mercoledì, maggio 08, 2024

L’ultimo libro di Giovanna Fileccia, “Rose di velluto rosso”



Pippo La Barba 

Con il suo ultimo libro “Rose di velluto rosso”, Edizioni Delta 3, la nota poetessa, scrittrice e scultrice Giovanna Fileccia ci trasmette il messaggio che vicende private dolorose non fanno venir meno l’ispirazione artistica. Il libro ha ottenuto il prestigioso riconoscimento del concorso nazionale “L’Inedito XV sulle tracce del De Sanctis” classificandosi al terzo posto. Giovanna è un’artista unica nel suo genere. L’originalità le consente di produrre opere non solo letterarie ma anche manuali. Con il suo estro riesce infatti a creare una sinergia tra le  parole e l’ambiente, gli oggetti, la natura.

E’ l’inventrice della cosiddetta “poesia sculturata”, una modalità artistica tridimensionale attraverso la quale le sue innovative produzioni poetiche  sono profondamente immerse nella percezione di una prospettiva alta dell’esistenza.

E’ anche una decoratrice, soprattutto di borse e tendaggi, ma anche di pezzi unici di manufatti come le “coffe”, caratteristici contenitori di oggetti che appartengono alla tradizione siciliana.

Arte e artigianato in lei convergono e si fondono; le sue produzioni poetiche e narrative sono sempre collegate al richiamo irresistibile della natura.

In Marhanima” l’energia del mare diviene l’elemento cardine della  narrazione. Non per nulla il Sovrintendente del mare, il compianto Sebastiano Tusa, vi lesse “la profondità dell’animo umano, che oltrepassa i limiti filologici dell’archeologo per proiettarsi verso l’infinito”.

In un’altra opera, “La giostra dorata del ragno che tesse”, lo storico Pippo Oddo individuò “una ricerca e tessitura del destino umano”. Nel volume “Oggetti in terapia” anima mirabilmente gli oggetti  sublimandoli e rendendoli esseri viventi.

Questo originalissimo meccanismo, basato sulla combinazione poesia- ambiente-oggetti-natura, lo stesso Oddo lo fa risalire agli esordi di Giovanna Fileccia, al 2009, quando assieme al marito Alessandro Di Mercurio realizzarono il presepe artistico-filosofico ispirato alla poesia “Metafore”, scritta nel 2006 e pubblicata nella raccolta poetica “Sillabe nel Vento”(Ed. Simposium, 2012), dove la parola, che sta al margine del nostro tempo, diviene materia, oltre che ispirare il presepe.

 

METAFORE

Noi, creature

Metafore che interrompono l’eternità

Piccole sfere di cristallo

Microcosmi perfetti e mancanti

Calici mezzi pieni e mezzi vuoti

Ospiti del tempo

Lontano alle spalle

un manto ci protegge

Sul muro due ombre

di cui solo una visibile

Ma se provassimo a trovarci dentro

Dell’altra potremmo scorgerne i profili

Noi, creature

Immagini speculari di Dio

Delineate

Incomplete

Nostalgiche

Ci sentiamo padroni del tempo

ma siamo qui a esserci

solo grazie a un nesso causale

Occupiamo un piccolo spazio

che sta al margine del nostro tempo.

 

Soffermiamoci su questa poesia, poiché è emblematica di un percorso nel quale la parola diviene materia. Oltre che ispirare il presepe, “Metafore” nel 2013 ispira all’artista Fileccia anche l’omonima Poesia Sculturata,  una doppia spirale sospesa nel vuoto che si pone idealmente tra il cielo e la terra.

È interessante richiamare un dettaglio: “Rose di velluto rosso” ha ispirato

all’autrice il trittico di Poesia Sculturata “Noi”, “Danzatori” e “Occhi d’istrice”, tre

sculture dove la sabbia si contrappone al vetro e il mare accoglie il dolore. 

Su questo prezioso romanzo, costellato di petali rossi e neri, Giovanna Fileccia venerdì 31 maggio 2024 alle 16.30  dialogherà con Rosa Anna Argento e Margherita Musso e il pubblico presente, presso la Biblioteca di Villa Trabia in Palermo. L’evento è promosso da Faro Convention Citizen of Europe.

Pippo La Barba

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