domenica, aprile 03, 2022

A Bar Sicilia l’aspirante sindaco Franco Miceli disegna la sua Palermo

Franco Miceli (al centro) con Maurizio Scaglione (sx)
e Manlio Melluso (dx) 

E’ il candidato sindaco dell’area progressista a Palermo Franco Miceli l’ospite della puntata numero 196 di Bar Sicilia. Il Presidente dell’Ordine degli Architetti ha parlato con il direttore responsabile de ilSicilia.it Manlio Melluso e con il direttore editoriale Maurizio Scaglione del futuro della città in caso di elezione, dell’eredità che lascia Leoluca Orlando, dei rapporti con i ‘cespugli’ dell’area progressista che al momento hanno scelto di correre per conto proprio e di tanto altro ancora.

Prima di tutto occorre rispondere alla domanda di rito a tutti i candidati sindaco: perché scendere in campo? “La città ha tanti problemi da affrontare e da risolvere. La mia candidatura, che mi è stata offerta da un ampio schieramento delle forze progressiste, ha un po’ questo significato, cioè cercare di portare in campo delle realtà e delle competenze e delle conoscenze che devono essere sviluppate insieme agli attori e ai protagonisti che in questa città hanno operato e continuano a operare e che hanno bisogno sicuramente di mettere in campo idee e proposte, ma non solo: anche soluzioni“. “Hanno dovuto faticare a convincermi – sottolinea Miceli –, alla fine ce l’hanno fatta. Ci sono le possibilità per un progetto che guarda al futuro della città di Palermo”, quello che il candidato sindaco battezza come il ‘Patto per Palermo’.

Chiunque sarà, il futuro primo cittadino raccoglierà l’eredità di Leoluca Orlando, dopo decenni in cui il Professore è stato protagonista indiscusso della storia politica del capoluogo: “L’esperienza di Orlando non può essere ristretta agli ultimi anni, ma riguarda molti decenni della città – commenta Miceli – Orlando resterà nella storia di Palermo non solo come il sindaco più longevo, ma quello che ha saputo traghettare la città da una situazione, come dire, molto compressa a una dimensione più nazionale e internazionale facendo emergere alcuni valori importanti e identitari della città in un contesto molto più ampio. Cos’è che io salverei della esperienza di Orlando? Proprio questo, la sua capacità di avere messo al centro della vita della città una serie di valori che prima erano molto sbiaditi, i valori dei diritti, della cittadinanza, dell’accoglienza che sono valori importanti che secondo me bisogna continuare a mantenere. Poi la visione va coniugata con atti di governo concreti, Sulla concretezza della visione da dare alla città bisogna rivedere molte cose.

Una battuta sulla natura tecnica della sua candidatura e e sulla rappresentanza di genere che sarà eventualmente presente nella sua giunta: “Non faccio parte di nessuna forza politica, la mia è una candidatura che viene dal mondo della società civile. Sono un architetto e come tale posso contribuire a costruire un’idea diversa di città, che non è solo un’idea ma una prospettiva per la realizzazione di cose concrete. La  mia candidatura viene offerta dalla società civile alla coalizione e questo mi dà anche grandi margini di autonomia, ci tengo a dirlo: cercherò di non farmi condizionare dal sistema politico e da nessuna coalizione. Mi batterò perché la mia autonomia venga preservata. Per quel che riguarda la parità di genere io ho molta stima per il modello che vede un ruolo importante delle donne nel governo, a tutti i livelli. Ritengo importante questo principio, che è legato alla qualità delle persone e non in ragione di percentuali aride ma valorizzare le donne in ragione delle qualità che esse stesse esprimono“.

Al momento a sostenere la candidatura di Miceli sono Pd, Sinistra civica ed ecologista, M5s e alcuni movimenti civici, ma il candidato non esclude di poter dialogare anche con altri che al momento hanno deciso di correre per proprio conto, come Davide Faraone, Rita Barbera o Fabrizio Ferrandelli, o con chi deve ancora esprimersi, come Mariangela Di Gangi di Facciamo Palermo: “Fuori dalla mia logica affrontare il tema in termini di equilibri o rapporti tra le forze politiche, io parto dai problemi – spiega Miceli – Abbiamo lanciato quest’idea del Patto per Palermo, un patto per cui si dice al governo nazionale: ‘Palermo ha un progetto e ve lo rappresentiamo, un programma credibile e crediamo che la città debba avere risorse e potenzialità economiche per attuarlo e uscire dalla crisi finanziaria in cui si trova il Comune’. Questo patto lo mettiamo al centro del dibattito politico, e lo facciamo con la città e con le forze progressiste di cui fanno parte sicuramente Faraone, Italia Viva, Ferrandelli e altri. Io una telefonata la faccio a tutti, sono per il dialogo e per il confronto, ma non mi interessano tanto gli accordi telefonici, quanto il convergere sul programma e su questa idea forte del Patto per Palermo“.

il Sicilia.it, 3/4/2022

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