mercoledì, giugno 06, 2012

Attentato a Brindisi, fermato un uomo. Ha confessato: "Vendetta contro la giustizia"


di FRANCESCO VIVIANO
Si tratta di un uomo di Copertino, in provincia di Lecce, ascoltato per ore dagli inquirenti. E' accusato di strage con finalità di terrorismo. A  incastrarlo i filmati dellla sua Fiat Punto nei pressi dell'istituto Morvillo Falcone e la somiglianza con il personaggio ripreso dalle telecamere, nonché alcune intercettazioni. L'obiettivo iniziale sarebbe stato il tribunale vicino alla scuola
E' lui, ha confessato. E' un uomo di 68 anni l'autore della strage della Morvillo Falcone. Nei suoi confronti è scattato poco dopo le 22 un provvedimento di fermo firmato dai magistrati Cataldo Motta e Milto De Nozza. E' il proprietario di un deposito di carburanti di Copertino, in provincia di Lecce. Si chiama Giovanni Vantaggiato. E' accusato di strage, aggravata dalla finalità di terrorismo. Avrebbe agito per vendetta nei confronti della giustizia: secondo le ultime ricostruzioni, l'obiettivo dell'uomo sarebbe stato il tribunale non lontano dalla scuola.

La sua automobile, una Fiat Punto, è stata filmata a più riprese nei pressi dell'istituto Morvillo Falcone quel sabato 19 maggio, quando alle 7,45 l'esplosione di tre bombole del gas causò la morte della sedicenne Melissa Bassi e il ferimento di altre cinque studentesse, e nei giorni precedenti. Ma altri riscontri hanno indirizzato gli inquirenti sulle sue tracce. In primo luogo la somiglianza spiccatissima con la persona ripresa dalle telecamere del chiosco vicino alla scuola. E poi una contraddizione che sarebbe stata verificata tra alcune delle sue affermazioni agli inquirenti e il contenuto dell'intercettazione di un dialogo con la moglie. Tra le immagini 
registrate dalle telecamere - secondo indiscrezioni - anche quella di un'altra auto, riconducibile alla famiglia del fermato.

Vantaggiato avrebbe agito per colpire la giustizia, perché in passato aveva sostenuto un processo per una truffa subita, senza però riavere il denaro che aveva perso. Le tre bombe avrebbero dunque dovuto colpire il Trinunale di Brindisi. La scuola Morvillo si trova a 200 metri dal Palazzo di Giustizia.

Tra le prime ipotesi circolate, anche quella di una vendetta nei confronti del preside Angelo Rampino, che raggiunto al telefono dai cronisti aveva subito scartato questa possibilità: "Non c'è nessuno che possa aver motivo di avercela con me... Non ho nemici, e di sicuro non ho come nemico nessun titolare di pompe di benzina". Rampino ha sempre escluso che la scuola fosse l'obiettivo dell'attentatore, “la scuola non c’entra”, aveva detto ai giornalisti mentre gli inquirenti scavavano nelle stanze, nei registri, nella storia dell'istituto alla ricerca di un possibile movente. Per Rampino è già stato disposto l'allontanamento dall’istituto.

LEGGI L'INTERVISTA Il preside: "Anch'io massacrato"

Che qualcosa si stesse muovendo sul fronte delle indagini l'aveva lasciato trasparire stamattina il capo della Polizia Antonio Manganelli, mettendo una serie di paletti alle ipotesi che circolavano sull'attentato. "Non c'entrano né la mafia né gli anarchici", aveva esordito rivelando che il giorno della tragedia "i detenuti della Sacra corona unita hanno inviato un telegramma di solidarietà alla famiglia di Melissa: un segnale specifico per dire noi non ci entriamo". E anche per quanto riguarda la Fai, "faccio fatica a immaginare - aveva detto Manganelli - che sia opera loro un attentato così vigliacco". "Arriveremo a chi è stato", aveva però garantito il capo della Polizia. Una previsione che evidentemente era qualcosa di più che una speranza.
(La Repubblica, 06 giugno 2012)

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