lunedì, maggio 27, 2013

Sicilia, sulla raccolta rifiuti si cambia. Via libera ai Comuni per gli appalti

di GIACINTO PIPITONE

In base alle regole dettate ieri dall’assessore, le amministrazioni in autonomia potranno «esternalizzare il servizio a terzi attraverso procedure di evidenza pubblica» o creare società miste

PALERMO. Via libera alle gare d’appalto dei Comuni per l’assegnazione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Con una direttiva di 8 pagine l’assessore Nicolò Marino ha dettato le procedure che superano definitivamente la gestione degli Ato. E derogano alle nuove norme, che prevederebbero la nascita delle Srr: enti di dimensioni più o meno provinciali che dovrebbero succedere ai vecchi carrozzoni gestendo il servizio e i relativi appalti per tutte le città e i paesi del territorio.

In base alle regole dettate ieri dall’assessore, i Comuni in autonomia potranno «esternalizzare il servizio a terzi attraverso procedure di evidenza pubblica» o creare società miste in cui «la selezione del socio privato avvenga mediante gara con la formula del doppio oggetto». La terza chance offerta ai sindaci è quella della gestione «in house» cioè attraverso una società interamente partecipate.
L’appalto dovrà prevedere il servizio di spazzamento, raccolta e trasporto. E può essere assegnato da un solo Comune o da più Comuni che si consorziano. E qui arriva la vera e propria deroga alle norme approvate a fine dicembre: in quella legge si prevedeva la costituzione delle Srr (non ancora completata) e la realizzazione del Piano d’ambito che consiste nella individuazione delle regole per il territorio gestito dai nuovi organismi. In attesa di tutto ciò i Comuni possono ugualmente dar vita agli Aro (Ambito di raccolta ottimale) che devono avere un bacino di almeno 5 mila abitanti: sarà questa la porzione di territorio per cui verrà bandito l’appalto.
Gli Aro possono, appunto, comprendere un solo Comune o più di uno e devono tenere conto oltre che della densità abitativa anche delle caratteristiche morfologiche del territorio, della presenza di attività commerciali e dei «flussi di conferimento agli impianti» cioè della distanza da discariche e aree di compostaggio.
Per programmare tutto ciò i Comuni che costituiscono l’Aro devono anche predisporre un Piano di intervento che descrive dettagliatamente l’organizzazione che si intende dare al servizio. E soprattutto il personale da impiegare che dovrà tenere conto della clausola che impone di salvaguardare i livelli occupazionali dei vecchi Ato. Prima di bandire le gare i Comuni dovranno attendere che l’assessorato approvi questo piano.
Marino prevede che «le nuove gare bandite dai Comuni arrivino subito. A settembre infatti i vecchi Ato verranno definitivamente liquidati e quindi toccherà ai sindaci assegnare e gestire il servizio. Non tollereremo altri ritardi o carenze nel sistema».
Ma Marino ha anche annunciato un’accelerazione nella costituzione delle Srr che, al posto degli Ato, a livello provinciale saranno chiamate a gestire la fase della realizzazione degli impianti che dovranno ricevere i rifiuti dai vari Comuni: «Abbiamo commissariato i Comuni che non hanno ancora provveduto a costituire le Srr» conclude l’assessore.


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