venerdì, aprile 15, 2022

Letizia Battaglia. La fotografia come scelta di vita

La bambina con il pallone, Quartiere La Cala,
1980, Palermo © Letizia Battaglia

di Andrea Curcione - 14 avril 2022 (altritaliani.net)

È scomparsa ieri all’età di 87 anni nella sua Palermo la celebre fotografa e fotoreporter Letizia Battaglia che ha documentato con le sue immagini in bianco e nero gli anni durissimi della sua Sicilia, la lotta alla mafia, gli omicidi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, le disuguaglianze sociali, le rivolte delle piazze, uno sguardo che era poi anche quello di Ferdinando Scianna e di Leonardo Sciascia. Per ricordare e omaggiare questa grande donna vi riproponiamo l’articolo di Andrea Curcione pubblicato su Altritaliani il 5 aprile 2019.


A Venezia alla Giudecca presso la Casa dei Tre Oci, magnifica sede ormai diventata punto di riferimento per le retrospettive dei maestri dell’immagine, si è inaugurata lo scorso 20 marzo (2019) una mostra dedicata a Letizia Battaglia, tra le prime donne fotoreporter italiane.

La Battaglia ha lavorato all’inizio della sua carriera – che ha intrapreso tardi, a quarant’anni – per il quotidiano comunista siciliano “L’Ora” al fianco di fotografi uomini che si occupavano di cronaca nera negli anni sanguinosi in cui si svolgevano le faide di mafia. Era la seconda metà degli anni Settanta; a quell’epoca senza telefoni cellulari e computer la vita di un fotografo di nera era fatta di corse in auto, scatti fotografici a ripetizione, sviluppo, stampa e consegna alla redazione. La Battaglia e, come lei molti altri colleghi, erano macchine da guerra nel testimoniare, con le loro attrezzature fotografiche, gli attimi più salienti di vicende importanti di cronaca siciliana. Il bianco e nero delle sue immagini, denso di contrasti, di corpi di persone ammazzate (uomini di legge, politici, vittime di regolamenti di conti tra bande) racconta meglio di ogni altro colore la crudezza e la violenza.

Non solo; Letizia Battaglia, vivace signora dai capelli biondi di 84 anni, nel corso della sua carriera da fotografa, ha anche ritratto la vita quotidiana di adolescenti; perché si è trovata sempre a suo agio tra bambini e ragazzine, ritratte come espressione di innocenza e di un futuro possibile.

E ancora, momenti di tradizionali feste religiose, anziani di paese, volti espressivi di uomini (pochi) e donne di ogni età.

Mentre Letizia Battaglia, durante la presentazione della mostra si soffermava ad osservare le riproduzioni delle sue fotografie, ne sono state scelte 300 tra i suoi lavori, incalzata dalle domande dei giornalisti, ricordava ogni momento, ogni volto di ogni soggetto e in quale occasione era stata scattata l’immagine. Come a voler far presente che ogni persona, anche sconosciuta, rappresentata aveva una propria storia alle spalle.

Regista, ambientalista, assessore del partito dei Verdi con la giunta di Leoluca Orlando negli anni della Primavera Siciliana – gli anni del riscatto della società civile che alzava la testa contro la mafia – deputata dell’Assemblea Regionale Siciliana, editrice, la Battaglia è stata cofondatrice del centro di documentazione “Giuseppe Impastato”. Nel 1991 ha fondato la rivista “Mezzocielo” realizzato da sole donne.

A livello internazionale ha ricevuto importanti riconoscimenti per il suo lavoro. E’ stata la prima donna europea a ricevere, a New York, nel 1985 il Premio Eugene Smith per la fotografia sociale. A San Francisco nel 1999 le è stato assegnato “The Mother Johnson Achievement for Life”, nel 2007 in Germania la società tedesca di fotografia le ha consegnato “The Erich Salomon Prize”. Nel maggio del 2009 a New York è stata premiata con il “Cornell Capa Infinity Award”. E’ nella lista delle 1000 donne segnalate per il Nobel per la pace, nominata dal Peace Women Across the Globe. Nel 2017 il quotidiano “The New York Times” l’ha nominata, unica italiana, tra le 11 donne più rappresentative.

La mostra, curata da Francesca Alfano Miglietti, insieme a Marta Sollima e Maria Chiara Di Trapani e la collaborazione di Civita Tre Venezie, ha avuto una preparazione di circa due anni, nei quali la Battaglia – come ha raccontato la curatrice –  non ha mai voluto interferire con le sue scelte.

È stato un lavoro lungo e difficile, perché la maggior parte delle fotografie tranne quelle finite nei vari libri di fotografie pubblicati nel corso degli anni, non era stata inventariata. Come ha ben notato la curatrice Alfano Miglietti nella nota introduttiva alla mostra “il risultato è un percorso fatto di una realtà senza retorica, senza compromessi, dallo sguardo irripetibile, del quotidiano come documento. Un modo di raccontare l’essere umano, la sua città, Palermo, gli incontri, gli omicidi, la morte e la vita, come un divenire strettamente collegato alle tematiche sociali”.

Andrea Curcione

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Andrea Curcione

Andrea Curcione è nato e risiede a Venezia dal 1964. Laureato in Storia all'Università Ca'Foscari di Venezia, ama i libri, la scrittura, la fotografia e il disegno. Giornalista pubblicista, ha pubblicato alcuni racconti e romanzi noir di ambientazione veneziana. Si occupa soprattutto di critica cinematografica, ma per Altritaliani scrive anche di avvenimenti culturali e mostre di particolare interesse che si inaugurano nella città lagunare.

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