mercoledì, settembre 08, 2021

A Corleone ricordato il 62° anniversario dell’eccidio del carabiniere scelto Clemente Bovi

Un momento della commemorazione

CORLEONE
 (PA): 
ricorre oggi il 62° anniversario dell’uccisione del Carabiniere Scelto Clemente Bovi, insignito della Medaglia d'Oro al Valor Militare con D.P.R. del 25 settembre 1960. Alle ore 10.00 di questa mattina, in località Bicchinello di Corleone, luogo del tragico evento, è stata deposta una corona d’alloro presso il cippo commemorativo eretto nel dicembre 2009. Alla commemorazione erano presenti il figlio del decorato signor Vito Andrea Bovi, il Sindaco di Corleone Dott. Nicolò Nicolosi, il Presidente del Consiglio Comunale Rag. Pio Siragusa, i Comandanti del Gruppo Carabinieri di Monreale e della Compagnia di Corleone, l’Associazione Nazionale Carabinieri con le rappresentanze delle Sezioni di Ciminna e Prizzi.

Il Carabiniere Scelto Clemente BOVI era effettivo alla Stazione Carabinieri di Caltabellotta. L’8 settembre 1959, di ritorno da un permesso fruito presso la propria famiglia, veniva fermato – di notte ed in aperta campagna – da sei malfattori, i quali avevano già commesso altre dieci rapine. Pur sotto la minaccia delle armi, estraeva la pistola d’ordinanza ed ingaggiava, da solo e allo scoperto, violento conflitto a fuoco, nel corso del quale uccideva uno dei banditi e ne feriva probabilmente un altro finché, colpito al petto da una fucilata, cadeva al suolo esanime dopo aver messo in fuga i malviventi.

 

1 commento:

Gianfranco MILILLO ha detto...

Il quotidiano Telestar del 26 maggio 1964 (appena 10 giorni dopo l’arresto di Leggio) titolava: “Dopo 5 anni di fuga ha deciso di affrontare il carcere a vita. Si è arreso l’assassino del carabiniere Bovi. È Francesco Guarisco che durante un conflitto a fuoco lungo la statale di Corleone, uccise a fucilate il milite” (Fig. 43).
Infatti Francesco Guarisco, il protagonista di uno degli episodi più esecrabili della storia del banditismo in Sicilia, l’uccisione del carabiniere Clemente Bove, si costituì nelle mani di mio padre e del Cap. Carlino che lo attendevano nei pressi del ponte “Casale”, e più precisamente in località “Case Moscato” di Corleone, nello stesso luogo dell’omicidio. Così titolavano i giornali: “Il bandito già condannato nel dicembre del 1962 all’ergastolo, offrendo i polsi agli ufficiali dell’Arma ha detto”: “Ho fiducia in voi e sono certo che mi renderete giustizia, ecco perché mi costituisco”. Contestualmente alla ricerca della Primula Rossa, mio padre non tralasciò le ricerche del Guarino che sembrava volatilizzato.