mercoledì, settembre 15, 2021

Palermo. Messaggi di solitudine: Noemi svela la città degli invisibili

di Salvo Palazzolo
I vocali della ragazza morta di overdose inviati al volontario che l’assisteva sono diventati un diario che racconta una vita di degrado " Non è stata aiutata"
«Nino Ciao, da ieri dormo in mezzo alla strada perché quella amica mia, diciamo amica, non è più venuta a prendermi» , dice in un messaggio vocale. «Sto girando tutti i posti del mondo — sussurra in un altro — Dallo Sperone a via Messina Marine. Dalla stazione a Ballarò». È il mondo di Noemi Ocello, morta di overdose a 32 anni, il 7 dicembre dell’anno scorso. In tanti la conoscevano a Palermo, chiedeva l’elemosina nelle vie del centro. «Non ho raccolto neanche un euro oggi», diceva in un altro vocale. E poi, ancora: «Ieri, è stata un giornata piena di pioggia e in mezzo alla strada. Oggi, in mezzo alla strada senza pioggia. Almeno spero… senza ombrello, senza niente».

La voce trema, s’interrompe, è soffocata dai clacson e dal traffico. « Ho fatto una colletta per l’ombrello, ma poi l’ho scordato, prima della grande pioggia » . Il 3 settembre 2019, alle 10.41 dice: «Sono sempre in bilico… a piazza Bellini, buttata per terra, che aspetto le sette di sera».

Dal telefonino di Nino Rocca, l’instancabile volontario che aveva provato ad aiutarla, emergono i messaggi di una giovane che si era persa nelle strade di Palermo. « La drammatica realtà è che nessuna istituzione è riuscita ad aiutarla » , accusa Gilda Sciortino, giornalista impegnata nel sociale, che a Noemi Ocello ha dedicato un bel libro, scritto insieme a Victor Matteucci, si intitola "Noemi crack bang. La banalità del male" (Edizioni Mediter Italia).

I messaggi vocali di Noemi sono il drammatico diario della città degli invisibili. 5 febbraio 2019: « Ho la febbre e ho molto freddo, c’è stata la bufera e me la sono presa tutta, sono tutta bagnata ».È il 6 febbraio: «Volete capire che sono una madre con un figlio? Lui chiede di me, vuole la mamma, dice: "Vieni stasera?". E piange » . Il figlio è stato affidato alla madre di Noemi. « Va bene, ora mi rimettete nel centro di accoglienza. E cosa succede? Lo riavrò adesso mio figlio?».

Noemi è seguita dal Sert, dai servizi sociali. « Ma nessuno ha una visione di insieme » , dice Gilda Sciortino. E Noemi è sempre più sola nelle strade di Palermo, che immortala nei suoi scatti. E poi posta le foto su Facebook. Si vedono i vicoli della Vucciria che attraversa, le luci della notte, le persone di spalle in via Maqueda.

Dodici febbraio: « La voce va meglio, ma ho la tosse — dice ancora a Nino Rocca — sono rimastadue giorni senza dire una parola. Non demordo. Oggi ho disegnato » . Tredici febbraio, è ospite in un centro di accoglienza: « Non ho nemmeno fatto colazione, perché non c’era nulla. Ho chiesto mille volte se possono aiutarmi a prendermi gli assorbenti, ma nemmeno quello è possibile. Cavolo, ho delle esigenze. Non credo di essere un cane randagio e i signori vengono pagati dal Comune ».

Torna in strada. La notte del 17febbraio, dorme in un vicolo di Ballarò, vicino piazza Brunaccini. Due giovani la immobilizzano, la violentano. La sera dopo, risponde a Nino Rocca, che l’ha cercata per tutto il giorno: «Sto molto male — dice il messaggio vocale — per fortuna mi hanno ospitata, ma non tornerò al dormitorio ».

Siamo al 21 marzo: « Sono appena uscita dalla Posta, ho concluso la domanda del reddito di cittadinanza… ma intanto ho perso 10 chili in un mese » . Noemi non riesce a uscire del tutto dal giro della droga. Negli ultimi mesi va ad abitare in un vecchio pub abbandonato in Discesa delle Capre, una traversa di via dei Candelai. Ha conosciuto Mario, un ragazzo della Costa d’Avorio, un tempo faceva l’animatore nei locali della movida, poi anche lui è caduto nella spirale della droga. E trascina nuovamente Noemi nel baratro, vanno a stare in una fabbrica abbandonata dello Sperone. «Puzza in modo incredibile — dice lei — quando l’abbraccio poi puzzo pure io… non posso continuare così… lui non può stare senza di me, sono il suo aiuto. Ma io non mi posso sdirrubbarecosì».

Noemi continua a fare colloqui con gli psicologi e gli assistenti sociali. Nino Rocca continua invece instancabile il suo lavoro di collegamento fra tutte le istituzioni che dovrebbero intervenire. Ma Noemi resta in strada. Un giorno si sfoga: «La legge deve vedere quello che faccio per cambiare, la legge lo vede che sono sola come un cane?».

Qualche giorno prima dell’overdose, manda un messaggio ad alcuni amici: « A tutti voi un in bocca al lupo con illeit motiv della mia canzone preferita: " 21 grammi". Fa così: " Il destino corre troppo e non ha orecchie per sentire. A volte senti il peso, è una domanda che ti opprime. Quindi vivi cercando il tuo posto per un lieto fine". Io no, non sono pronta a rassegnarmi».

La Repubblica Palermo, 15/9/21

 

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