lunedì, maggio 13, 2024

Giovedì 16, ore 17, sarà presentato alla Cgil “Conversazione sulla Sicilia”, libro postumo di Nino Mannino. L’autore racconta da protagonista il fermento della Sicilia di fine anni ’50 e la trasformazione del Partito comunista

Giovedì 16 maggio, alle 17, nel salone della Camera del Lavoro, in via Meli, 5, sarà presentato il libro di Nino Mannino “Conversazione sulla Sicilia. Il Partito comunista e il Novecento”, Istituto poligrafico editore. Interverranno: Mimma Argurio, Dario Carnevale, Gemma Mannino Contin, Emilio Miceli, Rosario Rappa ed Elio Sanfilippo.

Nino Mannino (1939-2022), dirigente del PCI in Sicilia, nel 1983 e nel 1987 è stato eletto alla Camera dei deputati, dal 1993 al 1997 è stato sindaco di Carini. “Questo libro esce postumo – scrive la moglie Gemma Mannino Contin nella nota introduttiva - Nino Mannino è morto il 26 novembre 2022. Tempo prima aveva rilasciato una lunga intervista allo storico Matteo Di Figlia e all’editore Dario Carnevale. Quando gli mandarono il testo sbobinato per la revisione, Nino trasformò la prima parte in forma di narrazione personale. Poi si arenò, perché lui non era uomo di parola scritta: era un uomo di storie raccontate, nella tradizione di famiglia e sulla suggestione di suo nonno puparo”.  

Pertanto – aggiunge Gemma Contin – questo libro viene pubblicato per così dire a due velocità: ripercorre quegli anni e ne racconta fatti e retroscena con il punto di vista di chi li ha vissuti da protagonista”.

Alla fine degli anni '50 la Sicilia è in fermento, stretta da un lato dall'occupazione delle terre incolte e, dall'altro, dalle grandi migrazioni di giovani e di interi nuclei familiari verso le fabbriche del Nord. Un esodo che spopolerà la Sicilia di tante sue forze migliori. 

Il Partito comunista è in trasformazione: nelle sue file approdano intellettuali e studenti. “La vita delle sezioni si anima - racconta ancora Gemma Contin - Le federazioni - fino a quel momento impegnate soprattutto nelle lotte dei braccianti, degli edili, degli operai del Cantiere navale di Palermo e degli zolfatari di Enna e Caltanissetta, oltre che nella lotta alla mafia che sta spostando i suoi interessi dalle campagne alle città -   vedono allargarsi la platea degli iscritti e dei militanti. La politica e i dirigenti devono adeguarsi: fare i conti con il nuovo che avanza, talvolta a denti stretti, trasformandosi a loro volta”.

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