lunedì, agosto 13, 2012

Corleone, il sindaco che non sa distinguere il pubblico dal privato...


Seduta del consiglio comunale di Corleone
DINO PATERNOSTRO
Quanta confusione, signor Sindaco. Quanta confusione tra pubblico e privato. Le avevamo chiesto i criteri di nomina dei componenti del Consorzio “Terre di Corleone” e del Laboratorio della Legalità.
Lei ha risposto alternando confusamente attestati di competenza professionale (Tizio è bravo al computer, Caio sa tenere la contabilità…) con attestati di grande amicizia personale (Sempronio lo conosco da quando è nato: persona onestissima, come la sua famiglia…). Ma dice vero, signor Sindaco? Davvero non sa distinguere le professionalità che un ente acquisisce con un incarico professionale o un’assunzione a termine e le professionalità necessarie per dirigere un Consorzio di promozione dei prodotti agricoli o il Laboratorio della Legalità? Non lo sa o fa finta di non saperlo?
Non sa che nel Mezzogiorno in generale (e in terra di mafia in particolare) bisogna tenere separati (nettamente separati) i rapporti di amicizia personale dalle scelte professionali? E che, anzi, un amico non lo si nomina negli Enti per evitare anche il solo sospetto di favoritismo, clientelismo, familismo? No, lei non lo sa. Noi le abbiamo suggerito come fare: azzeri tutte le nomine, faccia degli avvisi pubblici, chiedendo ad ogni cittadino in possesso dei necessari requisiti professionali di avanzare istanza, infine selezioni attraverso la comparazione dei curricula. Così si fa nelle città moderne, democratiche, che premiano il merito e che rifuggono dal becero clientelismo. 
Ma lei, signor sindaco, non sa nemmeno che quando un sindaco scrive, lo deve fare su carta intestata del Comune e protocollando la lettera in uscita? Eppure rappresenta l’a-b-c della corretta procedura amministrativa. Lei potrebbe non saperlo (strano, però, con la laurea che si ritrova…), ma si faccia almeno  consigliare dai capi settori e dalla segretaria generale!
Lo scorso 10 agosto, in consiglio comunale, non abbiamo capito i criteri di nomina dei componenti il Consorzio e il Laboratorio. E, quel ch’è peggio, non abbiamo capito perché non ha sentito il bisogno di esprimersi sulla domanda relativa al presunto motivo per cui non ha riconfermato l’avv. Mario Midulla nel Laboratorio della Legalità. È vero – come scrive il Giornale di Sicilia – che Midulla ha pagato l’essersi contrapposto alla figlia di Totò Riina nelle elezioni per il consiglio di circolo della Scuola elementare? Questa è una domanda da cui lei si sente offesa, ha detto in consiglio comunale. Per la verità, a sentirsi offesa dovrebbe essere la Città di Corleone, della quale (almeno all’esterno) si potrebbe pensare che abbia una classe dirigente pavida e incapace di reagire alle prevaricazioni mafiose. Sabato sera ha dichiarato che sta pensando di tutelarsi legalmente dalle mie insinuazioni? Brava, sindaco! Si tuteli, ma tuteli (finora non l’ha fatto in maniera efficace!) pure il buon nome di Corleone! 

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