martedì, febbraio 25, 2014

Mila Spicola (Pd): "Dobbiamo dare delle risposte concrete a Ignazio Cutrò"

Ignazio Cutrò
“Il libro di Ignazio Cutrò, testimone di giustizia che vive a Bivona, si intitola 'Abbiamo vinto noi', eppure, quasi come una beffa, in questo momento abbiamo perso perché Ignazio vive un momento di difficoltà economica tale da dover ritirare i figli dagli studi e sta pensando di lasciare la Sicilia. Avevo sentito al telefono Ignazio qualche giorno fa, ma ho deciso di incontrarlo ieri a Bivona, dopo il mio giro di incontro con le realtà agrigentine, perché le persone si guardano negli occhi. Ieri mi sono ritrovata a casa di Ignazio, nella sua cucina, con sua moglie e i suoi due splendidi figli. Leggere dei suoi figli, che hanno dovuto abbandonare gli studi universitari per motivi economici, mi ha fatto saltare dalla sedia e mi ha spinto a incontrarlo. Non ho trovato solo Ignazio, ho trovato una famiglia unita e compatta nella sua battaglia, che è anche la nostra battaglia: quella per l’onestà, la trasparenza, la normalità. Sono i suoi figli quelli che non vogliono mollare, non solo Ignazio e alla fine è stato più il calore che ho ricevuto da loro che viceversa. Se ci sono persone così possiamo vincere tutte le battaglie. Da siciliana e cittadina la mia solidarietà Ignazio ce l’ha da anni, da militante e dirigente politica il mio grazie, anche quello lo ha da anni. Da insegnante che racconta ai suoi alunni la sua storia, non ne parliamo.

Ma da vicesegretario del PD è l’onere della risposta quello che devo a quest’uomo che ha rischiato tutto e rischia ancora per essere onesto. Perché sono gli esempi di onestà quelli che cambiano il costume sociale, e che indicano la via ai ragazzi, ai giovani, a tutti. Pertini diceva che ai giovani servono esempi, non sermoni. In questi anni il senatore Lumia e altri esponenti del PD siciliano sono stati attivamente a fianco di quest’uomo, adesso questo sostegno dobbiamo rilanciarlo aiutandolo concretamente ancora una volta. Non con una sorta di elemosina, ma con l’applicazione delle leggi che ci sono e che rimangono incompiute. Ignazio non chiede nulla altro che essere messo nelle condizioni di lavorare e rilanciare la sua impresa, condizione che potrebbe facilitarsi con la definizione del decreto attuativo sulla legge dei testimoni di giustizia al quale manca solo una firma.
Solleciterò la commissione antimafia siciliana e quella italiana facendomi portavoce di questa richiesta e affidandola a Fabrizio Ferrandelli e a Davide Faraone, deputati regionali e nazionali, componenti di entrambe le commissioni. Contemporaneamente mi chiedo: è possibile attivare l’istituzione di un fondo, statale o di associazioni che vogliano farsi avanti, a favore del sostegno agli studi universitari per i figli dei testimoni di giustizia che si trovino in difficoltà economiche? Quanti saranno questi ragazzi? Cinque, dieci? Non di più, anche se Ignazio ha dichiarato che non vuole null’altro che essere messo nelle condizioni di lavorare. Ancora: è possibile che piccole percentuali dei fondi a disposizione di fondazioni, associazioni antimafia o di settore, siano obbligatoriamente destinate a prestiti una tantum senza interessi alle famiglie dei testimoni di giustizia che si trovano in difficoltà? Il cambio di verso in Sicilia e in Italia si attua attraverso i fatti, come spesso ripete Matteo Renzi.
I fatti competono alla politica e la politica onesta è la politica capace di dare risposte e fatti, appunto, non solo sostegno o solidarietà, anche e soprattutto a chi decide coscientemente di mettere a rischio la propria vita per vivere e testimoniare l’onestà. Ignazio da anni interpreta il verso giusto dei siciliani onesti, che sono tanti. Ho il libro di Ignazio sulla mia scrivania, vorrei non fosse solo la sua storia ma la nostra storia. Ignazio ha vinto la sua battaglia di testimonianza, personale e sociale, ma le persone e la società fanno un tutt’uno con lo Stato, e dovranno fare un tutt’uno con una politica diversa. Se non riceve sostegno attraverso provvedimenti politici precisi, prendere i quali è il nostro compito, chi perde siamo noi, chi perde è la politica, nel rappresentare una distanza non un’istanza sociale fondamentale dal punto di vista simbolico e reale".

Mila Spicola, vicesegretario del PD Sicilia

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