domenica, agosto 19, 2012

Campi di lavoro "Corleone 2012", mille emozioni, una parola: “Resistere”


di Adriana Sensi*
Sono trascorsi pochi giorni da quando sono tornata da Corleone, dove ho partecipato, per il quarto anno, al progetto “Liberarci dalle spine”. Desidero fare una piccola riflessione su questa bellissima esperienza che mi fa sentire ogni volta più ricca  di valori. Provo a descrivere alcuni momenti vissuti insieme a quanti hanno partecipato. Mi sono portata a casa tanti ricordi e tantissime immagini mi passano per la mente. Uno dei momenti più intensi era l'ora del pranzo che coincideva con il ritorno dei ragazzi dai campi. Chiudo gli occhi e vedo i volti stanchi, sudati, dei soci, dei giovani, dopo una mattinata passata sotto il sole. Noi “cuoche forse, anche un po' nonne”, eravamo pronte ad offrire loro un primo spuntino fatto con il buon  pane siciliano, ed  ecco che fioccavano i sorrisi.

Ripenso anche a qualche momento di tensione percepito durante le verifiche. Ci sono regole da rispettare, che a volte sembrano eccessive ai ragazzi, ma occorre riflettere in quale contesto e luogo ci troviamo; le azioni quotidiane che compiamo devono essere dettate da un unico fine: valorizzare la Cooperativa “Lavoro e non solo”, non  basta il duro lavoro nei campi, ma è necessario curare l'immagine che viene offerta alla cittadinanza, che diventa, a mio parere, sempre più interessata e partecipe.
Mi accompagnano i ricordi dei tanti  amici che abbiamo incontrato durante le visite ai luoghi simbolo per la lotta alla mafia, a quanti sono venuti a casa Caponnetto: fra i tanti Don Luigi Ciotti protagonista di un incontro. All'inizio della riunione i ragazzi erano ammutoliti, consapevoli dell'importanza degli argomenti da affrontare, superato il primo momento, riaffiorò la loro naturale esuberanza e spontaneità e infine, durante il dialogo, emerse la maturità che caratterizza i tanti giovani che partecipano ai campi di lavoro. Al termine della riunione feci omaggio a Don Ciotti del libro “ Mani solidali, Viaggio fra le sartorie”, prodotto dall'Auser Toscana, dopo uno sguardo veloce ai titoli e alle immagini, ricambiò il dono con un gesto affettuoso e una frase di apprezzamento. E' difficile descrivere in modo appropriato i sentimenti che si provano in quindici giorni così intensi di emozioni: i rapporti affettuosi fra pensionati toscani e siciliani, con i soci e con i ragazzi.
Il momento dei saluti, è il più difficile da affrontare e il più bello da ricordare, è uno di quei momenti dove, a mio parere, è possibile cogliere il fortelegame che si crea fra generazioni. Nel silenzio e nell'intimità della mia casa, la notte, quando il sonno stenta ad arrivare, rivedo il biglietto di Giovanni e Pietro scritto in un foglietto di quaderno, “ per Adriana, Dina e Lidia, care ragazze ci avete preso il cuore, non solo con i vostri manicaretti, ma soprattutto  con la vostra energia e simpatia. Conoscervi è stato un privilegio, siete grandi un abbraccio”. Ricordo l'abbraccio di  Chiara e la sua voce, che dice: “ci stiamo organizzando per venire a farvi visita”, Lorenzo che ci ha chiesto la disponibilità di un incontro congiunto nella sua scuola per parlare di legalità e di giustizia e i tanti, tanti abbracci, che mi porto nel cuore insieme a quelli degli anni passati.
Ricordo, in particolare, i ragazzi con i quali mantengo un rapporto amichevole, fatto di stima e condivisione degli stessi valori. Un pensiero affettuoso è per Matteo Biagi.
Termino ricordando l'ultima verifica nella quale i coordinatori, fra l'altro, invitarono tutti noi ad individuare e riportare a casa una parola, che raccogliesse in se l'esperienza da noi vissuta. Ho riflettuto molto perché tante sono  le parole appropriate, ne ho scelta una che ho imparato e praticato nella mia lunga militanza in CGIL, valida ancora oggi in tutti i contesti: nel lavoro, nel volontariato, nella vita, “RESISTERE”.

* volontaria Spi, Auser, di Arezzo

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