sabato, dicembre 02, 2023

IL COMMENTO. Promesse tradite e richiami dell’Europa


di Patrizia Gariffo

Il 3 dicembre si celebra la “Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità”, istituita nel 1981 dall’Onu con l’obiettivo di promuovere i loro diritti e il loro benessere in tutti gli ambiti della società. 

Nel 2006, poi, la “Convenzione sui diritti delle persone con disabilità” ha ribadito la necessità di garantire l’effettiva partecipazione alla sfera politica, sociale, economica e culturale. Un impegno ad assicurare l’integrazione e un’esistenza autonoma e attiva. Ma a distanza di tanti anni è cambiato poco. In Italia, le persone con disabilità sono oltre 3 milioni e per loro la disabilità è un ostacolo che impedisce di vivere una vita come quella di tutti gli altri cittadini. Non è garantito l’accesso all’assistenza, all’istruzione, al lavoro, alla mobilità, all’utilizzo dei luoghi pubblici, nonostante questo sia sancito come diritto dalla Costituzione e abbiamo una legislazione sulla disabilità tra le migliori.

L’Italia ha ricevuto richiami e sanzioni: nel 2013 la Corte di giustizia dell’Unione europea ci ha condannati per non aver applicato in modo adeguato i principi Ue in materia di diritto al lavoro per le persone con disabilità, infatti solo poco più del 30% lavora. 
Altri richiami nel 2014 quando Bruxelles ha inviato due lettere di messa in mora per inadempienze relative all’inaccessibilità dei mezzi pubblici, e nel 2022 quando l’Onu ha condannato l’Italia perché non ha riconosciuto lo status sociale e i diritti di 3 milioni di caregiver familiari che sono costretti a rinunciare a se stessi per assistere i loro cari. Quasi nulla di tutto questo è stato risolto. Le persone con disabilità fronteggiano disagi e difficoltà, non solo a causa delle loro patologie, spesso gravi e invalidanti, ma pure per colpa di politica e istituzioni indifferenti e inconsapevoli dei loro doveri e di una burocrazia farraginosa e miope. Tante volte devono sopperire a tali mancanze con i loro mezzi, familiari ed economici, o ricorrere a tribunali e stampa per non vedere violati i diritti. Questo è inaccettabile. Per me e per le persone con disabilità mi auguro un futuro con meno parole e più fatti.

La Repubblica Palermo, 2/12/2023

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