pubblico ufficiale,  una parte del mondo delle professioni e dell’impresa sia permeabile ai facili guadagni conseguiti attraverso l’utilizzo della forza intimidatrice della mafia”.

Palermo Today, 10 luglio 2023

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