mercoledì, febbraio 26, 2014

Palermo, Fisac-Cgil: Ridulto confermato segretario generale

Gino Ridulfo, segretario Fisac-Cgil (il 4° da sinistra)
Palermo 25 febbraio 2014 –  Confermato all’unanimità  al congresso della Fisac Cgil di Palermo il segretario uscente Gino Ridulfo, che ha richiamato la categoria a un impegno di denuncia. “Non dobbiamo avere paura come categoria di denunciare  gli intrecci di potere e malaffare, non dobbiamo sottacere la responsabilità dei top management  né le loro scandalose retribuzioni - ha dichiarato Ridulfo -  Occorre avviare una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sull’effettivo costo del lavoro, denunciando le retribuzioni dei grandi manager e il sistema dei bonus. Il sindacato deve dire la sua e deve essere una critica feroce verso un sistema e una elite che ha stravolto l’etica e fatto ingenti danni”.

Il segretario della Cgil di Palermo , Maurizio Calà, nel suo intervento ha puntato il dito sulla fuga di una parte delle aziende di credito che hanno trasferito le sedi legali fuori dalla Sicilia  e sui rubinetti sempre più chiusi per famiglie e imprese. “Basta fare un giro negli uffici: in molte banche pezzi di lavorazione sono andati via e difficilmente saranno rimpiazzati. Col  governo dobbiamo avviare  una discussione sul sistema creditizio in Sicilia,  riaprendo  la discussione sul  mediocredito  e riavviando il dialogo con le aziende che non possono limitarsi a raccogliere in Sicilia  i risparmi  ma  devono anche investire su questa terra - ha detto Calà -  Credito, legalità e sviluppo sono per noi questioni centrali. Per questo con la Fisac continueremo a portare avanti i progetti  di trasparenza e le iniziative  contro l’evasione fiscale, sulla tracciabilità e sull’utilizzo del denaro contante, per riaffermare il ruolo del credito e la trasparenza del sistema”.  “L’altro compito da svolgere - ha aggiunto Calà - riguarda il ruolo del sindacato  e la capacità del sindacato, che è sempre riuscito ad alimentare dibattiti, raccogliendo dal basso le idee migliori.  Questo deve servire anche a recuperare quel rapporto di fiducia venuto meno   che legava il lavoratore bancario alla clientela,  oggi in larga misurata sfiduciata”.


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