domenica, aprile 28, 2024

Piana degli Albanesi. Petrotta: “Nè servizi segreti stranieri né X Mas dietro la strage di Portella, ma la mafia, Giuliano e gli agrari


“Dietro la strage di Portella della ginestra non ci sono né i servizi segreti americani e nemmeno i neo-fascisti della X Mas, ma gli agrari reazionari, Salvatore Giuliano (che era anche un mafioso), la sua banda e i mafiosi di Piana, di S. Giuseppe e di S. Cipirello”, ha detto ieri pomeriggio lo storico Francesco Petrotta, presentando nella Casa del popolo di Piana degli Albanesi il suo ultimo saggio "Portella della Ginestra 1° maggio 1947. 
Le lotte contadine e la strage politico-mafiosa". Ed ha aggiunto: “Si, Giuliano ha scritto al presidente USA Truman, ma il 12 maggio, dopo la strage. E l’entourage del predidente ha cestinato la lettera, annotando che l’autore era un delinquente senza credibilità”. Petrotta non è uno storico accademico, ma uno studioso appassionato molto convinto delle sue tesi. La strage, secondo Petrotta, fu decisa per fermare il movimento contadino di Piana e del territorio circostante, che era forte, combattivo e con una chiara strategia politica. 

“Bisogna tenere conto - ho sostenuto nel mio intervento - che in quel secondo dopoguerra la Sicilia tutta era in fermento. I contadini, organizzati dalla Cgil e dai partiti di sinistra (Pci-Psi), lottavano per l’applicazione dei decreti Gullo, per la democrazia e per la libertà. Al movimento contadino organizzato mafia, agrari e politica reazionaria risposero con la violenza d col sangue. Prima e dopo la strage del primo maggio, tanti dirigenti sindacali vennero assassinati. Alcuni in rapida sequenza, come Epifanio Li Puma a Petralia (2 marzo 1948), Placido Rizzotto (10 marzo 1948), Calogero Cangialosi (1 aprile 1948). Ma, nonostante questa “lunga strage”, i contadini ottennero la riforma agraria, anche se non quella quella sognata nelle affollate assemblea di quel secondo dopoguerra. 

Oggi fare memoria di queste storie è giusto perché rende giustizia alle vittime innocenti e ci da la forza per continuare a lottare contro le ingiustizie di oggi, che stiamo provando a contrastare con gli scioperi, le manifestazioni e adesso anche con la raccolta delle firme sui quattro referendum per difendere la dignità del lavoro. 

L’incontro di ieri ə stato coordinato dal giornalista Leandro Salvia; è intervenuto anche il presidente della coop “Placido Rizzotto”; ha concluso il prof. Matteo Mandalà, presidente dell’Associazione familiari delle vittime di Portella, che ha invitato tutti alla consueta manifestazione del primo maggio di mercoledì prossimo. Era presente l’anziano Serafino Petta, uno degli ultimi sopravvissuti della strage. 

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